AVIGLIANA E CRISI AZIMUT: LA CGIL CONTRO L’ACCORDO SUI LICENZIAMENTI / “SCIOPEREREMO ANCORA”

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di GIOVANNI MILESI (Sindacalista Cgil)

Ieri la direzione Azimut Yachts Avigliana, azienda di proprietà del dimissionario onorevole Vitelli e del socio di minoranza Tamburi Investiments, ha raggiunto l’accordo per licenziare 60 lavoratrici e lavoratori con le segreterie esterne di UGL CHIMICI e FAILC CONFAIL, senza la firma dell’Unione Industriali di Torino e senza tener conto dell’opinione della RSU e delle organizzazioni sindacali che contestavano i licenziamenti visto l’elevato numero di ore di lavoro straordinario comandato effettuate nell’arco del 2015.Si tratta di un accordo su licenziamenti a fronte di forti aumenti produttivi nelle ultime stagioni nautiche, per questo la FILCTEM CGIL più volte nel corso degli incontri sindacali ha richiesto i dati delle ore di lavoro straordinario effettuate nel 2015, dati che l’azienda si è sempre rifiutata di consegnare in barba al vigente CCNL di settore che sancisce l’obbligo di comunicazione alla RSU.

Questo accordo non contiene alcun piano industriale e garanzia occupazionale per coloro che continueranno a lavorare in Azimut Avigliana. FILCTEM CGIL, lavoratrici e lavoratori avevano già contestato l’apertura delle procedura di mobilità con un pacchetto di 24 ore di scioperi effettuate e partecipate da oltre il 90% delle maestranze.

Si tratta di un accordo che oltre a non dare garanzie alle maestranze, sancisce un grave principio: per stipulare accordi sindacali si può fare a meno di lavoratrici e lavoratori. Le organizzazioni sindacali firmatarie sono in netta minoranza, UGL e FAILC non arrivano a contare 50 iscritti su 930 lavoratori contro i circa 400 della FILCTEM CGIL e gli oltre 100 dei COBAS.

Chiediamo alla proprietà nella persona del Dott. Paolo Vitelli, che fino ad alcuni mesi faceva parte del parlamento Italiano, per il ruolo istituzionale rivestito, di garantire la democrazia sindacale e il rispetto dell’opinione dei propri dipendenti, valori che dovrebbero essere intrinsechi nella mentalità di chi ha ricoperto ruoli istituzionali di tale rilievo e verso i quali si dovrebbe fare garante, ridiscutendo un accordo che non tiene conto dell’opinione della grandissima maggioranza dei suoi dipendenti, e di tener fede ad un passaggio delle sue dimissioni da parlamentare “oggi torno alla mia attività di imprenditore che conto di coronare traghettandola alle nuove generazioni perché possano continuare a dare lavoro a tante famiglie. Forse sono più utile al paese in questo mio ruolo. Rimane intatto il mio impegno civile per una rinascita non solo economica ma anche culturale ed etica del paese. Non potrò attuarlo in Parlamento: cercherò di attivarmi almeno sul mio territorio”.

 

Per questi motivi FILCTEM CGIL TORINO congiuntamente alla propria RSU dichiarano un pacchetto di ulteriori 32 ore di sciopero da effettuarsi nei prossimi giorni.

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