BORGONE SUSA, GLI ANZIANI DELLA CASA DI RIPOSO HANNO RIVISTO I PARENTI GRAZIE AL GAZEBO DEGLI ABBRACCI

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di IVO BLANDINO

BORGONE SUSA – Oggi Elisa ha potuto vedere, parlare dal vivo e toccare le mani della sua mamma, ospite della casa di riposo di Borgone Susa. Non accadeva da mesi, perchè ormai da mesi gli incontri avvenivano tutti solo in videochiamata. Elisa Franchino ha potuto incontrare sua mamma Clementina Cugino di Chiusa San Michele, grazie al gazebo allestito dalla Croce Rossa di Susa.

Si tratta di una struttura itinerante: oltre che a Borgone, verrà posizionata presso altre strutture per anziani nei diversi comuni, per fare in modo che famigliari e anziani ospiti si possano rivedere, riabbracciare e toccare in tutta sicurezza, evitando il rischio contagio.

“Purtroppo a causa di motivi tecnici, questa mattina non abbiamo potuto installare la sala degli abbracci, che però avremo nei prossimi incontri nelle altre strutture della Valsusa – spiega il direttore della Croce Rossa, Michele Belmondo – fin dall’inizio dell’emergenza Covid nel mese di marzo abbiamo attenzionato il problema dell’isolamento tra gli ospiti che vivono nelle strutture per anziani ed i loro familiari. Prima abbiamo consegnato undici tablet questo nel periodo di marzo ad altrettanto strutture valsusine per consentire un contatto virtuale. Ora dal contatto virtuale siamo passati ad un contatto reale, nonostante ci sia questa barriera di divisione, ma sempre nell’ottica di avvicinare queste persone che da troppi mesi sono stati isolati dalle loro famiglie e dai loro cari. Prima e dopo l’incontro i gazebo vengono sanificati, per garantire il massimo della sicurezza”.

Il progetto, nato da un’idea della Croce Rossa di Susa, è interamente finanziato grazie alle offerte raccolte dal Fondo Don Piardi. La casa di riposo borgonese ha fatto da apripista a questa iniziativa: alle 9 c’è stato il primo incontro tra figlia e mamma, che da un po’ di tempo è ospite della casa di riposo.

“È stato un incontro molto emozionante e mi sono commossa a rivedere la mia mamma dopo tanti mesi poiché non si poteva venire nella struttura per motivi di sicurezza – spiega Elisa a ValsusaOggi – anche solo vederla in questo gazebo, dietro un tessuto di plastica, ma le nostre mani hanno potuto avvicinarsi attraverso questa protezione ed è stata una grande gioia. Tutte e due ci siamo commosse, sono molto orgogliosa di me stessa e della mia cara mamma. Ringrazio tutti coloro che si sono adoperati per questa bella iniziativa perché anche solo un contatto e anche se ci divideva questa barriera ho potuto vedere il sorriso di mia madre e la sua felicità”.

Alla prima tappa del Gazebo degli Abbracci hanno partecipato il direttore della Croce Rossa di Susa Michele Belmondo, il sindaco Diego Mele e la coordinatrice della struttura Francesca Ivol. Gli incontri tra gli ospiti e i parenti sono continuati fino al tardo pomeriggio.

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6 COMMENTI

  1. Sembra che questi poveretti siano appena usciti dal reattore 4 di Chernobyl, piuttosto che positivi al covid…l’ennesima prova del distacco dalla realtà in cui ci stanno trascinando…Speriamo che Gwen e gli altri amanti del virus facciano una capatina. Mi raccomando, però….non create assembramenti che poi vi chiudono pure questi!

    • Infatti la capatina l’ho fatta, in un’altra struttura. Ma cosa crede, che non ci rendiamo conto che non è il modo migliore per incontrarsi? Che non soffriamo per il distacco?? Il punto è che è l’unica maniera sicura in questo momento per non riportare il virus nelle strutture, quindi sicuramente molto meglio che non vedersi. Purtroppo a Chernobyl, dove non sono intervenuti tempestivamente ad evacuare la zona e a portare alle persone del cibo non contaminato, i frutti si raccolgono ancora oggi in cancri persino sui bimbi. Tipico di certe dittature, infatti anche la Cina ha taciuto sul virus finchè ha potuto. Comunque è stato un incontro bello e commovente, grazie Croce Rossa per l’impegno che ci mettono i vostri volontari.

  2. È una pazzia! Praticamente stanno facendo dei circhi dove poter ammirare gli esemplari malati! Gwen ha detto che gli esemplari infetti sono pericolosi, soprattutto se poi arrivano nelle città e li mangiamo! Tra l’altro la plastica trattiene per secoli il virus e non c’è sanificazione che tenga! Probabilmente quelli nelle foto sono già tutti morti o in terapia intensiva!!! Solo a Borgone oggi 700.000 morti!

    • Ma chi l’ha detto che sono malati? La mia parente è guarita ed è negativa, ma visto che alcuni ripetono la malattia e che molti anziani tristemente ci hanno lasciato, non possono correre altri rischi, seppur sia angosciante vedere un proprio caro dietro la plastica. Grazie Croce Rossa per l’impegno che ci mettete nel farci rivedere i nostri cari in sicurezza.

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