CASELETTE, UNA STORIA A LIETO FINE: LA FAMIGLIA CHE VIVEVA IN ROULOTTE ORA HA UNA CASA E UN LAVORO A SESTRIERE

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Vittorio e Celestina entrano nella nuova casa a Sestriere

di FABIO TANZILLI

CASELETTE / SESTRIERE – Una storia a lieto fine. Vittorio Sassi, il cittadino di Collegno che da tempo con la moglie e il bimbo piccolo vivevano in una roulotte a Caselette, ora hanno una nuova casa e un lavoro a Sestiere. L’annuncio è stato dato oggi durante la trasmissione tv “Mattino 5”, in onda su Canale 5. Della vicenda se ne era occupato a maggio il nostro quotidiano CinturaOvest: la notizia era stata poi ripresa anche dalle tv nazionali, tra cui Mediaset. Proprio pochi giorni fa Vittorio e Celestina avevano fatto un nuovo appello in tv per poter avere almeno una stufa e scaldarsi nella roulotte al campeggio di Caselette, dove erano andati a vivere dopo che Vittorio aveva perso il lavoro. Da venerdì 8 dicembre Sassi ricomincerà a lavorare a Sestriere, grazie alla generosità di una telespettatrice che aveva visto il loro appello in tv e all’interessamento della consigliera regionale Claudia Porchietto. Hanno una nuova casa al Colle, dove possono stare al caldo.

LA VICENDA DI VITTORIO SASSI (articolo di Pino Scarfò, pubblicato su CinturaOvest a maggio 2017)

Vittorio ha 42 anni. Con la moglie Celestina (43enne) e il figlio di 6 anni sono costretti a vivere in un campeggio a Caselette. Fino al 2015 Vittorio lavorava in un’azienda informatica di Milano, ma il contratto non gli è stato più rinnovato. Nello stesso anno perde anche l’abitazione, mantenendo però la residenza a Collegno. Con quanto si trovano in tasca, lui e la moglie cercano una sistemazione abitativa a Piscina. Le risorse cominciano a scarseggiare e sono costretti a chiedere aiuto ad alcuni conoscenti a Luserna San Giovanni, dove sono stati ospitati fino a pochi giorni fa. Da una settimana circa vivono in una roulotte che gli è stata recuperata da un’associazione: la chiesa mormona di Collegno li aiuta a pagare l’affitto del campeggio e l’associazione StellaMemo di Alpignano gli fornisce alcuni viveri di prima necessità una volta alla settimana. Per poter avere qualche spicciolo in tasca svolgono lavoretti saltuari: Vittorio raccoglie il ferro, Francesca (quando le agenzie la chiamano) fa la promoter. Il bimbo frequenta la prima elementare presso la scuola primaria. “Ho bisogno di un lavoro che possa permetterci di avere una casa e poter offrire a nostro figlio una vita normale. Siamo stanchi di vivere in modo precario” dichiara sconfortato. “Non vogliamo un’assistenza economica, ma un lavoro che possa offrirci una vita un minimo dignitosa – prosegue la moglie, che aggiunge – prima avevamo un lavoro e poi di punto in bianco ci siamo ritrovati senza nulla, senza una casa. E come se non bastasse, ho pure problemi di salute. Abbiamo un bambino piccolo e siamo soprattutto preoccupati per lui”.

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