ASL TO3, LA FUGA DEI MEDICI: IN TRE ANNI SI SONO DIMESSI IN 41 / LETTERA ALLA NUOVA DIRETTRICE GENERALE

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RICEVIAMO DAL SINDACATO DEI MEDICI (Anaao Assomed Piemonte) 

Egregia dottoressa Dall’Occo, neo direttrice generale dell’Asl To3

il buon marinaio si riconosce nel maltempo. E per la sanità, tempi peggiori da tempo non si vedevano. Lei è stata scelta per guidare nella tempesta del Covid l’Asl To3, ma anche di altre tempeste è agitato il mare.

A partire da gennaio 2018, dunque in epoca pre-pandemica, nell’Asl To3 in 36 mesi si sono dimessi 41 medici, di cui 23 donne. Più di un medico al mese, come peraltro in molti altri ospedali del Piemonte. Nel 2019, tredici colleghi sempre della Sua Asl hanno cercato di passare alla medicina di famiglia. I numeri che presto analizzeremo per il 2020 saranno peggiori. E non per il Covid. Perché nessuno di noi si è tirato indietro davanti alla pandemia. Ma perché il lavoro è sempre più faticoso ed usurante, soprattutto per le donne, soprattutto per quelle con figli.

Solo a Susa, negli ultimi mesi ben due giovani colleghe si sono licenziate. Le giovani dottoresse dovrebbero essere le forze su cui investire, le professionalità da far crescere, da tenersi strette, strettissime, in particolare per un presidio in area disagiata come quello di Susa. E invece sono state abbandonate, loro sono andate a lavorare nel privato e i pazienti aspetteranno che qualcuno, forse, partecipi ad un nuovo concorso per sostituirle.

Perché non è facile trovare medici da assumere, soprattutto in alcune specialità: la carenza di specialisti è l’altra piaga che la To3 deve fronteggiare, come tutte le altre Asl in Piemonte.

Per il Covid sono stati contrattualizzati medici privi di specialità, che nei reparti della To3, a Rivoli soprattutto, si sono formati, inseriti nel gruppo, e in questi mesi hanno aiutato a gestire l’ondata pandemica. Ora tanti di loro (25, parrebbe) sono entrati in specialità e quindi hanno dovuto lasciare il posto di lavoro negli ospedali dell’Asl per proseguire il loro corso di studi. Ad oggi non si sa se e quando verranno sostituiti. L’Anaao Assomed aveva avvertito la Regione di questo rischio, e ricevuto rassicurazioni di un fantomatico accordo con l’Università per trovare nuovi colleghi, ma questa è un’altra storia.

Adesso, la realtà è che il Dipartimento di Medicina fatica a coprire i turni. Con il Covid, ci sarà il problema della campagna vaccinale alla popolazione: l’organizzazione sarà migliore oppure torneremo alle code, come per i tamponi all’hotspot di Rivoli, simili al casello autostradale a Ferragosto, quando c’è un incidente?

Ma soprattutto: come saranno smaltite le liste d’attesa per le visite ambulatoriali, gli accertamenti, gli screening, gli interventi? Quanto aumento di mortalità porterà questa attesa?

I pazienti cronici che stiamo riprendendo a vistare, sono pazienti più complessi rispetto all’inizio della pandemia. Aver saltato i controlli è costato caro: è costato il peggioramento della patologia psichiatrica, forse irrecuperabile, il peggioramento della funzionalità renale, delle complicanze del diabete, dell’asma e ancora e ancora e ancora. Secondo i dati Istat, la variazione percentuale dei decessi per il complesso delle cause nel periodo febbraio-maggio 2020, confrontata con la media dello stesso periodo del 2015-2019, in Piemonte è stata del 33%. Sicuramente la maggior parte di questi decessi sono attribuibili al Covid in modo diretto, ma una quota imprecisata è conseguenza della sospensione dell’attività ordinaria, che va ripresa al più presto, e non delegata al privato.

Dunque, la situazione sembra seria. Le auguriamo, e soprattutto ci auguriamo, che Lei possa avere umiltà, competenza e coraggio. Umiltà per confrontarsi con i lavoratori e la popolazione del territorio. Competenza, perché non ci sono soluzioni semplici per problemi complessi.

Coraggio, per portare avanti scelte giuste, anche contro chi l’ha nominata.

Buon lavoro

Anaao Assomed Piemonte

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3 COMMENTI

  1. interessante, sarebbe curioso poter conoscere anche le percentuali di licenziamento del personale del comparto, per sfatare il mito del posto sicuro e confortevole del pubblico impiego.

  2. Sarebbe soprattutto curioso sapere perché nel mondo pubblico la gente si parla tramite lettere ai giornali. Saremo strani noi che nel privato ci parliamo faccia a faccia negli uffici.

  3. beh, dal punto di vista monetario e legale, la medicina del territorio è un’oasi di pace e ricchezza. No notti, no festivi, no aggressioni come invece accade nei pronto soccorso. Pazienti su prenotazione, visite a domicilio centellinate. È un altro lavoro pagato molto molto bene. Chi nega questi fatti oggettivi è complice senza se e senza ma. Inoltre, le spese di studio vengono divise tra i vari medici di studio. Non basta? parliamo dei turni ospedalieri? straordinari? recuperi mai fatti? Siamo seri: squilibrio ospedale territorio peraltro senza benefici per l’utenza. Un giorno le cose cambieranno.

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