RICORDI DI VAL SUSA: QUEL MAGNIFICO 1977, QUANDO GLI OPERAI SOGNAVANO DI ESSERE TONY MANERO…

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di MARIO RAIMONDO

Se davvero vi fu un “anno nuovo” nello scorso secolo, questo fu il 1977…Non solo perché con il 1 gennaio si chiuse per sempre, in casa Rai, l’epoca di Carosello che aveva accompagnato per  un ventennio l’epoca dell’ottimismo, del miracolo italiano…

Non solo perché il 20 gennaio di quell’anno si insediò alla Casa Bianca quel Jimmy Carter, 39°Presidente degli Stati Uniti d’America che avrebbe subito le umiliazioni della cosiddetta rivoluzione iraniana – autentico ritorno al Medioevo sotto il tallone di una teocrazia oscurantista  –  con la presa, nel 1979, degli ostaggi all’Ambasciata di Teheran…

Non solo perché il 1 febbraio, con una quindicina d’anni di ritardo rispetto al resto dell’Europa – e una quindicina d’anni di querelle sul sistema di trasmissione da utilizzare (Pal o Secam, senza per altro dimenticare l’Isa dell’italianissima Indesit) la televisione a colori approdava definitivamente con il sistema Pal nel Bel Paese…

Fu il cinema a dare il “la” al 1977… E non fu il terrore di ‘ Suspiria’ di Dario Argento che inchiodava gli spettatori alla poltrona, ne le avventure dello Jedi, che trascinavano lo spettatore attraverso l’impero galattico delle ‘Guerre Stellari’ di George Lucas, a segnare quell’epoca… Chi segnò davvero quell’epoca era un ragazzo di origine italiane che nel mondo di celluloide viveva a Brooklyn, New York City: si chiamava Tony Manero.

Segno distintivo: ballava come un divo la musica disco al 2001 Odessy ed aveva, era, la febbre del sabato sera. “La febbre del sabato sera” del regista Jhon Badham fu il film di quell’anno,il film che più d’ogni altro riuscì a fotografare un’epoca, rendendo con contorni nitidi i chiaroscuri di quei tempi,anche a livello sociale con tematiche che sono di attualità ed attendono soluzione tutt’oggi. Il film lanciò un’epoca : e non solo nella grande città ,ma anche qui da noi in valle.

Fu un successo clamoroso ai botteghini tant’è che arrivò in tutti i cinema della valle: dal Corso di Avigliana, all’Ambrosiano di S.Ambrogio, dal Gloria di Chiusa San Michele al Cenisio di Susa, continuando in tutti gli altri. Lanciò un’epoca, sdoganò la disco music a rito e fenomeno di massa, complice anche il proliferare delle prime radio libere, da Radio Valsusa, a Radio Provincia Torino, da Onda Libera Rubianese a Radio Cosmo, che irraggiavano nell’etere all’infinito quello Stayin’Alive dei Bee Gees.

“La febbre del sabato sera” regalava a tutti la possibilità di un sogno, di essere un signor nessuno come Tony Manero che in un dato momento, anche se per un tempo effimero, riusciva diventare qualcuno…Potevi per tutta la settimana essere un signor nessuno alla Magnadyne di Sant’Antonino od alle Ferriere di Buttigliera Alta, potevi essere un signor nessuno alla Permafuse di Bruzolo od alla Moncenisio di Condove, od in una delle tante operose boite del territorio, ma  poi il sabato sera c’era la pista da ballo, la ‘febbre’ con tutti i suoi riti…

Erano le discoteche ai laghi di Avigliana, il Charlie a Sant’Ambrogio, l’Araldo a Susa…Erano i garage delle festicciole private allestiti con lo ‘stereo’ e gli LP in vinile che frusciavano quando la puntina piezoelettrica sfiorava il solco…Sembra ancora di sentire l’eco di quei suoni nell’etere della valle…

Ricordate com’era la Valle di Susa nel 1977? Molto verde, ridente, con quella sua agricoltura ancora vitale e ben organizzata, con le sue industrie in gran parte ancora operose che non avevano nel vocabolario la parola delocalizzazione…Una valle non spaccata dalle questioni  dei nostri giorni e che coinvolgono questo territorio. Una valle da vivere per tutti. Era la valle dell’Eden? Certamente no, perchè soltanto Utopia può immaginare tal luogo. Però…a pensarci bene…

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1 COMMENTO

  1. E già ! . Era da poco cominciata la Storia di San Sicario con le sue piste meravigliosamente tracciate per ogni esigenza sciatoria . Però quante ore di coda su quegli impianti non proprio all’altezza dell’afflusso . Erano già allora come adesso le più belle piste della Val di Susa . Sempre al sole e quelle gobbe che con gli sci 2.05 mettevano in evidenza lo sciatore provetto dai ” kaimani ” . E ,alla sera, l’ultima discesa dalla cima del Fraiteve , aspettando che l’ultimo ” kaimano ” fosse arrivato in fondo , sempre sollecitati dai chiudi pista : ” forsa fiui che nuji luma da andè a ca ” !! E poi facendo il giro più lungo dal Pariol senza il pur che minimo rallentamento si cronometrava il tempo , ogni volta un po’ più rapido . All’arrivo i muscoli delle gambe bruciavano , ma si era soddisfatti perché era proprio l’ultima discesa della giornata. –Chissà se ci sono altri che ricordano quei tempi . Io ,dopo 64 anni di onorato sci , ho smesso , rimpiango , ma sono felice di aver vissuto quei tempi .

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