VALSUSA, IL CANTIERE TAV E L’ASSURDA GALLERIA ARTISTICA: QUANTO COSTA? E CHI LA PAGA?

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di FABIO TANZILLI

CHIOMONTE – Proprio nel giorno in cui, su vari giornali nazionali, si parla del fatto che in Italia manchi da anni una programmazione seria sulle grandi opere, con miliardi di euro sprecati o mal investiti, Telt ha avuto la geniale idea di inaugurare una galleria d’arte dentro il cantiere Tav di Chiomonte. Non è una battuta, non si tratta di Lercio: è accaduto davvero.

ECCO COSA HANNO DIPINTO NEL CANTIERE TAV DI CHIOMONTE (COI SOLDI DEI CITTADINI)

“Una galleria ferroviaria diventa galleria d’arte – dice Telt nel comunicato stampa – il progetto Tunnel Art si inserisce nella cultura dell’underground (…) che punta a rendere i cantieri luoghi aperti e parlanti”. Non è una barzelletta: l’hanno scritto sul serio.

Pensando che nessuno si accorga che in realtà a Chiomonte non si può entrare liberamente. Anche queste stesse opere, in realtà, saranno “visitabili” solo un giorno alla settimana (il giovedì) previa mail di accredito a Telt.

Il cantiere della Maddalena è così aperto, che in realtà è totalmente “fortificato” da cancelli e filo spinato, nonché presidiato da esercito e forze dell’ordine. E’ un cantiere “così aperto” che anche i giornalisti non possono accedere liberamente, neppure su richiesta (è capitato a noi proprio oggi).

L’indipendenza editoriale dalle lobby ha un prezzo, ma in questo ed in altri casi, ValsusaOggi lo paga volentieri e con orgoglio.

Perché in un Paese dove tutto va spesso al contrario, i cantieri dove si dovrebbero realizzare opere utili diventano musei senza un senso e in realtà chiusi al pubblico, o in luoghi improbabili, mentre i veri musei e beni culturali dell’Italia cadono a pezzi – rimangono senza finanziamenti – a bocca asciutta.

Pensiamo a Pompei, ad esempio. O ancora, l’ultimo caso riguarda il Duomo di Amalfi, i cui mosaici stanno venendo giù, e nessuno interviene e mette un euro per sistemare questo gioiello. Ma per mettere un cruciverba in una discenderia inaccessibile liberamente, questi soldi spuntano all’improvviso, proprio come avvenuto oggi alla Maddalena.

Noi saremmo voluti andare all’inaugurazione di oggi al cantiere della Tav, per fare due semplici domande ai vertici di Telt:

  1. Quanto è costata questa iniziativa?
  2.  Chi ha pagato la realizzazione di queste opere? I cittadini?

Speriamo, per il rispetto dovuto ai contribuenti, che qualcuno risponda.

Perché, a proposito di arte e beni culturali, proprio in Val Susa sicuramente si sarebbero potuti spendere meglio i nostri soldi, con interventi di maggior intelligenza, al posto di far dipingere un carrello che porta i lavoratori in un tunnel.

Basti pensare al Forte di Exilles, dove da anni si naviga a vista e manca una programmazione seria di rilancio, con tutte le sale al primo piano restaurate (il cui lavoro è stato pagato profumatamente anni fa), ma completamente chiuse al pubblico. Proprio perché non ci sono soldi. Oppure al museo archeologico di Chiomonte, ormai abbandonato e chiuso da anni, proprio a causa del cantiere della Tav.  L’elenco di beni culturali che avrebbero bisogno di sostegno in Val Susa, è ben lungo. Ma chi sta realizzando la Torino-Lione, non pensa a questo: meglio dipingere un cantiere, per far la gara coi No Tav su chi è più artistico.

Leggete come vengono descritte queste opere realizzate alla Maddalena:

“Per l’Italia è Simone Fugazzotto ad aver realizzato un murale di 10 metri in una nicchia all’altezza del chilometro 2.800 della galleria: il suo lavoro richiama l’universo animale per affrontare problematiche insite nell’essere umano. La pioggia d’informazioni cui siamo quotidianamente sottoposti è qui tradotta in un grande cruciverba dove si intrecciano le parole chiave della Torino-Lione (velocità, controllo, sottosuolo). La figura della scimmia, archetipo umano che si mette al riparo da tutto nascondendosi sotto un ombrello, sottolinea lo stato d’animo più attuale, che al caos collettivo risponde con la solitudine del singolo. Dalla Francia arriva invece Ludo, con un intervento artistico declinato secondo il suo alfabeto iconografico che mescola temi e soggetti d’attualità con immagini del mondo naturale; un mix dall’effetto inatteso e talvolta paradossale, in un luogo come quello della galleria di Chiomonte del tutto insolito. Due disegni, realizzati all’ingresso del cunicolo e in galleria, per i quali l’artista sceglie le frasi latine Dulce Bellum Inexpertis e Casus Belli, utilizzandole in un’accezione positiva che guarda al futuro e restituisce speranza per il domani. Due monumentali lavori, rispettivamente di 12 e oltre 6 metri, nei quali si intrecciano parole a elementi floreali, filo spinato e all’immagine di una grande farfalla robotica.  A completare infine il progetto di Tunnel Art è il lavoro di Laurina Paperina che sui due vagoni del convoglio utilizzato per il trasporto del pubblico e del personale all’interno della galleria traduce la realtà contemporanea in un mondo fantasioso e colorato abitato da personaggi ironici, a volte dissacranti, tratti dal suo ricco bagaglio iconografico che guarda all’immaginario pop degli anni ’80 e ’90”.

Insomma, per l’ennesima volta in Val Susa si è persa una buona occasione per investire sul serio i fondi di una grande opera a favore del territorio. Qui non servono gallerie d’arte inaccessibili, ma iniziative concrete, davvero a favore dei valsusini. Speriamo che Telt si fermi qui con questa idea balzana, e che non continuino a far pennellare il cantiere della Maddalena con i soldi dei cittadini. Che almeno trovassero un mecenate privato, pronto a mettere fondi di tasca propria per una simile idea.

Non serve fare la gara coi No Tav su chi è “più artistico”, dopo il successo del Festival dell’Alta Felicità di quest’estate a Venaus. Non è il momento, e non serve farlo con fondi pubblici, in un periodo di crisi in cui – anche in Val Susa – c’è gente che non ce la fa ad arrivare a fine mese, attività commerciali che chiudono e troppi giovani senza lavoro.

 

 

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7 COMMENTI

  1. Non c’è nessun interesse ad investire per il territorio e personalmente trovo questa iniziativa offensiva. Offensiva nei confronti dei beni culturali. Si continua a dire che l’Italia detiene un patrimonio storico, artistico e archeologico unico al mondo, ma quando si tratta di investire in questi settori non ci sono mai soldi. Il Comune di Giaglione, di cui il sottoscritto si trova ad essere consigliere di minoranza, non trae alcun beneficio dalla galleria geognostica, ma si ritrova l’ennesimo buco (insieme all’A32 e all’impianto di Pont Ventoux) sotto il proprio territorio. Personalmente sono convinto che anche nei Comuni piccoli come il mio ci siano delle cose di valore storico – paesaggistico per cui varrebbe la pena investire e che, oltre al tentativo di scongiurare il pericolo di abbandono, gioverebbero allo sforzo che viene compiuto in questi anni di promuovere la Val di Susa. Sarebbe anche questo un modo per contribuire a quella “Bella Italia” spesso propagandata e che tuttavia sovente non trova riscontro nei fatti. Ancor di più se per queste opere di maquillage si usano soldi pubblici. Soldi pubblici per un’opera che destinata ad una minoranza di passeggeri occasionali diretti a Lione o a Torino e al trasporto di merci (quante? quali?) in contrasto alle tanto decantate politiche di prodotti a km zero.

  2. Laurina Paperina di dissocia, prendendo TUTTI in giro, dichiara che era inconsapevole. Non era a conoscenza della TAV, ma vi immaginate ? Quindi è proprio una ‘vera’ street artist, o quindi una totale ignorante in cerca di soldi.
    Infatti Laurina Paperina, dissociata dell’ultimo secondo, restituirà il compenso all’impresa incaricata alla costruzione della TAV???

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