ALTA VALSUSA, I PASTORI E L’UTILIZZO DEI CANI ANTILUPO PER PROTEGGERE IL BESTIAME

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Fotografie di SIMONE BOBBIO – Testo del PARCO ALPI COZIE

SESTRIERE / CESANA -L’8 e 9 settembre l’ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie ha organizzato in seno al progetto LIFE WolfAlps EU una visita sul campo focalizzata sul tema dell’uso dei cani da guardiania nella prevenzione degli attacchi da lupo in alpeggio.

L’iniziativa, coordinata dal dott. Umberto Vesco, veterinario responsabile della neonata Wolf Prevention Intervention Unit (WPIU), ha visto la partecipazione di oltre quaranta partner del programma europeo provenienti da Italia, Francia, Austria e Slovenia, più una consistente delegazione di veterinari delle ASL torinesi, che hanno avuto la possibilità di “toccare con mano” alcune realtà virtuose nella difesa degli animali domestici dalle predazioni del grande carnivoro.

La prima tappa della due giorni ha interessato l’isolato e impervio vallone di Gran Dubbione, laterale alla Val Chisone, dove pascola un gregge transumante di oltre mille pecore. Il territorio utilizzato in estate dai pastori Piero Pons e Patrik Bertalot e dal loro bestiame presenta pascoli molto ripidi inframmezzati da salti di roccia lungo versanti particolarmente isolati, caratteristiche morfologiche che rendono più difficile la sorveglianza del bestiame e più pericolosi gli attacchi. Pons è stato tra i primi allevatori in Piemonte a dotarsi di cani da protezione e negli anni, sperimentando e confrontandosi con i tecnici e i colleghi.

Grazie al supporto offerto, fin dal 2004, dal Parco naturale Orsiera Rocciavrè, attraverso la consulenza della dott.ssa Silvia Dalmasso, per l’integrazione pastorale dei cani da guardiania all’interno di greggi che monticano, Pons ha perfezionato la gestione ottenendo cani progressivamente più equilibrati e affidabili nelle diverse situazioni che si presentano durante il pascolo. Per questo è stato spesso scelto per la fornitura di cuccioloni già avviati al pascolo, prima nell’ambito del Progetto Lupo e poi nella programmazione 2013-2018 del LIFE WolfAlps.

Il gregge è difeso da otto cani delle razze Cane da Pastore Maremmano Abruzzese e Cane da Montagna dei Pirenei, che hanno consentito di evitare grandi attacchi da parte dei lupi, anche se avvengono ancora predazioni sporadiche, soprattutto su capi isolati. Pons e Bertalot hanno sottolineato ai partecipanti che il lupo è uno dei problemi che rendono complicato il mestiere del pastore, costretto anche a barcamenarsi tra burocrazia farraginosa e normative contraddittorie.

Grazie al lavoro dei cani da guardiania bene addestrati, la principale causa di mortalità tra le loro pecore durante la monticazione estiva non è legata alle predazioni del carnivoro, ma agli inevitabili incidenti, tra cadute di pietre e animali precipitati, che accadono nei pascoli più scoscesi.

Per la tappa seguente il breve viaggio ha cambiato completamente scenario e si è spostato sui versanti del comprensorio sciistico di Sestriere. Qui, i partecipanti hanno incontrato Carla Manzon, una pastora che pascola circa 1200 pecore in un territorio a forte vocazione turistica. Manzon ha scelto di gestire da sola e in autonomia un gregge piuttosto numeroso dovendo necessariamente ricorrere all’utilizzo dei cani da guardiania per la difesa dagli attacchi del predatore.

La presenza dei cani antilupo nelle aree frequentate da escursionisti e ciclisti in mountain bike può rappresentare una problematica per la sicurezza degli esseri umani in quanto i pastori a quattro zampe possono riconoscerli come una minaccia per il gregge e attaccarli. È stato quindi quanto mai necessario per Manzon selezionare soggetti non eccessivamente reattivi, favorire la corretta socializzazione con il bestiame da proteggere e instaurare una relazione di fiducia con i cani, oltre ad abituarli alle attività umane affinché non le percepissero come un pericolo.

Mentre la comitiva del LIFE WolfAlps EU passeggia tranquillamente tra le pecore accarezzando i cani da guardiania che si prestano amabilmente a ricevere coccole in abbondanza, Manzon racconta che l’affabilità dei suoi maremmani verso le persone non riduce in alcun modo i comportamenti di protezione del gregge nei confronti del lupo.

Per la terza visita del workshop esperienziale, il gruppo si è trasferito in Val di Thures, comune di Cesana Torinese, presso l’azienda agricola Bernard, che rappresenta un ulteriore esempio di conduzione del bestiame in montagna con l’utilizzo dei cani da guardiania. Si tratta di una realtà a conduzione famigliare che sorge a 1.800 metri di quota, dove i titolari abitano e lavorano tutto l’anno tra coltivazioni, fienagione e allevamento di bestiame.

L’azienda agricola Bernard ha scelto di allevare i bovini delle Highlands Scozzesi, perché sono animali rustici, in grado di vivere all’aperto anche in pieno inverno, nonostante le abbondanti precipitazioni nevose e le temperature rigide della zona. Riescono generalmente anche a difendersi autonomamente dagli attacchi dei lupi, ma il momento del parto costituisce un’occasione per il predatore.

L’azienda aveva adottato un primo cane per la difesa del gregge di pecore, fornito nell’ambito del Progetto Lupo Piemonte, ma in seguito alla vendita degli ovini il cane si è autonomamente ricollocato a difesa della mandria di bovini Highland, contribuendo alla riduzione dei danni su un livello ritenuto tollerabile.

I titolari hanno anche discusso con i partecipanti i successi e le difficoltà incontrate nella gestione del cane al pascolo brado e nell’introduzione di un secondo cane. Anche in questo caso l’area di pascolo è inserita in una zona particolarmente frequentata da turisti ed escursionisti e ciò impone l’impiego di cani calmi nei confronti delle persone, caratteristica che non ne riduce l’efficacia in caso di attacchi.

La due giorni si è conclusa, sempre nel Comune di Cesana Torinese, in frazione Fenils, presso l’azienda agricola di Elena Manzon, sorella di Carla incontrata il giorno precedente, dove un piccolo gregge di pecore pascola i terreni che circondano l’agriturismo. Anche Elena ricorre ai cani da guardiania per la difesa dai lupi, in un contesto di elevata frequentazione turistica in cui è fondamentale l’utilizzo di cani ben socializzati, che non manifestino atteggiamenti aggressivi con gli esseri umani. In passato ha assistito personalmente a un attacco di lupo sulle sue pecore, sventato dal suo intervento e da quello dei cani da guardiania che si sono dimostrati efficaci contro il predatore pur restando socievoli con gli esseri umani.

Al workshop sul campo organizzato dalle Aree Protette delle Alpi Cozie hanno partecipato i rappresentanti di Città Metropolitana di Torino, Regione Liguria, Regione Valle d’Aosta, ERSAF ossia l’Ente regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste della Lombardia, Parc Natioal du Mercantour, Office Français de la Biodiversité, Università di Vienna e Slovenia Forest Service, oltre ai veterinari delle Asl Città di Torino, To3, To4 e To5. Particolarmente utili, oltre alla visita degli allevamenti, sono stati i momenti di discussione e presentazione che hanno consentito ai partecipanti di scambiare esperienze e opinioni su una sfida come la coesistenza lupi e attività umane che accomuna gran parte dei territori montani dei Paesi alpini.

Il confronto tra attori che si occupano di queste problematiche è uno degli aspetti fondanti del progetto LIFE WolfAlps EU; la possibilità di organizzare e partecipare a un appuntamento internazionale dopo la pandemia da Covid-19 è stata una felice opportunità che ha regalato a tutti i presenti un rinnovato spirito di entusiasmo e positività.

 

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10 COMMENTI

  1. Il giorno che una persona verrà attaccata dai lupi, se mai ci sarà ( spero di no!!) , voglio vedere come gli animalisti difenderanno i loro protetti….

    • Io ne sono testimone personale, mentre effettuavo un escursione nel Canavese in provincia di Torino, 5 cani hanno tentato di aggredirmi, se non che già mi avevano individuato ed abbaiato sulla distanza, il caso vuole che io dovessi proprio passare nelle vicinanze, pertanto prima di proseguire mi sono organizzato a difendermi per un eventuale attacco, non avendo lo spray anticane urticante, mi sono armato di pietre e x le estreme misure di un coltello a serramanico il tutto pronto all uso, giunto nelle vicinanze hanno tentato un attacco ma che io ho respinto con le pietre, pertanto hanno poi desistito. Ora quando vado in montagna ho con me lo spray urticante così evito spargimenti di sangue.

  2. Bella iniziativa ma suggerirei, la prossima volta, di portare una delegazione a visitare la gestione dei cani antilupo in zone famigerate per attacchi non al bestiame ma agli escursionisti (es zona sotto il Rif Stellina … dove prima o poi ci scapperà il morto … ma anche in altre aree … pratoni sotto il clopaca, etc). Provato sulla mia pelle, si rischia di essere attaccati anche passando a notevole distanza dal gregge (e lavorando con cani da soccorso so come comportarmi). Il problema principale è rappresentato, come sempre, dai padroni che non sanno minimamente gestire i cani ed anzi, talvolta, osservano la scena divertiti.

    • E accaduto anche a me. e mi è andata bene, i cani da guardia per il bestiame devono essere all interno del recinto e non nei sentieri dove transitano le persone inoltre vorrei aggiungere senza peraltro essere antipatica elllche tanti anni indietro nella storia della monticazione i capi dovevano essere un tot e non di più al fine di preservare anche la flora e il territorio, ora non è più così controlli non ci sono sentiamo i camion passare alle 3 o 4 del mattino, non credo sia una cosa giusta
      Inoltre mi auguro che i famosi maremmani da guardiania vengano trattati un po meglio dei comuni cani da pastore e non si pensi solo e sempre al guadagno

      • Tra l altro al mattino presto, spesso accade che non siano presenti i titolari dei cani, che in vista degli escursionisti a volte escano anche dalla recinzione x aggredire. Infatti consiglio che in vista dei cani, meglio avere a portata di mano lo spray urticante anticane. Poi x le eventuali denunce si vedrà, intanto meglio proteggersi per prima cosa

  3. E’ un articolo-relazione che cozza pesantemente con la realtà delle situazioni che si incontrano in montagna.
    Ci sono zone dove prevalgono gli alpeggi per le mucche come in Val d’Aosta….e lì non ci sono problemi ma sulle Cozie come sulle Marittime e sul lato alpino francese, (Queyras Ubaye o zona Briancon), la situazione è ben diversa.
    I maremmani sono cani aggressivi, altro che storie…..come amici che frequentiamo assiduamente la montagna con la mtb o a piedi ormai ci portiamo dietro, per eventuale difesa, lo spray al peperoncino……spesso rinunciamo a un percorso perchè sappiamo che in quella zona ci sono i maremmani…. e tutto ciò è inaccettabile.
    Spesso non c’è il pastore e i cani non sono controllati, e anche se conosciamo le regole di comportamento queste non bastano a darti tranquillità e sicurezza perché se il gregge è in movimento il rischio di venirne a contatto è alto e scatta l’aggressione dei cani da guardiania.
    Un elenco delle aggressioni ? le si può trovare facilmente su internet e sono solo una piccola parte perché i media ne parlano solo se il fatto è molto grave.
    Personalmente posso dire che più volte siamo stati costretti a cambiare strada….che tre amici hanno già conosciuto i denti dei maremmani…..che ho rischiato in ben cinque situazioni di essere azzannato difendendomi con lo scudo della mtb……che il rischio aumenta se si porta il proprio cane (al guinzaglio ovviamente) perché in questo caso l’aggressione è scontata.

    Si tratta di fare alcune cose:
    primo mettere un freno alla diffusione del pastore maremmano come cane da guadiania, secondo se utilizzati devono essere sempre tenuti all’interno dei recinti “elettrificati” e garantita la presenza del pastore dall’alba al tramonto, terzo il pascolo deve avvenire a distanza di sicurezza dai sentieri e dagli sterrati frequentati dagli escursionisti, quarto i cani devono seguire un addestramento specifico che ne disincentivi l’aggressività verso l’uomo, quinto in caso di aggressioni al pastore, oltre alla multa e ad eventuali sanzioni penali, il cane da guardiania deve essere tolto.
    Ma le Regioni sono inadempienti rispetto a una precisa regolamentazione… e poi non saprebbero nemmeno come farla rispettare.
    Restiamo semplicemente in attesa di un prossimo tragico evento, come quello avvenuto recentemente in Calabria.
    L’ articolo, teorico e avulso dalla realtà delle situazioni che si incontrano sempre più sovente in montagna, non aiuta ad affrontare il problema.

    • Infatti, i provvedimenti si prenderanno(???) solo dopo qualche tragico evento, e magari poi diranno che la colpa è di chi è stato morso
      Così funziona….

    • Confermo io faccio parte delle forze dell’ ordine, purtroppo gli attacchi alle persone sono aumentati ultimamente ed io che vado in montagna spesso, ritengo sia assurdo che debba camminare portando con me la pistola d ordinanza, essendo già stato aggredito da una muta di 5 cani di razze miste, senza che fossero presenti i titolari dei cani, è andata bene che li ho allontanati con lanci di pietre e non con l arma, anche xké si dà il caso che io amo gli animali, ma a volte estremi mali, estrema difesa. Ora mi sono munito di spray urticante anticane.

  4. Ottime le “cose” richieste (non suggerite, proprio richieste) da Giò.
    Vorrei però che mettesse nero su bianco la sua disponibilità a pagare una toma 80,00 euro al kg ed un pedaggio di euro 40,00 (più o meno come uno ski pass) per ogni gita attraverso i territori dove margari e pastori lavorano in condizioni del tutto disagiate per quasi cinque mesi all’anno.
    Se durante un bella gita Le capiterà ancora di incontrare un pastore ed i suoi animali, provi a pensare che Lei se va a zonzo per diletto mentre lui lavora e non ha mai smesso di farlo dal giorno in cui è salito in alpeggio.
    Sarà strano, ma nel mese di agosto non mi è mai capitato di incontrare pastori e margari a passeggio con la fidanzata sul lungo mare di Cesenatico o nella piazzetta di Porto Cervo.
    Le raccomanderei infine di lasciare a casa lo spray al peperoncino, sperando che il riferimento fosse solo una battuta di (poco) spirito.

  5. Da una parte, lamentarsi di chi lavora nel proprio ambiente, per i possibili disagi provocati al proprio divertimento, è la più becera delle manifestazioni che una persona può fare. Dall’altra parte, lamentarsi per la presenza di predatori selvatici, con attacchi che normalmente avvengono nei momenti di vero e proprio abbandono delle greggi o mandrie da parte dei pastori, è altrettanto da becere persone. Da una parte, basterebbe limitare le zone percorribili da turisti nei periodi e nelle aree di ” LAVORO ” dei pastori. ( qualcuno ha mai fatto un’escursione per divertimento all’interno di qualche fabbrica o uffici, liberamente senza autorizzazioni o senza essere accompagnati? )
    Dall’altra, sarebbe da obbligare la presenza continua dei pastori accanto alle loro greggi o mandrie. Tante volte mi è capitato di andare in alta montagna ( io in montagna ci vivo) e trovare mandrie completamente sole, guardate solo dai cani, e verificato personalmente che per oltre 48 ore, ne di giorno, ne di notte, i pastori erano presenti. Per ogni cosa c’è la soluzione, basta buon senso.

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