NUOVO AUTOPORTO, I DUBBI DELLA SITAF: “SE IL COMUNE É CONTRARIO, NON SI PUÒ FARE A SAN DIDERO”

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di FABIO TANZILLI

Nuovo autoporto a San Didero? No, se il Comune é contrario. A dirlo non é un No Tav o un amministratore valsusino contro la Torino-Lione. Ma la prima carica della Sitaf, il presidente Giuseppe Cerutti. Che, probabilmente con saggezza e mettendo a frutto la sua lunga esperienza nel campo della politica, si é reso conto di un pericolo: smantellando l’autoporto da Susa e optando di spostare tutto a San Didero per fare spazio alla stazione internazionale di Susa, la Sitaf rischia di infilarsi in un “cul de sac”. Cerutti lo spiega a ValsusaOggi: “Non é ancora sicuro che sposteremo l’autoporto da Susa a San Didero – spiega – come si fa a realizzare un’opera simile, se il sindaco e il Comune sono contrari? Si innescherebbero troppe difficoltà, con bastoni tra le ruote, allungando i tempi dello spostamento e di realizzazione…le opere importanti vanno realizzate con il consenso del territorio, altrimenti costruirle diventa molto difficile”. Il tutto creerebbe danni soprattutto alla stessa Sitaf: “Per noi avere l’autoporto attivo é vitale – aggiunge Cerutti – non possiamo rimanere senza tale servizio sull’A32, o in sospeso per anni per problemi di realizzazione in un’altra località. Per la Sitaf significherebbe subire un danno economico ingente, e di questo Ltf ne deve essere consapevole”.

Di seguto, alcune informazioni sul progetto dell’Autoporto tratte dal quotidiano “La Repubblica”.

L’opera costa 86milioni di euro (di cui 63 milioni sono stati già accantonati da Ltf nell’ambito del progetto Tav), e dovrebbe essere collocato in un imbuto di 68mila metri quadri di terreni, racchiusi dall’autostrada Torino-Bardonecchia e la statale 25 del Moncenisio.

Il sindaco Loredana Bellone, lo aveva annunciato: “Sarà una cattedrale nel deserto. Contro l’autoporto faremo prima le barricate di carta, presentando osservazioni tecniche ed eventualmente un ricorso al Ministero e al Tar. Ma anche altri tipi di barricate, come già avvenuto in varie occasioni con il movimento contro la Torino-Lione, visto che non ci hanno coinvolto, e questo progetto è legato alla Tav”.

Nel nuovo autoporto il flusso massimo di tir nell’ora di punta (dalle 7.30 alle 8.30) sarà pari a 135 veicoli totali. Nel giorno di maggior afflusso infrasettimanale sull’A32, il traffico attratto dal nuovo autoporto sarà pari a 1720 veicoli, di cui 770 pesanti.

Il progetto prevede la realizzazione di un’area destinata ai Truck Station con un maxi parcheggio per i mezzi pesanti (circa 300 posti), un’area di servizio/ristorante ed un nuova centrale di controllo del tunnel stradale del Frejus. Ma non solo: per accedere all’autoporto si dovranno costruire degli appositi svincoli autostradali con rotatoria, sia in direzione Torino che Bardonecchia. E uno dei nodi del progetto, che farà più discutere per l’impatto visivo, consisterà proprio nella realizzazione delle rampe di ingresso ed uscita dalla A32: la Sitaf ha proposto di costruire un nuovo viadotto, al fine ridurre al minimo l’interferenza con il fiume, con un ponte costituito da due campate alte quasi 50 metri.

Secondo il progetto, i lavori dovrebbero durare solo un anno: i cantieri saranno alimentati direttamente dall’acquedotto comunale, ma se ci saranno problemi, la Sitaf ricorrerà a fonti alternative. Lo stesso discorso vale per la rete fognaria: i cantieri saranno dotati di un proprio impianto per il trattamento delle acque nere. I materiali in esubero (circa 60mila metri cubi di terreno) finiranno nelle vicine cave di Bruzolo e Caprie. Sui possibili problemi di carattere ambientale, il nuovo cantiere porterà il sollevamento delle polveri nelle operazioni di scavo, ed il transito di camion e mezzi da lavoro, con la conseguente emissione di inquinanti atmosferici nell’aria. Già nel progetto la Sitaf prevede “un incremento della concentrazione nell’aria di PM10 e PM2,5”, e per questo è stato previsto un piano di monitoraggio ambientale.

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