NUOVO AUTOPORTO DI SAN DIDERO: TRA INQUINAMENTO E DIOSSINA, IL COMUNE LANCIA L’ALLARME

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di FABIO TANZILLI

Contro il nuovo autoporto di San Didero, senza se e senza ma. E’ questa la linea espressa dal Comune guidato dal sindaco Loredana Bellone, e dalla Comunità Montana di Sandro Plano. Le osservazioni contro la nuova opera che costerà circa 90 milioni di euro, sono state trasmesse dal Comune di San Didero alla Regione Piemonte, in vista dell’approvazione della valutazione ambientale del progetto.

Le amministrazioni comunali di Avigliana, San Didero, Bruzolo e Caprie lamentano il fatto che nella Conferenza di Servizi del progetto definitivo della Tav, nel tratto S. Jean de la Maurienne – Bussoleno Susa, non sono stati convocati e non hanno potuto esprimere alcun giudizio di merito alle opere “accessorie” dell’autoporto e della pista di guida sicura, in quanto “non direttamente interessati dall’opera”.

Secondo i Comuni, la procedura per approvare la costruzione delle due nuove opere a San Didero ed Avigliana sarebbe troppo frettolosa. La Sitaf secondo i sindaci, “presenta alle amministrazioni comunali progetti di forte impatto territoriale, con occupazione di migliaia di metri quadrati di terreno, per un importo di vari milioni di euro, lasciando per l’esame del progetto e la redazione delle osservazioni un periodo di tempo inferiore a quello richiesto dalle procedure per la realizzazione di opere pubbliche e private di dimensioni e costo incomparabilmente minore” (in tutto 30 giorni).

Per opere più piccole e meno costose, invece, i tempi si allungano. L’esempio concreto è lampante: “Per fare una piccola scuola i Comuni impiegano mesi, se non anni di procedure e valutazioni ambientali, mentre in questo caso – per costruire un intero autoporto e una pista di guida sicura – il tutto si risolve conclude in due mesi”.

Ma l’opposizione di fondo contro il nuovo autoporto, ovviamente, è conseguente alla lotta contro la Tav e alla stazione internazionale di Susa:”La scelta di realizzare una stazione internazionale a Susa – secondo i sindaci – è un passaggio che invece di minimizzare l’impatto originario si sta rivelando controproducente e peggiorativo per la Valle”. Per questo nel documento delle osservazioni, parecchie pagine sono dedicate nuovamente a criticare il progetto della Tav nel complessivo.

“L’autoporto interferirà pesantemente con il fiume Dora”

Andando invece nello specifico, il Comune di San Didero e la Comunità Montana rivelano alcune criticità del progetto autoporto: “L’opera interferirebbe pesantemente con l’idraulica del fiume Dora in eventuale espansione o allagamento. L’area di San Didero dove si vuole costruire l’autoporto è degradata e ospita manufatti deperienti, ma proprio queste caratteristiche dovrebbero portare ad una sua riqualificazione e non ad un suo peggioramento. L’opera appare, quindi, in contrasto con le indicazione contenute negli strumenti di pianificazione sovra comunale quali ad esempio il Piano Territoriale Regionale ed il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino, in particolare rispetto all’uso/consumo di suolo”. Ci sono divergenze anche sulla reale quantità di terreni interessati: “L’area individuata si sviluppa per una superficie complessiva di 68.000 mq – affermano dal Comune – mentre visionando gli elaborati progettuali e le superfici catastali, l’area complessiva risulta di circa 100.000 mq. Tale discordanza di superficie (+ 50%) appare significativa ed incide significativamente nella definizione della spesa prevista per la realizzazione dell’intervento”.

La criticità suL “gioco degli espropri” tra Ltf, Sitaf e Consepi

Altra osservazione degli enti locali valsusini è contro la procedura di esproprio dei terreni di Sitaf e Consepi, dove sarà costruita la stazione internazionale di Susa. “Siamo nella più completa anarchia – accusano Comune e Comunità Montana – Ltf decide chi e come beneficiare di un nuovo impianto e ne determina i costi! Con il possibile sospetto che i costi e la dimensione globale della nuova opera che viene regalata possano comprendere compensi occulti per altri favori, non compresi nelle leggi vigenti, e quindi illegittimi”. Secondo loro “C’è l’illegittima disparità di trattamento tra SITAF e CONSEPI e tutte le altre persone fisiche e giuridiche che saranno espropriate per la Torino Lione ad avere lo stesso trattamento. Ma il fatto più importante è che nessuno ha diritto ad avere questo trattamento e che le promesse fatte in questo come in altri casi, come, per esempio, per il Comune di Susa per la ricollocazione della Casa di Riposo, potrebbero rivelarsi delle pure illusioni alla luce di una verifica della Magistratura Contabile”.

“I terreni di scavo sono inquinati da Pcb e diossina”

Dubbi vengono posti anche sul piano di utilizzo delle terre e rocce di scavo. Secondo il Comune di San Didero e la Comunità Montana “Le analisi compiute su commissione della Sitaf non prendono in considerazione il fatto che tutti i terreni della media valle sono stati inquinati da emissioni di Pcb e diossina, e che le analisi fatte dall’ARPA nel 2004, a seguito di una grande e preoccupante mobilitazione dell’ opinione pubblica, avevano denunciato livelli di questi inquinanti di alcune volte superiori al limite consentito dalla legge”. Pertanto, secondo gli enti locali valsuini, “le analisi vanno integrate con la ricerca di questi inquinanti e la classificazione delle terre e rocce di scavo va rivista, così come il loro progetto di trattamento”. C’è il rischio, durante gli scavi, “di veicolare polvere contenente microinquinanti, in particolare Pcb”.

Le ricadute di inquinamento atmosferico: “Qui ci sono già le acciaierie Beltrame”

Il nuovo progetto, che prevede  300 parcheggi per i tir, sembrano presupporre un aumento delle funzioni attuali dell’autoporto.”Questo non è accettabile – dicono dal Comune – i traffici merci che interessano il tunnel autostradale del Frejus hanno perso il 33 % in dieci anni, e vi è il preciso impegno della Regione Piemonte, a fronte di una possibile apertura al traffico della canna di sicurezza del Frejus, a contingentare il traffico”. Altro aspetto più concreto riguarda l’arrivo e la ripartenza di tir a San Didero: “La decelerazione e la accelerazione dei TIR in arrivo od in partenza causa delle emissioni alcune volte maggiori dell’ordinario funzionamento in transito sull’autostrada – scrivono dal Comune – il numero di queste soste è elevato. Si viene quindi a creare localmente un punto di alta emissione di inquinanti ( PM10 ecc..), proprio in adiacenza ad uno dei punti più critici della Provincia di Torino, cioè le acciaierie di S. Didero. E’ noto che la morfologia e le condizioni microclimatiche di un fondovalle trattengono i gas al suolo molto più che nelle condizioni di pianura, specialmente d’inverno. La stessa collocazione della acciaieria è un errore storico che oggi non sarebbe permessa in nessun stato europeo. Aggiungervi una nuova importante fonte di inquinanti significa esporre queste aree e specialmente la parte a valle di queste emissioni, nella cui direzione il trascinamento degli inquinanti d’inverno è molto più compatto, a situazioni ambientali che superano strutturalmente i limiti di accettabilità di legge”.

“I piloni alti 30 metri penalizzano il paesaggio”

Infine, l’ultima osservazione riguarda la realizzazione dei piloni di 30 metri di altezza che sosterranno il ponte strallo: “Si prevede così di realizzare l’attraversamento in sospeso della autostrada – dicono dal Comune – ma si pone come una nuova pesante intrusione visiva inserita nel paesaggio. In questo caso con una opera con caratteristiche diverse da tutte le altre e quindi fortemente visibile in un contesto ambientale pianeggiante ed ad alta valenza paesaggistica come è lo straordinario fondovalle della val di Susa. Lo studio d’impatto ambientale della Sitaf non esamina la visibilità di quest’opera dal punto di vista del transito turistico, né dalla visibilità dalla Sacra di S. Michele, monumento simbolo del Piemonte”.

Appello: “Riaprite la conferenza dei servizi”

A conclusione del lungo dossier contro l’autoporto, il Comune e la Comunità Montana fanno un appello alla Regione e alla Sitaf: “Si pone la necessità di indire una nuova seduta della Conferenza dei servizi – dicono le amministrazioni di Avigliana, San Didero e Bruzolo – e relativamente a tutte le osservazioni puntuali richiamate, si richiede la sospensione dell’attuale procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, e l’avvio di una procedura comprendente l’opera nella sua globalità (comprendendo quindi il progetto intero della Torino-Lione)”.

 

 

 

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