ACQUA SPORCA AD AVIGLIANA, ECCO TUTTI I DATI UFFICIALI / IL COMUNE: “VALORI NELLA NORMA”, MA PRIMA DELLA DEPURAZIONE PROBLEMI SU MANGANESE E ARSENICO

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L’INCHIESTA DI PAOLA TESIO

AVIGLIANA – L’acqua sporca di Avigliana è potabile? Dopo l’incontro pubblico tenutosi lo scorso 13 febbraio alla presenza dei dirigenti della Smat e dell’amministrazione ed avvenuto in seguito alla preoccupazione dei cittadini che lamentavano la fuoriuscita di acqua torbida dai rubinetti, rimangono ancora aperti numerosi interrogativi.

Abbiamo interpellato  a titolo di riscontro dei tecnici di aziende indipendenti e degli esperti del settore, che confermano che al di là dei dati, è buona abitudine come da senso comune, evitare di bere l’acqua soprattutto se sporca, indipendentemente dalla sua effettiva potabilità.

LE LETTERE DELL’ASL: “IL 5 FEBBRAIO SUPERAMENTO DEI VALORI DI MANGANESE, LIVELLO DI ATTENZIONE PER L’ARSENICO”, MA DOPO LA DEPURAZIONE I VALORI SONO TORNATI NELLA NORMA

ECCO TUTTE LE ANALISI DELLA SMAT, IL COMUNE: “VALORI NELLA NORMA”

 

 

Analizzando i dati ufficiali che pubblichiamo integralmente, pervenuti dal Comune e dall’Asl si evincono due valori che non ripeterebbero le normative vigenti,  in particolare il manganese (responsabile della colorazione giallognola) che sarebbe stato attestato 57 μg/l e l’arsenico a 14 μg/l.  Nello specifico si tratta di campionature effettuate dal Laboratorio dell’Agenzia Regionale Protezione Ambientale-Dipartimento Sub-Provinciale di Grugliasco,  su campioni di acqua destinata al consumo umano prelevati il 5 febbraio scorso  presso il punto Pozzo Verdina 3  (per quelle relative all’attestazione del manganese) e  presso i punti di  Pozzo Ponte Dora 2 e Pozzo Verdina 4 (per quelle relative all’attestazione dell’arsenico). Come fa notare la stessa amministrazione, i prelievi sarebbero avvenuti prima delle rete di depurazione. Dati che infatti rientrerebbero pressoché nella norma in seguito ai rapporti di prova effettuati il 26 febbraio  dalla Smat all’uscita  del serbatoio di Ponte Dora, dopo il processo di depurazione, come si evince altresì  dalla presenza di cloro (residuo libero e combinato) registrato in 0,30 mg/l.

COSA DICE LA LEGGE IN MATERIA

In Italia i limiti sono stati stabiliti attraverso il Dpr del 24 maggio 1988 n. 236, e successive modificazioni e integrazioni, che ha fissato la presenza di manganese nell’acqua potabile ad un valore guida di 20 μg/l e ad una concentrazione massima ammissibile di 50 μg/l.

In merito all’arsenico il Decreto Legislativo n° 31 del 2 febbraio del 2011 e la direttiva CEE/CEEA/CE n° 83 del 3 novembre 1998 stabiliscono un valore limite di 10 μg/l.

Per quanto concerne la presenza del cloro nell’acqua potabile il Decreto Legislativo del 2 febbraio 2001 n° 31, allegato 1, parte c – parametri indicatori- nato sulle indicazioni espresse dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, stabilisce un valore consigliato di 0.2 mg/l.

NESSUNA CAMPIONATURA DAI RUBINETTI DOMESTICI

Per quanto concerne il superamento dei limiti del manganese, come evidenzia la stessa Asl nel documento ufficiale del 16 febbraio: É comunque necessario che il valore succitato rientri nei limiti previsti dal D.Lgs.31/01” invitando altresì il gestore a : “Analizzare la situazione ed individuare le cause dell’inquinamento descrivendole in apposita relazione”.

Nulla viene evidenziato sul superamento dei limiti dell’arsenico,  i cui valori risultano comunque lievemente più alti rispetto  alla normativa, ma vengono espresse le seguenti precisazioni: “ In considerazione dell’incertezza associata al parametro Arsenico, il campione, pur risultando regolamentare, necessita di un livello di attenzione”.

Nei rapporti di prova della Smat, sia i parametri relativi al manganese sia quelli inerenti all’arsenico risulterebbero notevolmente ridotti, ovvero 10 μg/l per il manganese e 7 μg/l per l’arsenico, rientrando di fatto entrambi nella norma.

Per i cittadini, tuttavia questi dati non terrebbero in considerazione in modo adeguato la problematica riscontrata, perché nessuna campionatura è stata effettuata dai rubinetti domestici, dove la percentuale di manganese potrebbe essere ulteriormente in aumento dopo che l’acqua ha transitato nelle condotte, per certi tratti obsolete e veicolo di presenza del manganese.

IL MANGANESE È PERICOLOSO?

Il manganese è un metallo presente sulla crosta terrestre e si trova naturalmente in molte fonti d’acqua, in forma sospesa o disciolto. Negli alimenti è considerato un elemento essenziale. Alcuni livelli elevati si possono riscontrare tuttavia in fonti d’acqua contaminate e delle intossicazioni sono connesse prevalentemente alle esposizioni professionali dovute ad inalazione. Tuttavia studi recenti ne hanno rilevato la neuro tossicità anche per la presenza nelle acque potabili come evidenziato dai  ricercatori del “Center for Interdisciplinary Research in Biology, Health, Environment and Society” dell’Università del Québec a Montréal  pubblicati sulla rivista “Environmental Health Perspectives” intitolato appunto  “Intellectual Impairment in School-Age Children Exposed to Manganese from Drinking Water” e concernente parametri cognitivi, motori e comportamentali. La ricerca avrebbe quindi evidenziato una possibile limitazione dello  sviluppo intellettivo nei bambini rivelando una riduzione del quoziente intellettivo nei soggetti maggiormente esposti, altri studi hanno comunque indicato alterazioni neurologiche. Un’altra ricerca, condotta nelle aree rurali della città di Huai’an, attesta che una concentrazione ad alti livelli  di manganese nelle acque potabili è stata correlata ad un aumento del rischio di cancro e alla relativa incidenza di mortalità. In ogni caso la presenza di metalli pesanti non andrebbe mai sottovalutata.

L’ARSENICO

Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità un’esposizione a lungo termine all’arsenico nell’acqua potabile e negli alimenti può causare cancro e le lesioni cutanee. Inoltre è stato associato a malattie cardiovascolari e diabete. Nello sviluppo del feto in utero e nell’esposizione durante la prima infanzia è stato connesso ad  effetti negativi sullo sviluppo cognitivo.

IL CLORO

Sugli effetti della clorazione un’interessante campagna di sensibilizzazione era stata fatta in passato da Greenpeace nel tour dell’acqua potabile i cui venivano diffusi i risultati delle analisi di 14 località alla ricerca dei trialometani, confluite  nel documento “Non datecela a bere” :  “I trialometani (THM), quella famiglia di composti che si formano quando l’acqua viene trattata con prodotti a base di cloro per la potabilizzazione. La clorazione è attualmente il trattamento più utilizzato in Italia per eliminare dall’acqua i batteri che potrebbero essere causa di problemi sanitari, ma che, tuttavia, non garantisce assenza di rischi. L’aggiunta di sostanze chimiche all’acqua (l’ipoclorito nello specifico) provoca la formazione di altri composti, molti dei quali tossici poiché possono provocare, tra l’altro, malattie croniche e tumori. Questi sottoprodotti vengono identificati come D-DBP (Disinfection-Disinfection By Products”. Dati importanti che molto spesso non vengono neppure effettuati nelle normali analisi di routine.

LA DELUSIONE DEI CITTADINI: “NON CI FIDIAMO. NON FATECI PAGARE LE BOLLETTE”

In seguito alla riunione  pubblica tenutasi il 13 febbraio i residenti si dichiarano insoddisfatti : “ Siamo molto amareggiati. E  come se fossimo rimasti senza risposte;  pensiamo che la situazione rimarrà in stallo per altri anni”. Alcuni si lamentano dell’impossibilità di usare l’acqua potabile non solo per l’uso alimentare ma anche per lavarsi: “ Quando fuoriesce sporca è inutilizzabile, anche per lavare i panni, perché macchia la biancheria, soprattutto quella bianca, che si riempie di chiazze scure”.  Chi ha delle allergie ha paura di usare l’acqua per il bagno, una signora non la usa neppure per lavarsi i denti, e preferisce tenere a fianco del lavandino una bottiglia di acqua minerale. E non ha torto se si pensa che alcuni dentisti sconsigliano di lavarsi i denti con l’acqua “gialla” contenente manganese perché potrebbe alterare il tessuto dentale. “Sono anni che si verifica questo problema, non è una cosa recente”,  affermano degli aviglianesi esasperati dalla cronicità del disservizio che a dire di alcuni va avanti da vent’anni, e che era già nota persino la presenza dell’arsenico. Qualcuno ribadisce la richiesta già fatta ai dirigenti Smat: “Devono venirci incontro e non farci pagare le bollette per un servizio che di fatto non utilizziamo. I dirigenti presenti lo hanno dichiarato all’incontro pubblico e adesso ci aspettiamo che mantengano la promessa”. Una signora afferma che addirittura l’acqua sia inservibile per cucinare in quanto durante la bollitura i sedimenti tendano a depositarsi sul fondo delle pentole lasciando delle incrostazioni. C’è chi è adirato con la Smat : “Sostengono che l’acqua sia potabile e che le analisi siano in regola, ma non ci fidiamo perché l’acqua continua ad uscire scura e nessuno di noi la beve!” Molto preoccupate anche le persone con figli piccoli. Infine dei residenti affermano di essere stati contattati da un’azienda  che suggerisce di investire installando dei filtri mediante  un metodo di depurazione domestica : “Probabilmente sono stati  attirati dalle lamentele e si pubblicizzano sui social network dei gruppi”.

 

L’OPPOSIZIONE: “POCHE RISPOSTE DAL SINDACO, CON QUELL’ACQUA NON SI LAVA NEANCHE IL PAVIMENTO”

Il consigliere di minoranza Toni Spanò precisa la sua posizione: “Ho seguito personalmente le lamentele dei cittadini, tuttavia il problema dell’acqua ad Avigliana è vecchio, non è una novità. Durante l’incontro c’erano delle persone molto preoccupate. Aldilà dei dati che verranno comunicati e che abbiamo espressamente richiesto, ci preme che vengano risolte le difficoltà dei cittadini  di cui è comprensibile l’ amarezza. Voglio ricordare che venti anni fa un sindaco è passato alla storia perché gli avevano portato l’acqua sporca in comune proveniente  proprio da una delle zone interessate oggi dalla problematica e lui l’aveva bevuta davanti a tutti. Visto che c’è una continuità con quell’amministrazione ho invitato il sindaco attuale a fare altrettanto. Se la bevesse tranquillizzerebbe tutti. Il portare l’attenzione su di un aneddoto avvenuto nella storia serve ad evidenziare che  problema non esiste soltanto da ieri ma persevera da tempo. Quindi significa che negli anni qualcuno ha fatto poco o è stato troppo tranquillo, perché non ricordiamo interventi che vanno avanti da vent’anni. Nella riunione lo stesso sindaco ha affermato che quell’acqua non è utilizzabile, ma alla domanda se fosse potabile o no, non ha saputo rispondere. Inoltre non c’erano analisi recenti, e non mi riferisco a quelle fatte alle prese, ma direttamente ai rubinetti delle persone che hanno segnalato la problematica. È un dato diverso, perché se c’è del manganese già  alle prese, figuriamoci dopo il passaggio nelle condotte. Visto che non ha bevuto l’acqua non era almeno il caso che lui si presentasse con delle analisi per tranquillizzare la popolazione? Io al suo posto l’avrei fatto! Spero inoltre che intervengano, come è stato chiesto, con l’interruzione delle bollette evitando che tutti gli utenti interessati dal disservizio  paghino per un’acqua che di fatto non utilizzano. Il sindaco avrebbe dovuto fare anche la richiesta delle cisterne, per garantire comunque l’acqua pulita ai cittadini, anche durante i lavori. Bisogna dare un atto di vicinanza concreto alle persone. Con quell’acqua non si lava neanche il pavimento!”.

LA REPLICA DEL COMUNE: “I PARAMETRI RIENTRANO NELLA NORMA

L’amministrazione comunale di Avigliana esprime alcune riflessioni sul tema dell’acqua sporca: “A fronte di un problema che va avanti da mesi, è da sottolineare l’impegno dell’amministrazione nel cercare di risolverlo, invitando i vertici dell’amministrazione della Smat, che si sono impegnati, come ha dichiarato lo stesso Paolo Romano, entro febbraio del 2019 a brindare con l’acqua pulita e già ad ottobre di quest’anno interverranno con la pulitura delle tubazioni attraverso il siluro di ghiaccio.  Un impegno che sarà portato avanti in tempi brevi, certo non risolvibile dall’oggi al domani, in quanto trattasi di un fenomeno legato ad accumuli di oltre sessant’anni sui tubi, di sostanze come il manganese, il ferro, ecc.”.

Ma per quanto concerne il dato sull’arsenico? “Si tratta di un parametro prelevato prima del depuratore, infatti quelli presi dopo la depurazione da Smat attestano l’abbattimento di quel valore”.

E sulla querelle dell’acqua bevibile oppure no? “Possiamo fare tutte le discussioni che vogliamo del tipo “lei la berrebbe oppure no?”, ma i parametri rientrano nella norma. È ovvio che c’è un disagio”.

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1 COMMENTO

  1. L’attuale giunta è chiaramente in continuità con gli ultimi 20-30 anni di amministrazione aviglianese (oltre che politicamente nei nominativi).
    Ha quindi in eredità le cose buone fatte e le pessime in continuità.

    Continuità di nomi, di linea politica e rivendicata in fase elettorale.

    Insomma successi ed insuccessi aviglianesi degli ultimi 30 anni sono loro.

    Fra gli insuccessi si citano:
    attribuzione a SMAT senza chiarezza sul piano investimenti o incapacità di controllo della gestione acque, assenza di una prospettiva urbanistica che desse ad Avigliana un centro, perdita di importanza della città rispetto alla media e alta valle e alla val Sangone, disastro dell’ostello di piazza conte rosso, morte commerciale del centro storico, uso di denaro per acquisire l’are della piscina zona laghi e piscina mai realizzata

    Fra i successi: acquisizione di area Riva, rifacimento marciapiedi, raccolta differenziata

    Credo che l’esperienza positiva si sia conclusa, dopo un ventennio, con la seconda giunta Mattioli (che credo rimanga il miglior sindaco del ciclo).
    Da Patrizio in poi un trascinarsi. Daltronde i cicli dopo i 20 anni iniziano a essere stantii.

    Buona bevuta d’acqua a tutti.

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