CONDOVE E LE NUOVE FOGNATURE: UN REFERENDUM PER LA CHIUSURA DELLA STRADA

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di NORMA RAIMONDO

CONDOVE – Giovedì sera, in apertura dell’incontro svoltosi nella sala della biblioteca comunale con i residenti interessati dalla prossima realizzazione della fognatura del Ceretto, il sindaco Emanuela Sarti ha invitato la platea ad usare toni pacati. Una raccomandazione disattesa nel corso delle circa 4 ore di botta e risposta tra i residenti e l’amministrazione comunale, che hanno anche riservato alcune sorprese dell’ultimo minuto, sicuramente non utili a placare gli animi. La questione nasce dal fatto che, per consentire la realizzazione della nuova fogna, sarà necessario obbligare i residenti ad utilizzare un tracciato alternativo per raggiungere loro abitazioni, con chiusura della strada principale.

Il sindaco si è inizialmente scusato per aver valutato in maniera sbagliata la popolazione montana, confidando nella sua resilienza e propensione a collaborare in operazioni di migliorie, rese necessarie dai disagi che anche la presenza di topi ha reso evidenti. La parola è quindi passata all’ingegner Odetto, direttore dei lavori, che nel corso del suo intervento ha reso noto come l’appalto sia stato affidato un anno fa ed abbia visto una serie di incontri per valutarne la fattibilità.

“Una vera e propria tegola in testa – commentano i residenti – in quanto lunedì scorso l’assessore Giorgia Allais ci aveva venduto l’intervento come un lavoro di emergenza ed anche il sindaco stesso il giorno successivo aveva riferito che si trattasse di un intervento urgente e non programmato da tempo”.

Ulteriori perplessità sorgono anche sulla durata dei lavori: l’avviso pubblicato sulla home page del Comune parla di chiusura della strada dal 18 giugno presumibilmente al 31 luglio, ma alla richiesta sulla durata del cantiere l’ingegnere avrebbe risposto come il suo obiettivo sia quello di concludere l’intervento prima dell’avvio della scuola. “Una data che si sarebbe imposto lui – insorgono i residenti – in quanto da capitolato la durata consentita sarebbe di 150 giorni lavorativi, ovverosia 7 mesi! Abbiamo chiesto ai vigili di confermarci la sicurezza del percorso alternativo ed abbiamo ottenuto come risposta che non capiscono per quale motivo ci stiamo preoccupando. A noi invece viene chiesto di mettere per iscritto la nostra eventuale rinuncia alla realizzazione della fogna, assumendoci la responsabilità di un possibile controllo e sanzione”.

Ogni abitante della zona interessata ha le sue problematiche: dai commercianti che vedrebbero ridotti se non azzerati gli incassi dopo le fatiche per la riqualificazione della zona montana, ai proprietari di seconde case, fino ai residenti stessi, tutti hanno le loro preoccupazioni, evidenziate nell’incontro. Ma ad esacerbare ulteriormente gli animi sarebbe stata l’infelice frase pronunciata dall’ingegnere che, rivolgendosi ad uno dei portavoce, Matteo Bocco, lo avrebbe etichettato come “terrorista”, sottolineando, per dirla con toni più eleganti di quelli utilizzati, come gli appartenenti a questa categoria non rientrino tra le sue simpatie.

Aver inoltre appreso che l’allacciamento alla fognatura sarebbe a carico dei residenti a seconda della loro distanza dalla rete, con una spesa minima di 2.500 euro, ha ulteriormente infiammato gli animi.

“Nessuno ci ha coinvolti in questo ragionamento, dovremmo subire il disagio e poi pagare. Solo doveri e nessun confronto”. Nonostante l’importanza del tema, dato il protrarsi della discussione, nel frattempo qualcuno aveva già lasciato la stanza. Ma è stato quando l’ingegnere, forse esasperato, ha sottolineato come le persone per bene a quell’ora fossero già andate a casa, che gli uditori non ci hanno più visto, abbandonando in toto la sala. A tentare di metterci una pezza sopra è stato il sindaco, che oggi ha inviato ai portavoce dei residenti una comunicazione, invitando una rappresentanza ad un incontro che si svolgerà sabato mattina alle 10:30, per concordare le modalità del “referendum” che si è proposto di promuovere sulla chiusura strada, i canali e i modi di comunicazione, che diventino punto di riferimento finché la questione resterà aperta.

Anche se, al momento, oltre alla questione, pare resterà aperta anche la strada, in attesa di una soluzione concordata e non imposta

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