VIDEO E FOTO / VALSUSA, GARAGE ALLAGATI A VAIE PER IL MALTEMPO: “C’ERA L’ALLERTA ARANCIONE, MA IL COMUNE LO SAPEVA?”

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VAIE – “Oggi avevamo quasi 40 centimetri d’acqua nei garage, non è possibile!”. Un residente di Vaie ha contattato ValsusaOggi per segnalare i problemi nella zona di via alla Pradera, vicino al presidio No Tav. “Qui ci sono cinque case e ogni volta che piove abbiamo problemi – spiega il cittadino – si tratta del terzo allagamento in poco tempo. Siamo infuriati perchè non si è trattata di una fatalità: la Protezione Civile aveva diffuso il bollettino con l’allerta arancione per il Piemonte, ma dal Comune non abbiamo avuto aiuto. L’altra volta la draga era arrivata in tempo, scavando un piccolo fosso per consentire il deflusso dell’acqua, mentre stavolta ce la siamo presa tutta. Davanti alle nostre case c’è un avvallamento e così ci arrivano fango e detriti dai prati e l’acqua di via Torino si accumula tutta qui. Il risultat? Elettrodomestici rovinati e materiale da buttare. La cosa che ci fa indignare è che l’allerta era stata diramata per tempo”.

Sempre da Vaie, scrive a ValsusaOggi un’altra famiglia con la casa allagata: “Anche noi siamo finiti a mollo – spiega un residente – per colpa del Comune che non ha deviato l’acqua alla Pradera…era sufficente un piccolo argine. Ora abbiamo la tavernetta piena d’acqua, un disastro”.

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7 COMMENTI

    • Proprio così… grazie al cambiamento climatico causato dall’uomo, accadono eventi meteo incontrollabili, e anche se i Comuni ricevono l’allerta arancione, nessuno ha la bacchetta magica per fermare l’acqua purtroppo… o si blocca l’inquinamento o sarà sempre peggio.

    • Prima di scrivere a vanvera, per non dire di peggio, bisognerebbe essere informati, quelle case si trovano lì da 100 anni, fanno parte della parte vecchia del paese

  1. Bungiorno signor Pippo .mi piacerebbe sapere dove abita lei in una roccaforte?? Dentro una grotta nella montagna? Che di sente così sicuro dalle esondazioni.per quanto riguarda le abitazioni a vaie grazie al celo non esiste ancora abusivismo edilizio penso che chi ha costruito abbia avuto il consenso del comune tramite una concessione edilizia e il pagamento degli oneri di urbanizzazione..sono 20 anni che in quella zona le case finiscono a mollo.
    Sono ďaccordo che mancano i fondi per risolvete il problema .ma forse ci si potrebbe impegnare per linitare i danni se le fa piacere oggi venga a darci una mano a togliere la melma

  2. Dunque, dal video si evince che le case in oggetto sono di recente costruzione, anni 90 forse primi 2000. Ne deriva che sono sicuramente state autorizzate con permessi rilasciati dall’UTC che era al corrente della realizzazione degli immobili (e con i quali oneri avrebbe, condizionale d’obbligo, dovuto implementare i sottoservizi a seguito dell’aumento del carico antropico). Così su due piedi non sappiamo se dovessero essere previste nelle concessioni,opere atte a mitigare eventi eccezionali come il presente e che le stesse poi non siano state realizzate. Inoltre aggiungo che qui ci si lamenta dei danni alle tavernette, quindi piani interrati presumo, Bisogna comprendere quante di queste siano realmente autorizzate con tale destinazione d’uso…..indi per cui attenzione a chiedere eventuali danni alle compagnie assicurative. A no, qualcosa proprio il comune di Vaie l’ha fatta per i pericoli alluvionali: ha investito i soldi in un semaforo segnaletico riportante i vari gradi d’allarme, posto sulle scuole…..ottimo investimento.

  3. 575 ha ragione nell’escludere presupposti di abusivismo edilizio ma non può pretendere che la presenza permessi ed autorizzazioni siano sufficienti a garantire protezione de eventi climatici più o meno intensi.
    Se l’area interessata è stata urbanizzata da oltre 20 anni è assai probabile che i criteri validi allora siano stati stravolti da fatti di ordine ben superiore quello degli estensori del piano regolatore e dei tecnici comunali.
    Il fatto di ordine superiore, minimizzato ancora da troppi sconsiderati, è il riscaldamento planetario e la conseguente trasformazione in clima monsonico di quello che ai tempi delle mie scuole elementari era chiamato “temperato”.
    Esigere che con le modeste risorse a loro disposizione i comuni possono contrastare questi tipo di eventi in zone diventate troppo frequentemente esondabili non è realistico, se alzo un argine potrò salvare casa mia allagando più a valle quella di qualcun altro.
    Quando i corsi d’acqua erano liberi dall’assedio dell’uomo si sfogavano nelle golene che permettevo anche ad imponenti deflussi di non straripare in modo anomalo e distruttivo su tutto il percorso.
    Se alle modificazioni in peggio del clima aggiungiamo che le golene oggi sono quasi scomparse, spesso improvvidamente lottizzate, edificate e impermeabilizzate con asfaltature e coperture varie, non possiamo stupirci se a farne le spese sono sempre più spesso chiamate aree un tempo sicure.

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