DOPO 11 ANNI È PRONTO IL NUOVO ACQUEDOTTO DELLA VALSUSA: 130 MILIONI DI EURO PER SERVIRE 27 COMUNI

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BARDONECCHIA – Il 29 giugno a Bardonecchia sarà inaugurato il grande Acquedotto di Valle: l’opera idrica che servirà 27 comuni della Valsusa, ideata per risolvere la storica carenza qualitativa e quantitativa delle acque in molti paesi del territorio. A 12 anni dall’accordo di programma tra Regione, Smat e Comuni della Valsusa, si arriva finalmente al taglio di nastro: a fine mese il nuovo acquedotto entrerà in funzione.

Come sarà strutturato l’Acquedotto di Valle?

1) Bardonecchia: l’acqua sarà presa dalla diga di Rochemolles. L’utilizzo di tale risorsa mediante l’acquedotto di valle garantirà una disponibilità idrica complessiva di 800 litri al secondo. L’impianto idrico sarà costituito da una presa principale a Bardonecchia e da un impianto per depurare l’acqua.
2) Oulx, Salbertrand, Sauze d’Oulx, ecc.: l’acqua raggiungerà i vari acquedotti comunali tramite la nuova rete di condotta. Stesso discorso per i
3) Chiomonte: sorgeranno due prese secondarie, con una vasca di carico a Ramats.
4) Val Clarea: l’acqua proveniente da Rochemolles sarà integrata da quella del bacino della Val Clarea, che sarà “ripulita” da un nuovo impianto di potabilizzazione.
5) Comuni della Bassa Valle: grazie alle future canalizzazioni riceveranno l’acqua dall’alta valle.
6) Caselette: sorgerà un serbatoio per trattenere l’acqua dal volume di 30.000 metri cubi

La diga Enel di Rochemolles, a Bardonecchia, fornirà l’acqua a 27 paesi della Valle di Susa, fino a Caselette. L’acquedotto consentirà di trattenere in valle l’acqua attualmente scaricata nella Dora Riparia, garantendo in tal modo una disponibilità idrica di elevata qualità ed una ridistribuzione di tale risorsa verso i comuni che in alcuni periodi dell’anno devono fare i conti con la carenza idrica, soprattutto in bassa valle.

Un’unica grande opera, che partirà dalla centrale di Rochemolles, a Bardonecchia, ed attraverserà tutta la valle, per raggiungere il bacino di Caselette. Tutti i Comuni sono stati messi in rete idrica tra loro, con la realizzazione di 72 km di condotte sotterranee. Inoltre, per garantire acqua pulita, lungo il percorso sono stati realizzati vari impianti di potabilizzazione.

Il nuovo acquedotto collegherà in un’unica maglia 27 Comuni dell’alta e bassa valle susa: il costo è stato di circa 130 milioni di euro. L’opera era già prevista nel 2002 dal piano dell’Autorità d’ambito torinese. Negli anni delle Olimpiadi 2006, l’allora Comunità Montana Bassa Valle Susa aveva chiesto e ottenuto dalla Regione, come unico grande finanziamento delle opere connesse alle Olimpiadi, proprio un contributo economico per realizzare l’acquedotto. Grazie a quest’opera i valsusini potranno così beneficiare di un’acqua di qualità.

 

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9 COMMENTI

  1. Bel comunicato con qualche imprecisione.
    Le più vistose:
    2/3 dei ventisette comuni citati sono autosufficienti e lo erano anche nel 2002.
    L’acqua del bacino della Clarea è prelevata in Dora a Pont Ventoux di Oulx, sarebbero utili chiarimenti sulla qualità.
    La miriade di potabilizzatori sul percorso lascia ulteriormente perplessi in quanto a qualità e pulizia.
    Essendo acqua di Dora tanto valeva che ogni Comune se la prelevasse per conto proprio senza tanti chilometri di tubi.
    Un acquedotto non “trattiene” acqua ma la convoglia “altrove”.
    L’acqua “scaricata” nel suo fiume torna al suo luogo naturale, non vi è nulla di negativo.
    Un fiume dal quale viene prelevata troppa acqua muore.
    130 milioni non sono propriamente una “grande opera” ma volendola considerare tale anche questa non è propriamente strepitosa.
    Una bella compensazione “connessa” alle olimpiadi che quanto prima, con l’aggiunta di qualche chilometro di tubo, disseterà Torino.
    E la Valle resta a guardare, come le stelle di Cronin.

    • Se non ricordo male (correggetemi se sbaglio) l’acqua è stata espropriata ai ns Comuni per darla alle partecipate del business, e i Comuni che volevano tenerserela sono stati minacciati di commissariamento.
      Così le partecipate fanno affari d’oro facendoci pagare 2 euro per infognaggio e depurazione per ogni euro di acqua erogata, anche quando è usata per bagnare i fiori o l’orto.
      Ma gira voce che le partecipate siano la cassa previdenziale dei poiltici (specie quelli trombati) e loro famigliari,
      quindi i tutto avrebbe una logica.
      Naturalmente però io non ci credo.

    • Mi sembrava strano che con tutti gli esperti di ferrovie, autostrade, tunnel e cavidotti che abbiamo in valle, ci mancasse anche l’esperto di acquedotti. È davvero incredibile quante lauree e titoli la gente sia in grado di conseguire tramite Google !

  2. Ancora una volta una presa per il culo ai valsusini. Concordo con quanto detto detto da Bruno.
    L’acqua che arriva da Rochemolles arriverà si è no per i prossimi 3/4 anni , se le condizioni climatiche restano come negli anni 2000/2010, se invece cambieranno come da tendenza degli ultimi anni la diga di Rochemolles sarà asciutta entro 3/4 anni. Ergo sono stati spesi inutilmente 130 milioni di euro che come al solito paghiamo noi, COMPENSAZIONI o no chiamatele come volete, sempre soldi nostri sono !! Il vero scopo era quello di portare l’acqua verso Torino e cintura , ma resteranno a bocca asciutta. Poi qualcuno mi spieghi perchè se manca l’acqua , l’acquedotto deve essere fatto con le compensazioni ??, Deve essere fatto da chi quell’acqua la gestisce e ci guadagna, non dimentichiamoci che è UN BENE PRIMARIO, avanti di questo passo non ci sarà più nessuna fontanella in nessun paese, ( fatevi un giro e poi vedrete che sono quasi tutte asciutte), se non avete soldi NON BEVETE!!
    ” andiamo bene , proprio bene ” come dice sora Lella in un film.

  3. Quasi nulla da aggiungere alle giuste critiche fin qui rivolte solo che, almeno in alta valle, si son volutamente abbandonati quasi tutti i fontanili che portavano acqua di alta qualità (non quella dell’acquedotto di valle, per favore non dite stupidaggini sono per giustificare di aver speso del denaro) a favore prima dei pozzi ed ora di questa “grande opera”. Siccome l’acqua prelevata raccoglie colibattieri delle vacche, e non solo, che pascolano attorno alla diga, mi piacerebbe che un esperto spiegasse come avviene la potabilizzazione e i suoi effetti sull’ambiente.

  4. 800 litri al secondo é la portata massima. Servirebbe un bacino da 25 milioni di m3, Rochemolles conta 4 milioni di m3. L’intera valle, comunque, necessita di non più di 350/400 l/s, oggi integralmente assicurato dalle sorgenti locali. Siccome i valsusini non sono stupidi, non era più giusto dire che Torino ha bisogno delle risorse idriche della valle di Susa e che in cambio offre l’interconnessione delle reti idriche, il che permettera di evitare le crisi idriche future?

  5. e propio così come dice la maggior parte della gente di valle ,che nè sa molto di più dei stessi tecnici dell’acquedotto di valle ,un pensiero chissa come mai a nessuno fregava quando nella costruzione della famosa a 32 perdevamo decinee decine di fontane spontanee di acqua di valore assai migliore di quelle del acquedotto di valle ,allora interessava il guadagno dellautostrada e delle olimpiadi ,e dell’acqua persa ai lor signori del bisnes non fregava un’emerita cippa ,ho sbaglio .

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