LICENZIAMENTI IN VALSUSA, A CONDOVE L’ASSEMBLEA DEI LAVORATORI CON LA CGIL

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riceviamo dalla FIOM-CGIL

CONDOVE – Abbiamo deciso di organizzare questa iniziativa, con la partecipazione dei rappresentanti sindacali del territorio ed estendendo l’invito alla cittadinanza, alle istituzioni e alle forze politiche per fare il punto della situazione sulla crisi industriale della Val di Susa e sulle prospettive future.

Innanzi tutto è doveroso fornire l’aggiornamento dei dati occupazionali delle aziende metalmeccaniche monitorate in questi anni sul territorio.
Gli addetti nel 2008 erano 5.343, passati a 4.126 del 2013 fino ad arrivare a 3.549 odierni. Si sono persi 1.794 posti di lavoro che in termini percentuali rappresentano il 33,5 % in meno rispetto al 2008.

Giusto per ricordare tra le aziende più significative che hanno chiuso ci sono la Saturno, la Roatta, la Dormer, la Cabind, lo Stile Bertone, la Bertone ricerca e sviluppo e tra quelle che hanno fortemente ridimensionato la forza lavoro riducendola di oltre un terzo ricordiamo la Beltrame.

Purtroppo la scia non si è ancora fermata. Di questi giorni è la dichiarazione di 82 esuberi su 299 addetti alla Savio di Chiusa di San Michele, i problemi legati alla Alcar che è in concordato preventivo, con i lavoratori che stanno facendo enormi sacrifici in termini salariali e che comunque non è fuori dalla crisi e i rischi di
licenziamenti collettivi sono sempre, purtroppo una probabilità.

Questa è la situazione in cui versa la Val di Susa, dove si accendono i riflettori sulle vicende del TAV, ma mai sulla crisi industriale e la ricerca di soluzioni. La domanda che ci siamo posti è se è possibile individuare una via di uscita, oppure non c’è niente da fare di fronte al declino. Noi pensiamo che le soluzioni ci possano essere, ma bisogna che tutti gli “attori in scena” facciano la loro parte creando sistema nel territorio dando ognuno il proprio contributo.

Non mancano gli esempi positivi su come affrontare la crisi senza far pagare necessariamente le conseguenze ai lavoratori. L’ultimo in ordine cronologico è quello della Lucchini (ex-Vertek) di Condove, storica azienda del territorio che è arrivata ad un passo dal licenziare tutti i 98 addetti. Ciò non si è verificato perché un gruppo importante, la CLN Arcelor Mittal, tramite una sua controllata Magnetto Wells, ha deciso di rischiare e di investire sulla professionalità dei lavoratori acquisendo il sito conservando tutti i posti di lavoro, anche quando avrebbe potuto optare nel tenerne solo una minima parte facendo licenziare tutti gli altri.

Ciò è stato possibile perché si è creato sistema: l’azienda ha deciso di rischiare e di assumersi appunto il rischio di impresa (che paradossalmente, ormai poche aziende vogliono fare), il sindacato si è fatto artefice di mediare e di gestire le varie fasi per portare a buon fine l’operazione, le istituzioni si sono mosse per facilitare i contatti con i ministeri del lavoro e dello sviluppo economico. Alla fine i posti di lavoro sono stati salvati e se tutto andrà per il verso giusto nel sito di Condove, oltre a tornare al lavoro gli addetti precedenti ci potrebbe essere addirittura un aumento dell’occupazione andando per la prima volta dopo molti anni in controtendenza rispetto al depauperamento del territorio.

Caso simile è quello del gruppo Tiberina che in provincia di Torino sta investendo sempre di più e sta consolidando la sua posizione nel settore automotive. Anche in questo caso la Tiberina ha creduto nell’occupazione e nella professionalità dei lavoratori, decidendo di prelevare stabilimenti del nostro territorio e tramite la gestione con il sindacato, trovare soluzioni in grado di rispondere alle esigenze dei lavoratori preservando l’occupazione.

Abbiamo citato questi esempi positivi perché vogliamo dimostrare che non è vero che l’unica via sia quella di licenziare, chiudere stabilimenti, diminuire l’occupazione. Bisogna iniziare nuovamente a credere che i territori, le persone, il saper fare, sono una risorsa inestimabile. Che le difficoltà si possono affrontare tenendo in considerazione l’esigenze di tutti e chiedendo a tutti di dare il proprio contributo. E’ il fare sistema la via vincente, sono gli investimenti, la fiducia, la lungimiranza i requisiti da rimettere in campo, dove le parti sociali e le amministrazioni locali possono e devono giocare un ruolo positivo.

Le vicende della Savio e della Alcar, dovranno trovare delle risposte in grado di non generare un’ulteriore perdita occupazionale. Gli esempi positivi non mancano. Bisogna provare a seguirli. Ne parleremo con i lavoratori metalmeccanici della Valsusa, a Condove nella biblioteca comunale, in via Roma 1, mercoledì 12 aprile dalle 10 alle 13.

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