AVIGLIANA, SCOPPIA IL CASO DEL CAFFE’ TRITOLO TRA GESTORI E COMUNE. L’ASSOCIAZIONE: “RISCHIA DI CHIUDERE PER SEMPRE”. IL SINDACO: “LI HO TRATTATI COME DEI FIGLI, MA CI SONO DELLE REGOLE”

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TRITOLO

Scoppia il caso Caffè Tritolo ad Avigliana. I gestori del locale, nato nel 2007 e diventato un posto di ritrovo per centinaia di giovani della Valle, hanno lanciato una petizione molto critica contro il Comune di Avigliana. A settembre lasceranno l’attività, e tramite il sito avaazz.org lanciano un appello: “Il Caffè Tritolo di Avigliana rischia di chiudere per sempre: l’amministrazione comunale ha deciso di sacrificare i progetti dell’attuale gestione sulla base di un piano economico irragionevole, senza alcun margine di trattativa – dicono nella petizione – dopo 7 anni di crescita, investimenti, sviluppo e attività costruttive, l’esperienza del Tritolo viene così messa al muro. Senza prospettive future”.

Il sindaco Angelo Patrizio, però, replica alle accuse: “Trovo scorretta questa operazione, dopo che in tre anni ho fatto di tutto per arrivare ad un accordo,  li ho trattati come dei figli e sono stati molto bravi a lanciare l’attività – spiega il primo cittadino – per andargli incontro ho fatto anche modificare alcune delibere e la convenzione, ma non c’è stato verso di arrivare ad un’intesa”.

Al centro della questione ci sono due questioni: la nuova somma di affitto richiesta per il locale e le attività da svolgere al suo interno rispettando le normative di legge: “Non è corretto che il sindaco si prenda le proteste, e loro gli incassi per gli affari” dice con una battuta il primo cittadino.

“Per convenzione, quella struttura è nata come semplice bar, e non per organizzare eventi anche in zone esterne al di fuori delle regole – aggiunge Patrizio – con il passare del tempo, per merito dei gestori, sono riusciti  ad organizzare iniziative con centinaia di persone, ma aldilà del limite consentito dalle norme. Gente in strada, occupazione del prato vicino, rumori e problemi vari. L’ultimo caso c’è stato a Pasquetta, con l’Acsel che non è riuscita a ripulire l’area in un giorno solo, proteste dei cittadini, ecc. Nonostante questo, per tre anni ho cercato di arrivare ad un compromesso con loro, ponendo delle regole, e ho fatto delle proposte concrete, come ad esempio la recinzione di un’area apposita, a carico del comune, in modo da definire gli spazi adibiti agli eventi organizzati dal Caffè Tritolo, perchè ci sono dei limiti legati alla capienza del locale che vanno rispettati, e non si può stare a bere in mezzo alla strada. Ma è stato tutto inutile, non hanno voluto accettare le proposte e a settembre hanno detto che andranno via”.

Come è scritto sulla petizione, “Il Caffè Tritolo è un locale molto particolare. Sede di un Associazione culturale e punto di aggregazione per una moltitudine di realtà locali, è Bar di giorno, birreria di sera, area ricreativa per famiglie e bambini. Un luogo per eventi mondani e culturali d’inesauribile varietà che hanno coinvolto negli anni decine di migliaia di persone. L’iniziativa nasce nel 2007, su gara d’appalto della Città di Avigliana, e fin da subito gode di grande successo grazie ad una programmazione senza precedenti sul territorio della Valsusa. L’Associazione MusicAround, che lo gestisce, investe grandi risorse per aumentarne le capacità ricettive e la funzionalità degli spazi”. Terminato il periodo di convenzione, però, arriva il nodo dell’affitto e delle regole.

IL CANONE DI AFFITTO DA 200 A 800 EURO AL MESE

“L’Amministrazione di Avigliana ignora il valore sociale e culturale dell’iniziativa – accusano i gestori nella petizione – arrivano proposte intransigenti in cui viene addirittura annullato il valore dell’avviamento dell’attività. Per meri calcoli matematici, senza alcuna analisi di sostenibilità, i canoni di gestione vengono ottusamente quintuplicati. A questo si aggiunge la crescente difficoltà di collaborare con gli uffici comunali: proporre iniziative innovative e ottenere patrocini diventa quasi impossibile”.

Secondo l’associazione “Nel 2013 il tanto atteso rinnovo della gestione (6 anni + 6), tarda ad arrivare. Prima una proroga parziale, poi trattative turbolente, ciniche ed inique che si dilungano per oltre un anno. Il Tritolo è costretto a congelare gli investimenti, a disinvestire sulla cultura e l’innovazione. Nel frattempo la crisi economica investe tutte le attività del circondario”.

Dal canto suo, il sindaco si difende: “All’inizio l’affitto era di 200 euro al mese, perchè si partiva da zero – dice Patrizio – ora chiaramente si doveva adeguare rispetto alla mole di affari e all’attività svolta, visto che i ragazzi sono stati bravi ad organizzare eventi e creare un ampio giro di clientela. Non si poteva tenere l’affitto a 200 euro mensili. Con gli uffici comunali si era proposta una cifra, poi ribassata: inizialmente era sopra i 1000 euro, poi siamo scesi a 700/800. Subito l’associazione si era detta entusiasta della mediazione, ma poi hanno cambiato idea, e ci hanno detto che avrebbero rinunciato da settembre, spostandosi altrove”.

I gestori la vedono diversamente, e sostengono che l’addio al Caffè Tritolo sia una scelta obbligata: “Allo stato attuale delle cose, l’unica possibilità per l’attuale gestione, è di gettare la spugna è volare via. Altrove – scrivono sulla petizione – l’ennesimo fallimento per una storia di potenziale successo cresciuta dal basso? Un’ulteriore sperpero di risorse autoctone? Silenzio e rassegnazione, è questo quello che vogliamo per il nostro territorio? Questa è una scommessa troppo azzardata, che minaccia anni di immobilismo e la disgregazione di tutto ciò che di buono è stato fatto fino ad ora”.

LA QUESTIONE DELL’ECOMUSEO DEL DINAMITIFICIO NOBEL

Secondo i gestori del Caffè Tritolo, “L’Ecomuseo del Dinamitificio Nobel, splendida memoria di archeologia industriale gode,  totalmente autofinanziato, di un esponenziale aumento di visibilità e di pubblico grazie al crescente interesse su tutta l’area.Tuttavia, evidentemente, non tutto ciò che funziona ha vita facile – accusano – le casse dell’amministrazione piangono e, a conti fatti, la scelta di tergiversare si rivela più che distruttiva. L’Ecomuseo viene chiuso per l’assenza di un piano di agibilità e i 10 dipendenti perdono l’occupazione”.

Per questo, i gestori fanno un’ulteriore richiesta al Comune: “Chiediamo che venga riconosciuto il valore di ciò che questa realtà ha creato dal 2007 ad oggi, e che vengano resi pubblici i progetti a lungo termine sull’area dell’Ex Dinamitificio”.

Il sindaco Patrizio ribatte: “Sono davvero dispiaciuto che i ragazzi gettino la spugna, ed è giusto incentivare i giovani, ma ci sono delle regole da rispettare, che valgono per tutti – spiega – i gestori hanno rifiutato due proposte che avevamo fatto per arrivare ad un compromesso, cambiando anche delle delibere e prendendoci a carico alcuni investimenti, ma non possiamo fare altrimenti”.

E cosa succederà da settembre? “Faremo un nuovo bando pubblico per la gestione del caffè Tritolo e dell’area dell’ex Dinamitificio, auspicando che ci siano nuove offerte di gestione” conclude il sindaco. Ma sembra che la questione non si concluderà qui.

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2 COMMENTI

  1. Se proprio ci tengono al loro locale ed alla loro associazione 800 euro mensili non sono poi così tanto. Dovessero chiedere il costo in corso laghi che alle 20 chiudono. ….altro che 800….

  2. BISOGNA DIRE LA VERITA’
    Gli 800 euro dichiarati dal sindaco sono in realtà 1000€. Portati a 850€ solo in virtù della rinuncia a tutti i diritti di avviamento dell’attività. Bisogna inoltre fare i conti considerando i servizi obbligatori che la gestione ha a suo carico, quantificati dagli stessi uffici comunali in circa 40.000 euro annui (apertura del museo 5 giorni a settimana, oltre eventuali giorni festivi e feste comandate + pulizia dell’intera struttura, manutenzione ordinaria e taglio del verde di un’intera collina). Troppo facile fare i conti senza l’oste.

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