ALMESE, BOCCIATA LA MOZIONE DELLA LEGA A FAVORE DEGLI ALPINI

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RICEVIAMO DALLA LEGA DI ALMESE

ALMESE – Bocciata dal consiglio comunale di Almese, lo scorso 27 luglio, la mozione presentata dal gruppo della Lega a sostegno dell’Associazione Nazionale Alpini.

“Profondo sdegno per il voto della maggioranza del comune di Almese su questa mozione, che ha l’obiettivo di esprimere vicinanza all’Associazione Nazionale Alpini, riconoscendone la valenza sociale, culturale, popolare ed identitaria. Spiace che il Sindaco e la maggioranza si siano schierati contro gli Alpini, che quotidianamente compiono azioni di fondamentale importanza per la salvaguardia dei nostri territori in diversi ambiti, commenta Andrea Cerutti, vicecapogruppo della Lega in consiglio regionale.

Evidentemente la maggioranza ha preferito anteporre il proprio orientamento politico al contenuto del documento presentato dalla Lega, andando completamente fuori tema e trasformando il dibattito in uno scontro politico e partitico.

Paolo Farsella, consigliere comunale della Lega ad Almese, interviene sostenendo che “questo accade quando la becera retorica politica antileghista e antisalviniana si impossessa della discussione di una mozione, quella sul sostegno all’Associazione Nazionale Alpini, priva di ogni riferimento politico e votata in molti comuni della zona, documento che chiede semplicemente di salvaguardare chi rappresenta al meglio la storia della nostra terra e delle nostre genti.

Il documento è stato bocciato senza una giustificazione valida  – continua Farsella -,  ma solo grazie ad un contorto ragionamento, privo di senso compiuto, secondo cui nessuno della maggioranza, non essendo un alpino, avrebbe potuto sfilare con la fascia tricolore durante l’adunata annuale (come richiesto nel testo). Purtroppo il Sindaco non sa, o fa finta di non sapere che, in virtù dei suoi poteri, può delegare un esponente della minoranza a parteciparvi.

Respingendo questa mozione – concludono Cerutti e Farsella –, il Sindaco e la maggioranza del consiglio comunale di Almese non hanno a cuore la salvaguardia della storia e dell’identità del nostro territorio e della nostra gente e preferiscono fare politica in un’ottica di perenne campagna elettorale.

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35 COMMENTI

  1. Vorrà dire che in caso di calamità naturali, di disastri ambientali o interventi di protezione civile in generale, ad Almese l’ANA non interverrà….
    Ma tanto, indipendentemente dal pensiero politico, gli Alpini ( con la A maiuscola!) sono sempre corsi ad aiutare chiunque, volontariamente, con abnegazione e spirito di solidarietà.

  2. Non si meritano nessun auto in caso di necessità…
    Che chiedano ai volontari Pd(poltrone e divani) di andare ad aiutali io come alpino mi sento profondamente offeso e spetti le scuse del sindaco

  3. Sdegnarsi pubblicamente per una mozione rifiutata senza riportarla se non in sintesi non aiuta la comprensione del lettori.
    Il mio “genere maschile” al tempo fu alpino, con tanto di cappello e penna nera nell’armadietto e “stupida” perennemente in testa, ma di vicinanza identitaria con l’A.N.A. ne non provo affatto senza per questo pregiudicare gli ottimi rapporti personali con molti iscritti.

    • Alpino,come mio padre che è sempre stato orgoglioso di aver fatto parte del corpo.
      Poi cosa le è successo per ridursi così?

  4. Vergognatevi…sindaco e maggioranza, siete solo capaci di negrirare e cambiare la storia a vostro favore, se succede qual’cosa ad Almese, chiamate i vostri “compagni” del pd con la colla sotto il sedere per non perdere la poltrona. Ma vergognatevi, pagliacci.

  5. Alpino per leva obbligatoria e minimo senso civico per non scansarla da falso riformato.
    Militare senza essere militarista, Alpino per sempre, senza credere a falsi miti come l’alpinita’, senza recitare preghiere orrende ad un Dio che spero si occupi di altro e senza essere socio A.N.A. che è un’altra cosa.
    Dal giorno del congedo non credo di essere diventato qualcosa di diverso o di essermi ridotto in qualsivoglia più miserevole condizione.
    Oltretutto da parecchio sono pure astemi*.

  6. Gent.mo Merovingio,
    Se davvero suo padre è stato alpino, sperandolo vivo per poterle rispondere, chieda a lui cos’è l’alpinita’.
    Pensare che possa saperlo una scartina che il servizio militare non l’ha fatto sarebbe pretendere troppo.
    Questa volta non è un problema di ignoranza, per usare parole sue “come al solito”, ma di manifesta inadeguatezza, anche nel caso in cui al suo raggiungimento dell’età dei coscritti la leva obbligatoria fosse già stata soppressa.

  7. Certamente cosa voglia dire essere stato un alpino non può spiegarmelo uno come lei che l’alpino l’ha fatto di controvoglia (per leva obbligatoria e minimo senso civico per non scansarla da falso riformato).
    Quindi rimando a lei le accuse di ignoranza ed ineguatezza.Per sua informazione io il militare l’ho fatto,ma purtroppo non nel corpo degli Alpini.
    Oltre le parole resta il fatto che il Comune di Almese abbia agito solo per motivi meramente ideologici dimenticando che la giunta deve rappresentare tutti i cittadini,non solo quelli da cui è stata votata.

  8. Grazie per questa vera arrampicata sugli specchi:
    Alpinita’ allora esiste e per gli alpini ha un preciso significato.
    Tranne pochi esaltati, il servizio militare lo abbiamo fatto tutti controvoglia.
    Si chiamava naja, si contavano i giorni sulla stecca, si gridava “è finita” e ci si commuoveva al silenzio fuori ordinanza.
    Momento di commozione conclusivo che più un che riscatto dei mesi trascorsi era la consapevolezza dell’ingresso nella vita adulta dopo aver vissuto un duro percorso di formazione (che ancora oggi non rinnego affatto).
    Un’Amministrazione deve rappresentare tutti i cittadini, vedremo la Meloni (se sarà lei) o qualche pari suo che riguardo avranno per i centri sociali.
    Ovviamente senza motivi meramente ideologici.

    • Intanto confermo che quel termine esiste solo nella sua mente di onanista delle parole.
      Poi riguardo i centri asociali/anarchici se rientreranno nel consesso civile (non credo succederà mai) non dovrebbero paventare chiusure ,al contrario saranno smantellati con buona pace di quei partiti che ipocritamente li usano come braccio armato,anche se tenerli in recinti come le loro sedi rende più facile controllarli,come hanno dimostrato le recenti indagini su Askatasuna.Si ricordi che dal becero vandalismo all’eversione il passo è breve ed i cattivi maestri che mai hanno rinnegato il loro passato di terroristi ci sono ancora.Io non ho nessuna voglia di riviverlo quel passato.E lei?Se malauguratamente si ripresentasse troverà il modo di giustificarli,come ora giustifica tutto quello che commettono i no tav violenti?
      Rifletta su questo.

    • Gli alpini veri sono quelli che hanno fatto la guerra. Gli altri sono solo gente che ha fatto solo un anno di naja, molti da imboscati, per poi passare il resto della vita a ubriacarsi ai raduni, a romanzare il loro anno di militare e vaneggiare di Alpinità. Se tu hai avuto bisogno della naja per entrare nella vita adulta, sei messo male.

      • Mi dispiace,ma pur non avendo fatto il servizio militare negli Alpini non c’è stato bisogno di farlo perché diventassi adulto.
        Al contrario di lei,che usando il tu da per scontato che abbiamo qualcosa in comune.
        Il tu lo usi con i suoi parenti/amici/compagni di merende,non con chi non conosce.

        • Sicuramente non abbiamo nulla in comune, visto che tu non sei nemmeno in grado di capire chi sta rispondendo a chi. In base a cosa tu avresti dedotto che io rispondevo a te? Le dita collegale ogni tanto al cervello.

  9. Gli alpini che non hanno fatto la guerra ma solo la naja, a Dio piacendo, non sono di rango inferiore ai loro sfortunati predecessori.
    I raduni, le bevute a canna dalle damigiane e l’alpinita’ sono “patrimonio” dell’A.N.A. e dei suoi associati, non di tutti gli alpini.
    Io mi identifico con questi ultimi che, con umiltà e senso dello Stato, hanno assolto un dovere cercando di non trarne solo svantaggi.
    La consapevolezza di aver vissuto, nel bene nel male, un passaggio per accedere alla vita adulta fa parte dei pochi vantaggi.
    Riconfermo di essere astemi* da tempo ed aggiungo di non aver mai partecipato ad una “adunata” e di considerarmi mess* “molto bene”.

    • Tu ti stai veramente paragonando a chi è morto in guerra sulle montagne per aver fatto un anno di ferie in una caserma ? Ma fammi il piacere va.

      Il tuo concetto distorto di senso dello stato è evidente nei tuoi commenti di questi anni.

  10. Gran voglia di chiacchiere, il periodo vacanziero la può giustificare.
    Procediamo pure.
    Rigetto l’accusa di aver usato impropriamente il tu in questa serie di scambi di opinioni.
    In ogni caso in qualità di definito onanista, fortunatamente non ancora cieco, non potrei che essere in grande confidenza, conoscendolo assai bene, con colui che dovrei essere uso a maneggiare.
    Quindi confidenza e conoscenza meritevole del tu sia con l’intero che con sue singole parti.

  11. A questo punto il tu tra noi vorrei proporlo io.
    Una specie di tu professionale tra “colleghi”, risevando il lei ai commentatori sgradevoli e maleducati, tipo quelli che firmandosi, o fingendo di farlo, hanno la presunzione di essere più autorevoli e (sfidando il ridicolo) più coraggiosi.

    • Gent.mo Alpini,
      chi è morto in guerra non ha avuto l’opportunità di partecipare a raduni, fare polentate e grandi bevute, con sicuro grande dispiacere.
      A tutti gli altri, i sopravvissuti e quelli che hanno fatto la naja in tempi di (relativa) pace, è rimasta la possibilità di ragionare e scegliere quale significato trarre dall’esperienza vissuta, senza insulsi e inattuabili paragoni.
      Anch’io le chiederei di usare il lei, non essendoci tra noi alcuna colleganza da giustificare una maggiore confidenza.

  12. Gent.mo Alpini,
    chi è morto in guerra non ha avuto l’opportunità di partecipare a raduni, fare polentate e grandi bevute, con sicuro grande dispiacere.
    A tutti gli altri, i sopravvissuti e quelli che hanno fatto la naja in tempi di (relativa) pace, è rimasta la possibilità di ragionare e scegliere quale significato trarre dall’esperienza vissuta, senza insulsi e inattuabili paragoni.
    Anch’io le chiederei di usare il lei, non essendoci tra noi alcuna colleganza da giustificare una maggiore confidenza.

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