ALMESE, L’IMMIGRAZIONE A GIAVENO E LA LEGA NORD

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di HANA HOLZELOVA

ALMESE – Il convegno della Lega Nord ad Almese, dal titolo “IMMIGRAZIONE O INVASIONE?”, è stato ampiamente ignorato dai cittadini almesini. 

 E così eravamo lì ad ascoltare, solo tre-quattro almesini in tutto, il resto erano aviglianesi e giavenesi, qualcuno addirittura da Milano. Ed ecco qui la mia impressione, parere personale per quel che vale. Carlo Giacone, Sindaco di Giaveno, ha parlato a lungo, descrivendo la situazione creatasi nella sua città dopo l’arrivo dei primi immigrati richiedenti lo status del rifugiato di guerra. 

  
Ha parlato delle imposizioni del Prefetto, del generoso volontariato dei cittadini, delle situazioni sgradevoli nate dopo i numerosi furti nelle abitazioni e l’accattonaggio praticato nel modo invadente tra le bancarelle e nel parcheggio durante il mercato settimanale di sabato. E del disagio dei genitori, per l’occupazione dei giardinetti di fronte alla scuola da parte degli immigrati. 

Ha parlato anche dei guadagni di certe cooperative, nate con modalità e tempismi perlomeno sospetti, ma non illegali, infatti la legalità in Italia è una questione poco chiara, che non segue la logica e nemmeno il semplice senso comune riguardante l’onestà, la trasparenza e la giustizia. Fabrizio Ricca, Capogruppo LN in Consiglio comunale di Torino, ha descritto nel modo molto crudo e realistico la situazione della città di Torino, dove l’immigrazione incontrollata era iniziata almeno 15-20 anni fa, creando situazioni simili a quelle dei ghetti francesi e belgi, dove la stessa polizia dello stato ha paura di entrare, pur essendo a conoscenza dello spaccio di droga all’interno degli edifici occupati. L’assenza delle leggi ed il non rispetto di quelle esistenti, sarebbe il problema più grande. 

La soluzione secondo il relatore leghista, sarebbe di portare la LN al governo. Il discorso di Gianna Gancia, Capogruppo della LN in Regione Piemonte è iniziato con un “cerea”, saluto piemontese che lei ha spiegato al Toni Iwobi, visibilmente divertito. Chissà quante volte avrà già sentito quel spiegone…

 Avevo conosciuto Toni Iwobi nel 1994, quando rappresentavo la Valle di Susa come congressista della Lega Nord a Milano. Era un ragazzo all’apparenza timido e molto gentile, il suo italiano non era perfetto ma si esprimeva meglio di tanti italiani che conoscevo. Umberto Bossi ci prendeva in giro: “Due leghisti extracomunitari, una cecoslovacca e un’africano nero come pece, e poi dicono che siamo razzisti!” La mia battuta di risposta era ogni volta: “ciütu terùn, che io sono molto più nordica di te!”…erano altri tempi. Non ci eravamo più incontrati, con Toni Iwobi, dato che io nel 1995 avevo abbandonato la LN e la Consulta Femminile Regionale del Piemonte, dove rappresentavo la LN. 

 

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3 COMMENTI

    • penso, che ci siano 3 quadri dietro ai relatori.

      Penso che l’ignoranza e la miopia non siano una colpa, ma alcune volte siano sgradevoli.

      E’ evidente l’ignoranza del quadro più significativo alle spalle dei relatori!

      Preciso per chi non è italiano e non può capirne l’importanza che mi riferisco a quello del nostro presidente.
      cordiali saluti Enrico Rocci

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