INCENDI IN VALSUSA, LA REGIONE FARÀ UN PIANO STRAORDINARIO PER LA RICOSTITUZIONE DEI BOSCHI

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L’incendio di Bussoleno (foto di John Pinca)

DALL’UNIONE MONTANA VALLE SUSA

BUSSOLENO – Interessante e proficuo incontro giovedì 16 in Unione Montana Valle Susa coi vari soggetti territoriali sul post incendi delle settimane scorse in bassa valle, voluto dall’amministrazione e dall’ufficio forestale associato. C’era necessità di chiarire ruoli e competenze di ognuno e di condividere le iniziative in corso.

I sindaci di Bussoleno, Caprie, Chianocco, Mompantero e Venaus hanno illustrato il quadro dei danni e più in generale dei problemi aperti; comune è la preoccupazione per le ripercussioni degli incendi sul dissesto idrogeologico.

Marco Corgnati della Regione Piemonte, Settore Foreste, ha dato notizia della costituzione di un gruppo regionale di coordinamento finalizzato alla ricostituzione post incendio con l’obiettivo di:
1.individuare gli interventi di maggiore urgenza
2.predisporre e far approvare dalla Giunta regionale un Piano Straordinario di ricostituzione dei boschi.

Servono precise linee guida per affrontare tecnicamente al meglio gli interventi nelle varie zone a seconda del tipo di bosco interessato. La legislazione nazionale proibisce l’utilizzo di fondi pubblici nelle aree percorse da incendio.

Massimo Vettoretti della Città Metropolitana ha messo a disposizione degli enti locali il personale tecnico con competenze ingegneristiche, geologiche ed anche forestali nell’ambito del Servizio di Assistenza tecnica ai Comuni.

Arpa, Ipla e Carabinieri Forestali stanno lavorando ciascuno per le proprie competenze sul tema incendi; in particolare questi ultimi stanno perimetrando le aree percorse per poi trasmetterle ai Comuni. Sono già attivi nelle aree incendiate i divieti di caccia e di pascolo.

Roberta Berretti dell’Università di Torino ha illustrato le principali attività in corso, in particolare la collaborazione con il Consorzio Forestale Alta Valle Susa per l’analisi territoriale dell’incendio di Mompantero, sovrapponendo cartografie delle aree incendiate con quelle della viabilità ed infrastrutture, ad esempio idriche, per meglio indirizzare le attività di messa in sicurezza. Il direttore del Consorzio Forestale Alta Valle Susa Alberto Dotta ha mostrato ai presenti i primi rilievi di cui sopra fatti sul territorio ed ha illustrato la metodologia.

Gli uffici dell’Unione Montana Valle Susa, che stanno lavorando sulla pianificazione forestale delle proprietà comunali dei vari Comuni, accompagneranno questi ultimi nei primi interventi operativi di messa in sicurezza delle infrastrutture, ad esempio con i fondi ATO.

Le prime indicazioni operative sono: monitorare attentamente l’evolversi dei singoli boschi, che a seconda della loro natura e composizione potranno avere un diverso comportamento da questa primavera; utilizzare parte del legname bruciato per contrastare l’erosione superficiale; mettere in sicurezza strade ed infrastrutture danneggiate; programmare dei cantieri forestali pilota e verificare puntualmente come i lavori verranno eseguiti per non danneggiare ulteriormente il sistema; acquisire le migliori esperienze attuali di gestione del post incendio a livello europeo.

L’incontro si è concluso con un messaggio positivo: le risorse degli enti vanno per ora concentrati sulla messa in sicurezza di viabilità e infrastrutture; il bosco ha ampie possibilità di ricostituzione e più in generale dopo un incendio si assiste spesso ad una vera e propria esplosione di biodiversità; sta all’uomo intervenire oculatamente, non contrastando i percorsi evolutivi naturali ma agevolandoli con interventi mirati là dove e quando serve.

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6 COMMENTI

  1. Sarebbe opportuno verificare le condizioni di percorribilità dei sentieri e dei percorsi escursionistici . Valutando opere di taglio e rimozione delle eventuali piante che a seguito degli incendi sono cadute sui tracciati o che , indebolite, rischiano di cadere travolgendo chi percorre tali tracciati. I sentieri e le mulattiere sono un patrimonio storico di tutti.

  2. E aggiungo che non è il caso di percorrere i sentieri che fino a due settimane fa bruciavano non ci vuole un genio per capire che attualmente è molto pericoloso

    • I comuni dovrebbero ordinare ai proprietari di ripulire da piante cadute o pericolanti o farlo per poi farsi pagare….impariamo da regioni che hanno una cultura forestale storica…se hai terreni li devi mantenere….

      • Lei deve essere uno di quelli che non ha i terreni! A volte ci si scopre proprietari di boschi in alta montagna, che una volta si raggiungevano con il somaro, ma oggi i discendenti dei proprietari, magari anche anziani, non sanno manco esattamente dove si trovano questi boschi e non hanno i mezzi per raggiungerli, mentre i carabinieri forestali e chi per essi, i mezzi ce li hanno, pagati con le nostre tasse, perciò mi sembra giusto che dopo la terribile emergenza incendi, siano loro ad andare a ripulire i sentieri, e a ripiantare le foreste perse che alla fin fine sono un patrimonio per tutti, perchè l’ossigeno prodotto lo respiriamo tutti

  3. Leggendo questo articolo viene quasi da commuoversi al pensiero di rivedere i boschi.
    Però secondo me finirà così:
    La Regione indirà convegni, incontri, simposi, invitando tutti i soloni che incontra, ovviamente dietro lauto compenso.
    Assumerà personale qualificato o affiderà incarichi a grandi luminari per predisporre studi preliminari, studi di fattibilità, progetti di massima, concorsi di idee.
    Che saranno presentati agli enti locali, che proporranno modifiche, che necessiteranno di altri progetti ecc.
    Passeranno anni perché ci si metta d’accordo.
    Poi ci sarà la valutazione di impatto ambientale che dirà che così non va bene ed è tutto da rifare.
    Mi sa che se aspettiamo loro, noi non rivedremo nemmeno un alberello ma comunque loro troveranno il modo di spendere un sacco di soldi (nostri) in chiacchiere.

    Bah. Io sto pensando di usare il mio tempo libero per piantare piantini di pino silvestre sul Pampalù, ovvero dov’erano già prima (un forestale dice che era la pineta più vecchia d’Europa), bypassando tutte le questioni sulle specie alloctone, le foreste d’invasione ecc ecc.
    Se qualcuno vuole partecipare, più siamo meglio è.
    E magari facciamo risparmiare soldi per comprare un canadair. Per la Valle di Susa & Cenischia.

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