AVIGLIANA, INTERVISTA AL NUOVO SINDACO ARCHINÀ: “UNA CAMPAGNA SOFFERTA E SOPRA LE RIGHE. CI HANNO SCELTO PER L’EMPATIA E LA SEMPLICITÀ”

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La proclamazione a sindaco di Andrea Archinà, a cui hanno assistito anche Tatjana Callegari e Angelo Roccotelli

di JESSICA VALERIANO

AVIGLIANA – Il giorno dopo la proclamazione a sindaco della città, ValsusaOggi ha intervistato Andrea Archinà.

Sindaco Andrea Archinà, perché secondo lei gli aviglianesi hanno scelto nuovamente Avigliana Città Aperta?
Perché credo che siamo riusciti a trasmettere fiducia e ad instaurare con gli elettori quell’empatia che deve legare i cittadini a chi si candida a rappresentarli nelle istituzioni. Consapevoli dei limiti che questo particolare contesto nazionale ed economico impone ai piccoli comuni, non abbiamo mai proposto dei progetti mirabolanti, ma nel nostro programma abbiamo presentato quello che abbiamo fatto in questi cinque anni e come pensiamo di proseguire soffermandoci su aspetti concreti che influenzano quotidianamente la vita degli aviglianesi. Nei tanti incontri fatti sul territorio in questi due mesi, abbiamo sia raccontato che ascoltato e credo che lo scambio positivo che ne è scaturito abbia poi generato un passaparola tra i cittadini, che si sono convinti della bontà delle nostre intenzioni, ma soprattutto del nostro operato.

Come giudica questa campagna elettorale?
Una campagna sofferta e in molte occasioni al di sopra delle righe, basata maggiormente su attacchi “contro” qualcuno (noi maggioranza uscente in particolare), piuttosto che con proposte “a favore” di qualcosa. Spesso mi sono chiesto se alcuni competitori fossero realmente consapevoli di che cosa li attendesse nel caso in cui fossero stati eletti. Perché ho considerato alcune iniziative elettorali molto altisonanti per una cittadina come la nostra. Quasi come se si corresse più per una sfida personale, che per una che guarda al futuro e al bene di una città intera. Ognuno ha il suo stile, legittimo fino a quando si mantiene nei termini della legalità, forse i cittadini hanno anche tenuto conto anche di questo nella loro scelta. Noi abbiamo, infatti, guardato soprattutto al cuore dei problemi proponendoci ai cittadini con quella sobrietà che la società chiede alle istituzioni, ma soprattutto cercando di renderli consapevoli delle difficoltà che oggi gli amministratori locali incontrano nel risolvere anche problemi banali. Credo che anche questa sincerità e semplicità abbia pagato.

Toni Spanò afferma che lei “è un sindaco che rappresenta una minoranza”. Cosa replica?
Che lo sarebbe stato quasi certamente anche lui se fosse divenuto sindaco. Si sapeva fin dall’inizio della campagna elettorale che chiunque avesse vinto non avrebbe raggiunto la maggioranza assoluta dei voti. Questo ci deve far riflettere sul progressivo sfilacciamento della società civile, oggi concentrata particolarmente su ciò che divide piuttosto che su ciò che unisce. Le continue ed estenuanti polemiche sui social network ne sono una testimonianza lampante. Tuttavia, è insito nel sistema elettorale dei comuni sotto i 15.000 abitanti il rischio che sia poi una minoranza ad amministrare. Sono le regole della democrazia: o si ha la forza di cambiarle a tutti i livelli istituzionali, o le si accetta con tutti i loro pro e contro. In ogni caso, dal momento che in questi cinque anni nelle sedute del consiglio comunale, questo argomento è stato sempre uno dei suoi cavalli di battaglia, mi auguro non continui ad essere un mantra, ma che lasci spazio a delle proposte più concrete e fattive su cui provare a fare reale sinergia.

La maggior parte degli elettori ha votato le altre liste: come si comporterà in tal senso? Dialogherà con le minoranze?
Noi siamo stati eletti sulla base di un programma elettorale. Quella deve essere la nostra strada maestra, l’impegno preso con i cittadini. Leggendo i programmi delle liste concorrenti, almeno con altre due – Avigliana Viva e 5 Stelle – mi pare ci siano alcune, se non molte affinità (forse anche perché in alcuni casi elaborate in modo generico o perché riprendevano iniziative già attuate da questa amministrazione). Proprio per queste affinità credo che, realizzando il nostro programma, la maggioranza non potrà rimanere delusa e in ogni caso il dialogo è insito nel funzionamento delle commissioni consiliari che rappresentano il luogo istituzionale per eccellenza dove instaurare il confronto. Mi auguro che si sapranno sfruttare in modo positivo, dal momento che nei cinque anni passati molto spesso non godevano di grande partecipazione da parte delle minoranze stesse. In ogni caso spero si archivino i toni assolutamente ingiustificati degli ultimi giorni. Mi paiono comunque esserci stati segnali di distensione, con la presenza alla proclamazione ufficiale da parte di Tatjana Callegari e Angelo Roccotelli e gli auguri di buon lavoro pervenuti telefonicamente da Mario Picciotto.

Riallaccerete un rapporto coi Cinque Stelle, nonostante le asprezze in campagna elettorale?
Il distacco con i Cinque Stelle non lo abbiamo ricercato noi, ma è stato determinato autonomamente dal movimento in previsione di questa campagna elettorale. Personalmente non ne ho capito ancora il senso. Qualcuno dice che saremmo dovuti essere noi di “Avigliana Città Aperta” a coagularci sotto il cappello del Movimento di Grillo. Questo sarebbe stato assolutamente contrario ai principi di qualsiasi comitato civico in cui, come nel nostro caso, i componenti si sono spogliati della loro “appartenenza partitica” per aderire ad un progetto che prima di tutto ha a cuore il bene della città con le sue molteplici problematiche. Per risolvere queste ultime non è affatto necessario aderire ad un movimento o un partito nazionale, bisogna soprattutto conoscere il territorio locale e le sue esigenze. Se il presidio ospedaliero del Sant’Agostino è rimasto su questo territorio lo dobbiamo alla nostra tenacia e a quella di Angelo Patrizio, non certo ad appoggi politici importanti come quelli vantati in alcuni casi da certi aderenti al Movimento Cinque Stelle. Si può fare della buona politica anche senza tessere di partito e in ogni caso vale il discorso di prima: se ci saranno congiunture favorevoli e una opposizione costruttiva, sul merito si sapranno trovare le opportune soluzioni. E questo vale per tutti.

Qual è il primo atto di rilievo che farà da sindaco?
In primis formare la giunta che mi affianchi in questo impegnativo compito. Nella squadra degli eletti ho a disposizione persone con spiccate sensibilità ed esperienza professionali di rilievo, oltre a figure con una recente esperienza da amministratori. Poi fare in modo che questa squadra, unita alla maggioranza tutta, abbia a disposizione un metodo efficiente per interfacciarsi con la macchina tecnico-amministrativa rappresentata dagli uffici. Solo l’insieme di questi due componenti potrà garantire la realizzazione di quanto previsto del programma elettorale e ovviamente la risposta efficace alle esigenze che in questi cinque anni i cittadini ci sottoporranno. Mi piace definirmi un garante e il primo propulsore di questo processo, non certo un uomo solo al comando.

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1 COMMENTO

  1. Complimenti e buon lavoro al nuovo eletto sindaco Andrea ARCHINA’. Vorrei però spostare il riflettore su un dato che mi lascia sconcertato se non inorridito: l’affluenza alle urne dei cittadini aviglianesi. Poco più del 60% degli aventi diritto al voto si è recato alle urne per esprimere la propria preferenza……ma come, devo scegliere chi mi amministrerà e non vado a votare? Insomma è semplicemente vergognoso. Non lamentiamoci poi che le cose non cambiano mai, perchè non ci proviamo nemmeno a farle cambiare. Sono dell’avviso che soprattutto nei comuni come il nostro, si debbano votare le persone, prima ancora dei partiti, in quanto conosciamo personalmente gli individui che, chi più chi meno, incontriamo quotidianamente. Ancora una volta abbiamo dato dimostrazione che siamo sempre e solo capaci a lamentarci, ma che quando abbiamo la possibilità di modificare le cose, preferiamo andare al mare…….

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