A OULX L’INCONTRO “SE QUESTO È UN UOMO: DEPORTARE I DIRITTI UMANI”, CON I RAGAZZI DEL DES AMBROIS

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dall’UFFICIO STAMPA DELL’ISTITUTO DES AMBROIS

OULX – Lunedì 29 gennaio, dalle 9.30 alle 11.20, presso l’auditorium dell’istituto Des Ambrois si è tenuto l’incontro “Se questo è un uomo: deportare i diritti umani”.
Pensato nelle vicinanze del giorno della memoria, l’appuntamento si proponeva di fare un confronto non tanto sulle atrocità della Shoah e del viaggio dei migranti, quanto far vedere come entrambi questi eventi siano collegati ad un crescente razzismo nei confronti dell’altro e ad una “cecità volontaria” dei molti che oggi come allora fingono di non vedere il problema pur di non riconoscerne la gravità.

La giornata è stata aperta da un breve intervento della vicepreside Barbara Debernardi che ha letto alcune poesie di Primo Levi ed Erri De Luca, per rimarcare ulteriormente la vicinanza di questi eventi storici che sembrano, ad un occhio poco attento, incompatibili.

Sono seguiti poi gli interventi delle autorità: il sindaco di Oulx Paolo De Marchis ha invitato gli studenti presenti a non guardare con sguardo miope ciò che ci accade intorno, ma ad informarsi in modo attivo per cogliere in pieno la complessità di questa situazione e di non dimenticare come anche l’Italia fu a suo tempo patria di migranti. Il vicesindaco di Bardonecchia Chiara Rossetti ha poi parlato dell’attuale situazione del comune alto valligiano che, in quanto paese di confine con la Francia, ha visto nell’ultimo anno un continuo flusso di migranti che cercano di attraversare il confine attraversando il Colle della Scala.

Per far fronte a questa emergenza, il Comune ha organizzato uno spazio per coloro che, a causa delle forti nevicate di questo inverno, si trovano impossibilitati ad attraversare in modo sicuro il confine. Bardonecchia e Oulx hanno dato la possibilità di accogliere dei rifugiati. Attualmente ve ne sono 200 in valle.

Successivamente è intervenuta Giulia Ricci dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani che ha sottolineato una volta di più come sia importante ricordare, oggi più che mai, per non ricadere negli stessi errori.
Leyla Degan, ex studentessa del Des Ambrois attualmente iscritta a sociologia presso l’università di Milano, ha poi presentato il suo progetto “Donne in viaggio”, libro fotografia sulle donne somale residenti in Italia, un progetto che la avvicina a sua madre e la riconnette a una parte delle sue radici.

Parte centrale della mattinata sono stati gli interventi di Alberto Barbieri e Souleymane Diallo. Barbieri è coordinatore generale di Medici per i Diritti Umani (MEDU), è una organizzazione umanitaria e di solidarietà internazionale, senza fini di lucro, indipendente da affiliazioni politiche, sindacali, religiose ed etniche. Medici per i Diritti Umani, fondata a Roma nel 2004, nasce per iniziativa di un gruppo di medici, ostetriche ed altri volontari provenienti da diverse esperienze associative e umanitarie. MEDU è oggi presente con gruppi associativi ed aderenti a Roma, Firenze, Brindisi, Torino, Cagliari, Venezia. Negli anni l’associazione ha potuto raccogliere le testimonianze di oltre 2600 migranti e con queste hanno potuto ricostruire le rotte più battute e spesso misconosciute che i migranti intraprendono per arrivare in Europa.

Souleymane Diallo, rifugiato della Guinea Conakry, ha poi raccontato la storia del suo viaggio verso l’Europa, di come è dovuto scappare dal suo paese per motivi etnico/politici, del viaggio attraverso Senegal e Mali e dei quattro anni di lavori forzati in un campo di prigionia libico prima della fuga e dell’arrivo in Italia a febbraio 2017.

Hanno assistito all’incontro anche i ragazzi, per la maggior parte minorenni, ospiti a Salbertrand presso la cooperativa Frassati. L’aumento dei migranti minorenni tra coloro che attraversano il mare è un ulteriore segnale d’allarme dell’aggravarsi della situazione. Molte famiglie, infatti, spendono la quasi totalità dei loro risparmi pur di permettere un viaggio sicuro fino in Europa ai loro figli.

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4 COMMENTI

  1. Bravi ! Ho ripercorso il tempo di quando anche io, partendo dal Sud Italia arrivai in Piemonte, con la mia valigia di cartone , per andare a lavorare in un cantiere edile e dormire in una soffitta del centro storico di Torino. Adesso, per fortuna, è tutto cambiato . Vestiti firmati, telefono cellulare, paghetta, alloggio in hotel e se ho voglia lavoro, altrimenti ciccia ! Mi mantieni lo stesso.

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