BARDONECCHIA, SEQUESTRATO L’HOTEL DI CAMPO SMITH PER BANCAROTTA / VIDEO

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BARDONECCHIA – Nel corso della mattinata odierna, i Finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria Torino hanno proceduto al sequestro di un noto complesso turistico situato a Bardonecchia (TO), all’interno del Villaggio “Campo Smith”, rinomata località sciistica della Val di Susa. Il provvedimento cautelare colpisce l’Hotel Rivé (quattro stelle, 77 camere e 250 posti letto), gli annessi centro benessere e palestra, il ristorante il “Faggio Rosso”, nonché il diritto all’utilizzo delle insegne. Il valore dei beni cautelati ammonta a otto milioni di euro circa.

L’hotel Rivè, che nel frattempo ha cambiato gestore, è comunque aperto e lo sarà per tutta la stagione.

L’attività di indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Torino, Dott. Fabio Scevola, trae origine dal fallimento di due società – riconducibili allo stesso soggetto (C.L. di anni 70) – che, tra il 2004 e il 2010, hanno complessivamente gestito le attività sequestrate: la VALICO S.r.l. e la sua controllante IMMOBILIARE UBERTAS S.r.l.. In particolare, le investigazioni condotte dalle Fiamme Gialle hanno permesso di ricostruire il meccanismo fraudolento realizzato dai quattro indagati piemontesi (S.G. di 54 anni, S.M di 58 anni, D.L. di anni 69 e il citato C.L.), i quali, vista la grave situazione di crisi che caratterizzava le due imprese, prossime allo stato di insolvenza, hanno trasferito il patrimonio delle stesse ad un terzo soggetto giuridico (ALPIGEST S.r.l.), al fine di sottrarlo ai creditori.

GUARDA IL VIDEO DELLA GUARDIA DI FINANZA:

Il sistema di spoliazione è stato realizzato attraverso le cessioni, prima di un contratto di leasing, e poi di un ramo di azienda riguardanti l’intero complesso alberghiero, effettuate senza alcuna valida ragione economica e a prezzi inferiori, non solo a quelli di mercato, ma addirittura a quelli di acquisto sostenuti dalle due società, poi dichiarate fallite. Attraverso tali atti è stato determinato un depauperamento del patrimonio societario per oltre sette milioni di euro.

Le operazioni in parola hanno configurato il reato di bancarotta fraudolenta aggravata, per il quale sono stati denunciati all’Autorità giudiziaria torinese gli amministratori delle società coinvolte ed è stato disposto, da parte del Giudice per le Indagini Preliminari, Dott. Giorgio Potito, il sequestro preventivo dei beni mobili ed immobili sottratti alle fallite.

Nel corso delle investigazioni sono state, altresì, riscontrate reiterate azioni volte a dissimulare nei confronti dei soci e dei pubblici stakeholder il dissesto economico e finanziario in atto, mediante l’iscrizione a bilancio di crediti e di immobilizzazioni fittizie, nonché sopravvalutazioni del patrimonio netto.

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