LA PROCURA INDAGA SU LAVORI FATTI IN ALTA VAL SUSA PER IL GEOPARCO ALPI COZIE COI SOLDI EUROPEI.  LE ACCUSE DI BOSCHIS: “UNO SPRECO DI SOLDI, PER REALIZZARE OPERE DEGRADATE E ALCUNE INCOMPLETE” 

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di FABIO TANZILLI

Scoppia un caso riguardo i lavori pubblici terminati lo scorso anno in alta Val Susa, nell’ambito del progetto “Geoparco Alpi Cozie”, finanziato dall’Unione Europea alla Comunità Montana dal 2007 al 2013 con 240mila euro.

A lanciare le accuse su alcune di queste opere, e su come sono state fatte, è il geologo e insegnante Gianni Boschis, che durante un convegno tenutosi ieri mattina alla Sacra di San Michele dedicato alla sentieristica in montagna, ha affrontato la questione.

Si tratta in particolare di alcuni progetti: il “potenziamento” del Giardino delle rocce di Cesana, a cui si aggiunge la fase II, che ha visto dei lavori all’ingresso alle Gorge di San Gervasio dalla statale 24 lungo la salita da Cesana a Claviere, e un Punto Informativo allestito nella sede del Gran Bosco di Salbertrand, dedicato all’esposizione dei minerali.

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Durante l’incontro è stato detto che di questo caso se ne sta occupando anche la magistratura, perchè ci sarebbero alcuni aspetti poco chiari.

“I lavori sono stati fatti solo parzialmente, e alcuni sono stati fatti male – ha spiegato Boschis – tutte le opere dell’alta Valle sono state affidate al Consorzio Forestale Alta Val Susa. Escursioni primaverili di insegnanti e geologi in quei posti, già a partire dall’aprile 2014 segnalavano l’incompiutezza di lavori, e il costante degrado di alcuni dei siti interessati dal progetto. A questo problema, si aggiungeva anche la questione fiscale e amministrativa, infatti la chiusura dei lavori era stata fissata per il 15 novembre 2013”.

Secondo Boschis, quegli interventi fatti suscitano forti perplessità, anche in proporzione ai soldi investiti: “Il Giardino delle Rocce di Cesana è in forte degrado, sono stati spesi 50mila euro per mettere 4 panchine, dare una riverniciata e mettere dei pannelli, neppure in lingua francese”.

Forti critiche anche per il percorso di accesso alle Gorge di San Gervasio dal lato di Cesana della statale 24. Anche in questo caso, sono stati spesi altri 50mila euro. “Qui erano previste – ha detto Boschis – una serie di opere scenografiche e didattiche, che in realtà non sono state fatte. Paletti mancanti di didascalie e bacheche sono rimaste vuote o prive di alcuna spiegazione”. Lo stato di abbandono lo si può verificare anche oggi: i quattro pali hanno le bandiere strappate (quella italiana non c’è neanche più). Così come la casetta in legno ad ingresso del percorso non viene mai aperta e utilizzata.

“Le scenografie rimaste vuote del Giardino roccioso – ha detto Boschis – costituiscono una evidente prova degli sprechi di risorse pubbliche, impedendo di fatto la fruizione didattica dei siti”.

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Infine, il caso della preziosa collezione di minerali che lo stesso Boschis aveva portato a Cesana nell’ambito del progetto “I monti nati dal mare” del 2004: iniziativa di ricerca geologica completamente scomparsa anche dai siti internet istituzionali, ed abbandonata da parte delle istituzioni locali.

“I minerali che erano a Cesana sono finiti nella sede del parco Gran Bosco a Salbertrand – ha detto Boschis – in una stanzetta chiusa a chiave e senza alcuna indicazione. In questo caso, i lavori sono costati 28mila euro, serviti anche per comprare un armadio con scaffali per allestire la stanza e 11 microscopi. La collezione è stata spostata a Salbertrand, in un luogo senza nessuna attinenza con la geologia del luogo, né di quella prevista, che doveva essere rappresentativa del geoparco nel suo complesso e priva di alcuna segnalazione turistica”.

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