VALSUSA, IL MEDICO RISPONDE / DOLORE AL GINOCCHIO? I CONSIGLI DELLA FISIATRA

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di IRENE CARNINO (Medico Fisiatra)

ALMESE/PIOSSASCO – L’artrosi è la patologia più diffusa al mondo tra quelle che colpiscono le articolazioni ed in particolare il ginocchio è tra le sedi più frequentemente colpite. La tipica degenerazione della cartilagine articolare che caratterizza questa malattia è responsabile della riduzione dell’articolarità, del dolore e delle limitazioni funzionali in tutte le attività della vita quotidiana.

Sono sempre più numerosi i pazienti che si sottopongono ad intervento di protesi totale di ginocchio, al fine di ottenere un miglioramento della qualità di vita anche a lungo termine. In relazione alla diffusione di questo intervento, per migliorare e accelerare il recupero funzionale, è in costante crescita anche l’approfondimento delle diverse tecniche riabilitative. Mentre il numero di interventi di impianto di protesi totale di ginocchio è in aumento, il numero di giorni di ricovero in ospedale si sta riducendo progressivamente.

È scientificamente dimostrato che un programma completo di recupero postoperatorio è utile nel diminuire la durata del ricovero e l’incidenza di complicanze post operatorie nei primi 6 mesi dall’intervento. Ciò che emerge dagli studi scientifici è che nei pazienti che hanno eseguito il trattamento riabilitativo si raggiunge più rapidamente una buona flessione di ginocchio e si impara a camminare in modo più corretto rispetto ai pazienti che non si sono sottoposti a riabilitazione.

Non vi sono differenze significative nei risultati ottenuti tra la fisioterapia svolta in regime di ricovero e la fisioterapia svolta in regime domiciliare. Per potenziare i risultati della riabilitazione si può associare agli esercizi fisioterapici l’utilizzo dell’elettrostimolazione muscolare, per aumentare il trofismo del muscolo quadricipite. Anche la mobilizzazione passiva del ginocchio attraverso l’utilizzo di un dispositivo meccanico che muove passivamente il ginocchio permette di ottenere più rapidamente i 90° di flessione del ginocchio. Sono numerosi gli studi a tal proposito che mettono in evidenza come i risultati così ottenuti sono gli stessi che vengono raggiunti, seppur in tempi più lunghi, senza l’utilizzo del dispositivo.

La crioterapia riduce il dolore e l’ematoma, migliorando la compliance del paziente al trattamento riabilitativo. Anche la rieducazione in acqua o idrochinesiterapia rappresenta una delle proposte riabilitative dopo protesi di ginocchio, ma risulta essere anche una valida terapia per combattere l’immobilità da artrosi al ginocchio.

Dall’analisi della letteratura emerge, infatti, che nei pazienti affetti di gonartrosi e in lista d’attesa per l’intervento di impianto di protesi totale di ginocchio, assume un ruolo importante la fisioterapia preoperatoria. È stato dimostrato che l’avere già eseguito un ciclo di fisioterapia precedentemente, consente di arrivare all’intervento più preparati sia da un punto di vista fisico che da un punto di vista psicologico. Innanzitutto, il paziente attraverso la fisioterapia preoperatoria mantiene un buon trofismo muscolare e, inoltre, apprende gli esercizi che dovrà proseguire dopo l’intervento, per cui affronta l’operazione con più consapevolezza e tranquillità.

Il medico fisiatra visita il paziente in ospedale, generalmente il giorno dopo l’intervento, per avviare fin da subito la fisioterapia. Il suo compito è definire gli obiettivi riabilitativi sulla base dello stato di salute del paziente, delle sue condizioni generali nel premorboso e delle potenziali capacità di recupero. Il fisiatra stila un programma riabilitativo individuale, cioè personalizzato, e concorda con il paziente le modalità di prosecuzione della fisioterapia una volta dimesso dal Reparto di Ortopedia. La fisioterapia può essere svolta in regime di ricovero presso le Strutture Riabilitative convenzionate, secondo modalità e tempi definiti.

Per i pazienti che hanno la possibilità di rientrare subito dopo l’intervento a casa si può organizzare la fisioterapia o in regime ambulatoriale o, in casi selezionati, in regime domiciliare.
In considerazione di quanto detto può risultare utile effettuare già una visita fisiatrica prima dell’intervento per avviare un ciclo di fisioterapia preoperatoria non solo a scopo preparatorio dell’intervento, ma anche a scopo antalgico. L’applicazione di terapie fisiche locali, in assenza di controindicazioni, e la somministrazione di una corretta terapia farmacologica possono migliorare il compenso algico in attesa di giungere all’operazione.

Dottoressa Irene Carnino, nata a Giaveno classe 1985, residente ad Avigliana.
Medico Chirurgo, laureata nel 2010 presso l’Università degli Studi di Torino, sede AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano (TO).
Specialista in Medicina Fisica e della Riabilitazione.
Agopuntrice diplomata al corso quadriennale di Perfezionamento in Agopuntura e Tecniche Complementari A.M.I.A.R. – Centro Studi Terapie Naturali e Fisiche di Torino, iscritta negli elenchi delle Medicine non convenzionali presso l’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi di Torino. Applicazione dell’agopuntura principalmente nell’ambito del trattamento delle sindromi dolorose acute e croniche di origine muscolo-scheletrica.
Ozonoterapeuta (Società Scientifica di Ossigeno-Ozonoterapia).
Attualmente effettua visite specialistiche fisiatriche presso il Magenta Poliambulatorio di Piossasco e presso lo Studio Medico di Milanere (Almese).

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