VALSUSA, TRAGEDIA IN MONTAGNA: LA VITTIMA ERA UN TECNICO DEL SOCCORSO ALPINO: “LASCERÀ UN GRANDE VUOTO”

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Mattia Feltro

VENAUS – La vittima dell’incidente in montagna avvenuto sabato 12 gennaio in frazione Barcenisio a Venaus si chiamava Mattia Feltro, aveva 33 anni ed era un tecnico del Soccorso Alpino Piemontese.

Il corpo è in lutto per questa tragica scomparsa: “Matteo Feltro ci ha lasciati oggi pomeriggio, precipitando lungo il sentiero di rientro dopo una giornata a scalare su cascate di ghiaccio. Era un tecnico giovane e molto apprezzato della stazione di Ala di Stura. Sempre presente e attivo nella sua delegazione, un soccorritore pieno di entusiasmo ed energia. Lascerà un grande vuoto tra noi e soprattutto tra i suoi famigliari. Ciao Matteo!”.

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4 COMMENTI

  1. quante disgrazie e lutti in pochi giorni, dalla bimba di Sauze di Oulx a quest’ultima di Barcenisio, mi chiedo cosa stia accadendo, un cordoglio a tutti i parenti delle vittime.

    • …mi spiace molto per questa giovane vittima, ma chiedersi cosa stia accadendo è un po’ assurdo…questo giovane aveva scelto di praticare uno sport molto pericoloso, dunque sapeva che rischiava la vita purtroppo… l’imprevisto è sempre in agguato, ma le probabilità di morire aumentano proporzionalmente in base al rischio implicato nello sport praticato.

  2. In questo periodo dell’anno, soprattutto quest’anno che il clima è mite, è normale che succedano questi incidenti… e non diamo colpa all’ignoranza, all’esibizionismo, all’incapacità. Mattia era un soccorritore, sapeva benissimo quello che doveva fare ma il destino ti aspetta…. non c’è nulla da fare. Riposa in pace giovane uomo dal cuore grande, hai salvato tante vite e non sei riuscito a vincere per la tua. Condoglianze alla famiglia e al Corpo dei Soccorritori Alpini.

    • …non c’è nessun destino che ci aspetta da nessuna parte, il destino ce lo facciamo con le nostre mani in buona misura, e un’altra parte è regolata dal caso, esiste una branca in matematica che si chiama calcolo delle probabilità… più faccio cose rischiose, più probabilità ho di morire prematuramente… non insegniamo ai giovani a credere nel destino che non esiste, insegniamo loro che lo sport è una bellissima cosa, ma che ci sono sport al limite dell’accettabile che mettono seriamente in pericolo la vita umana… faccio un esempio, un conto è nuotare in piscina a Susa, un conto è fare la traversata della Manica a nuoto, penso che anche lei concordi sul fatto che la percentuale di rischio aumenta… così, un conto è andare a pattinare sulla pista di Bardonecchia, un conto è scalare una cascata di ghiaccio, il rischio che si corre è ben diverso, e chi, sprezzante del pericolo, pratica sport molto pericolosi, è consapevole della minaccia che incombe. Detto questo, è ovvio che spiace tantissimo per questa giovane vita spezzata prematuramente.

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