BARDONECCHIA E LA SCUOLA MATERNA, LA REPLICA DELLA BRONDOLIN: “LE FASCE ISEE IN REALTÀ SONO TROPPO BASSE, LA FAMIGLIA NON DEVE AVERE REDDITO”

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di MAURA BRONDOLIN

Mi permetto nuovamente di ribattere alle dichiarazioni fatte a riguardo ed in risposta al mio appello pubblicato la settimana scorsa su questo giornale a proposito delle fasce Isee e del diritto costituzionale di tutti i bambini all’educazione ed all’inserimento sociale pre-scuola dell’obbligo.

Tengo a precisare che io assolutamente non metto in discussione l’impegno da parte del Comune nel sostenere con un corposo contributo l’Associazione Scuola Materna di Bardonecchia, anzi da quest’anno scolastico ancora incrementato in virtù dell’attivazione della Sezione “Primavera” nella suddetta scuola, in aggiunta alle tre sezioni di scuola materna, resa possibile anche proprio grazie al contributo ed alla disponibilità del Comune, mentre non mi trovo assolutamente d’accordo sul fatto che questo ingente contributo faccia si che le rette siano contenute e garantiscano quindi la possibilità di accesso ad ogni famiglia e quindi ad ogni bambino, nel principio di non discriminazione sancito dalla Costituzione Italiana e ribadito anche nella convenzione stipulata proprio a rinnovo tra il Comune di Bardonecchia e l’Associazione Scuola Materna di Bardonecchia, ultima, il 20 gennaio 2015.

Le fasce Isee stabilite dal Comune sono troppo poco scaglionate e troppo basse ed andrebbero equiparate a quelle per il diritto allo studio della Regione Piemonte, che arrivano sino ad un tetto di € 28.000, la gratuitità è garantita solo per fascia Isee inferiore a € 2000, praticamente la famiglia non deve avere reddito… e di cosa vive? Di lavoro nero?… Interessante domanda.

Per quanto riguarda la possibilità di rivolgersi ai servizi socio-assistenziali, io lascerei questa eventualità proprio ai casi estremi, perchè purtroppo posso affermare, anche per vicissitudini personali, che spesso non possa che accrescere la situazione di disagio in un contesto magari già di sofferenza e difficoltà familiare, non nell’interesse del minore.

La proposta di far diventare la scuola comunale andrebbe valutata e discussa testando le opinioni proprio delle famiglie fruitrici di tale servizio, era partita già qualche anno fa e poi boicottata, il veto del blocco assunzioni riguarda gli enti pubblici ma da luglio 2015 dopo approvazione emendamento, non l’ assunzione di personale per scuole dell’ infanzia.

La mia non era una polemica sterile, ma un invito rivolto al Comune, come rappresentante dello Stato, ad una maggior partecipazione e controllo nei confronti di un organismo nato come Associazione di utilità sociale e non azienda privata, proprio in virtù dell’ingente impegno economico sostenuto, non ho mai messo in discussione il contributo gratuito dello “Staff manageriale”, non mi permetterei mai, ma sinceramente dodici dipendenti mi sembran esagerati!!!

Chiedo che vengano rispettati gli accordi di convenzione, che funzioni la Commissione di controllo e che valuti il rispetto di tutti i punti sanciti in convenzione, a difesa del diritto costituzionale di ogni bambino alla non discriminazione, all’educazione, all’inserimento socio-culturare indipendentemente dal contesto di provenienza, tantopiù che la “Don Bellando” è una onlus… e d’ispirazione cattolica.

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