ALCOOL, MINORENNI E SBALLO IN VALSUSA: I RAGAZZI CI SPIEGANO L’ESCAMOTAGE DEL “TAVOLO E SECCHIELLI”

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di CHRISTIAN MASOTTI

Come passano il sabato sera molti ragazzi della Val Susa? ValsusaOggi vuole affrontare l’argomento senza ipocrisie e perbenismo. E lo fa dando voce ad alcuni ragazzi dei nostri paesi, che come tanti si divertono nei locali della Valle. “Il sabato sera dei giovani è spesso dirottato in bassa valle, tra Sant’Ambrogio ed Avigliana o anche locali di Torino – racconta Luca, 17 anni, di Avigliana – qui ci sono i locali più in voga per ragazzi e ragazze, andiamo tutti lá”.

Come funziona, come si svolge un tipico sabato sera di un giovane valsusino? Il pensiero corre all’ultimo episodio avvenuto alla discoteca Havana di Sant’Ambrogio: “Quella notte c’erano più di 4000 giovani, tantissimi minorenni. L’ importante è esserci, importante è la presenza – aggiunge Luca – andiamo dentro e ci facciamo i selfie da postare su Facebook e Twitter, in bagno o suo divanetti, oppure li facciamo prima di entrare nei locali…”. Ma perché? “Perché nel mondo dei social network e con gli smartphone il sabato sera è la passerella privilegiata e più importante” confessa il ragazzo “chi non posta foto di dove passa il sabato viene considerato uno sfigato, che non sa divertirsi”. Una passerella verso la celebrazione di sé, e di una “popolarità” fittizia che deriva da questo gioco.

E i fatti di cronaca? E i sette ragazzi finiti all’ospedale, di cui uno in coma etilico che ha rischiato la morte per aver esagerato? “Non so…aldilà di quanto accaduto sono sicuro che quella sia stata la più bella serata all’Havana a cui io sia mai stato! – confessa Francesco, un altro diciassettenne di Bruzolo. “Spesso nei locali della Valle e non solo, l’alcool viene distribuito indistintamente a maggiorenni e minorenni, in pochi ti chiedono la carta di identità prima di versarti un drink – aggiunge Jacopo, anche lui di Avigliana – ma i minori sfruttano soprattutto l’escamotage dei “tavoli e secchielli” per potere consumare quanto vogliono…basta che ci sia un maggiorenne ad ordinare, e il gioco è fatto. Nessuno ti controlla su quanto bevi, sono cavoli tuoi se poi stai male”.

Il “gioco” è semplice: i ragazzi entrano in compagnia degli amici, si avvicinano ad un tavolino e si accomodano sui divanetti. La serata può partire poi solo dopo aver, come si usa dire, “fatto colletta”, ovvero dopo avere fornito una somma di denaro prestabilita ad un amico incaricato di andare al bar ed acquistare per tutti i componenti della combriccola… così facendo si rende fruibile l’ingerimento dell’alcool anche ai minori di 18 anni, e senza spendere cifre esagerate.

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