VALSUSA, ADDIO OLIMPIADI / L’EX SINDACO: “UNA SCENEGGIATA ALL’ITALIANA”

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di ROBERTO SERRA (Ex sindaco di Cesana Torinese)

CESANA TORINESE – Gli ingredienti della classica sceneggiata all’italiana ci sono tutti. Torino la classica “madamin” un po’ rassegnata e triste che passa il tempo a rimpiangere il tempo che fu, Milano nel ruolo di marito piacioso, intraprendente si muove con disinvoltura.

Cortina bella donzella giovane, brillante e soprattutto disponibile è alla finestra. Il tutto viene condito dai classici figuranti (sindaci rampanti, politici tuttologi, consulenti improvvisati e esperti “de che..boh“), completano il cast dando contenuti e patos ad una bella storia d’amore e di tradimenti. Il tocco di classe si conclude affidando al Coni la regia di questo feuilleton. Et voilà les jeux sont faits!! Il successo è garantito, forse per la “madamin” di Torino le sarà più difficile sorridere ma pazienza.

Titolo della Telenovela: Olimpiadi invernali, il governo: “La proposta a tre è morta qui“. Ma c’è un piano a due: Torino è fuori. Di Maio: “Colpa del Coni” (Da La Repubblica del 18 luglio).

Ritornando seri in queste situazioni la cosa più importante è riflettere e comprendere il perché è successo e dove si è sbagliato, senza accampare vittimistici complotti o ipocrite scuse. Si volti pagina e ci si “gratti la pera” nella speranza di portare se si riesce a casa qualcosa. Senza avventurarsi nei soliti “l’avevo detto” è  opportuno prima inquadrare la situazione.

In tempi non sospetti titolai un mio intervento “una minestra riscaldata“. Qualcuno potrebbe obiettare che criticare è sempre facile Certamente, ma nemmeno essere così poco intelligenti immaginare che una ricandidatura olimpica, oltretutto molto ravvicinata alla precedente fosse sostenibile solo per il fatto che costasse poco (tutto da vedersi), noi siamo stati bravi (forse, qualche dubbio sorge), il post olimpico è  stato un successo (fake galattica), Torino e le Valli Olimpiche hanno veramente lo spirito olimpico (forse qualche sindaco con mire politiche oppure ambizioni di poltrone), cosa é rimasto dello spirito olimpico (nulla o molto poco ecc.. forse sbaglio!!), Non voglio essere negativo ma qualcosa di bello è rimasto.

Non dimenticherò mai una volontaria che trascorse i quindici giorni delle Olimpiadi Invernali sui parcheggi di Sansicario a fare viabilità in tutte le condizioni di tempo senza mai saltare un giorno. Non vide una gara, non vide un atleta ma alla mia domanda sulle Olimpiadi Invernali mi rispose che era sta una esperienza meravigliosa. Queste si che furono e rimarranno i veri innamorati di Torino 2006. Ma il resto, tutto dimenticato.

Dopo questa premessa, diventa difficie proseguire, comunque ci provo ugualmente. Dopo la scelta del governo di unificare la candidatura era veramente da ingenui immaginare che Cortina d’Ampezzo e Milano si sarebbero adattate al ruolo di comparse. Nelle trattative è buona norma giocare d’anticipo, avendo ben chiaro l’obiettivo minimo che si vuole raggiungere. Era chiaro che Milano ambiva ad essere la città di riferimento e quindi proporre un nome come “Olimpiadi delle Alpi Italiane 2026” sottotitolata “Cortina – Milano – Torino” una dizione che avrebbe dato  al mondo turistico il senso e la dimensione dell’Italia dello sci, permettendo  alla comunicazione di spaziare in lungo e in largo ma soprattutto avrebbe aggregato il mondo dello sci in un orgoglio di gruppo a cui si tutti di sarebbero sentiti di far parte.

Assegnazioni gare bisognava giocarsele, certamente Sestriere non poteva perdere la gara. Il Bob o il Salto da valutare se lasciarli con l’impegno di un immediato ripristino dei luoghi. Cesana ad esempio avrebbe la possibilità di far ripartire il progetto con il Club Med per un villaggio da 1000 posti letto. Nella situazione attuale la pista rimarrà ai posteri a imperitura memoria a ricordo del nostro “efficiente“..Post Olimpico!!

Pragelato potrebbe giocarsi la carta del biathlon. Torino una finale di hockey su ghiaccio. Ovviamente il tutto integrato da congrui finanziamenti per completare o integrare il famoso post olimpico. Certamente queste quattro modeste idee potranno sembrare semplici o banali, ma forse oggi il titolo della candidatura poteva essere diverso e il ministro Giorgetti si sarebbe espresso diversamente: “La candidatura così non può andare avanti“. Ma in Svizzera a Losanna il Coni porterà un nuovo progetto dal nome “Cortina – Milano 2026”. Salvini: “Avanti, se Lombardia e Veneto trovano i fondi“. Ma Chiamparino: “Sarebbe una manovra contro il Piemonte. E i Cinque Stelle non sono stati in grado di fermarla“. Appendino: “Per noi impossibile senza soldi del governo“. Avanti così bla, bla, .. intanto gli altri corrono!!

Purtroppo anche questa volta si conferma che il famoso detto “bogianen” è ovviamente adattabile alla classe politica piemontese troppo prudente, restia ai cambiamenti, non intraprendente, indecisa ma soprattutto incapace di programmare e non certamente come qualcuno vorrebbe interpretare quale sinonimo di caparbietà, di tenacia e di risolutezza del popolo piemontese. Sul Colle dell’Assietta pur di rispettare gli ordini molti ci lasciarono la pelle e quindi non mescogliamo il sacro con il profano.

Governare a parole è semplice e fa consenso ma prendere decisioni è un’altra cosa.

Ps. = Per la precisione alcuni mesi fa inviai una lettera alla sindaca di Torino, dove illustravo la proposta del nome, ma non ricevetti alcun riscontro.

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5 COMMENTI

  1. Il nome pensato da Serra non era affatto male, considerando che il mondo considera l’Italia un paese di mare affacciato sul mare mentre percepisce le Alpi come (nell’ordine) Svizzere, Bernesi, Austriache, Alto savoiarde, Francesi, Bavaresi e Italiane.
    Un buon riordino in geografia ci sarebbe tornato turisticamente comodo.
    Diciamo che se l’esito definitivo della candidatura sarà questo ci verrà risparmiata la figura di dover mettere le carte sul tavolo ed esibire i nostri rottami olimpici che, anziché essere belli, pronti ed efficienti per nuove glorie, sgorbiano ogni giorno di più il nostro territorio.
    Inviterei Serra a spendersi per convincere il Club Med a collocarsi non sulla pista di bob di Pariol, troppo a bassa quota e troppo soleggiata per poter garantire l’accesso alla Via lattea con gli sci ai piedi oltre la metà di febbraio, quando si è ancora in alta stagione, ma sui ruderi di quella che fu “Casa F.I.S.I.” e del quasi altrettanto degradato Hotel Rio Envers, entrambi in posizione ottimale, di fronte alla seggiovia Sellette.
    L’uno sull’altro potrebbero offrire quasi tutta la cubatura necessaria alle quattrocento stanze occorrenti per questo intervento e, nel caso non bastasse, sarebbe comunque ancora disponibile quella insistente sui dismessi campi da tennis.

    • Non posso che condividere e ricordare che il buon senso, e la storia lo insegna, non riesce mai conviver con la furbizia, con l’arroganza, con l’incapacità di vedere gl’ interessi comuni.
      Questo vale per tutti e 3 . Il risultato che in qualche modo la candidatura verrà fuori, ma ovviamente all’italiana e la soluzione ovviamente non sarà ne carne ne pesce e sarà l’ennesimo treno perso per la montagna, per la gente di .montagna, per l’economia e per L’ITALIA tutta

    • Leggi cosa avevo scritto sulla canditatura di torino. Le minestre riscaldate non sono mai un gran che. A questo punto comunque uscirne facendo la figura dei ciula la si poteva evitare. Anche perché si era nella condizioni di porre condizioni vantaggiose per risolvere i danni che il post olimpico non è riuscito ad affrontare e tanto meno risolvere. Leggi Bob, trampolini, le arcate, il villaggio olimpico ect.
      Manco quello non si è riuscito a pensare. Ovviamente per molti il cervello è un optional

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