BUONI SPESA ALIMENTARI, I SINDACATI SCRIVONO AI SINDACI DELLA VALSUSA

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di ALDO RONCAROLO (Cisl Valle di Susa), ENZO FRANCO BANDIERA (Uil Valle Susa) e MAURIZIO POLETTO (Cgil Valle Susa)

In ottemperanza al decreto 34 del 21/03/2020 e ai successivi interventi di approfondimento e chiarimento, tra cui quello della Regione Piemonte, le scriventi organizzazioni sindacali intendono ribadire la necessità di rafforzare le iniziative di collaborazione tra le parti sociali e le
istituzioni locali.

In questa direzione si sviluppa l’accordo con la Prefettura di Torino per l’insediamento di una cabina di regia finalizzata al monitoraggio sul territorio metropolitano di una corretta applicazione del Protocollo sulla sicurezza concordato tra il Governo e le parti sociali.

Le misure di contenimento del contagio così come il lavoro straordinario delle nostre strutture
sanitarie, insieme alle lavoratrici ed ai lavoratori impegnati ad assicurare il funzionamento dei servizi essenziali, stanno mettendo a dura prova la tenuta e la coesione di una intera comunità.

Misure necessarie a fronteggiare una situazione epidemica fortemente aggressiva. Riteniamo che il nostro compito oltre a quello di dare il massimo supporto all’applicazione dei decreti e alla salvaguardia della salute sia anche quello di fare in modo che le disuguaglianze sociali già presenti prima del contagio ora non trovino un ulteriore terreno di estensione e aggravamento anche a seguito della necessità del, pur necessario lo ribadiamo, isolamento delle persone e dei nuclei familiari.

Abbiamo individuato alcuni temi che qui sintetizziamo e che riteniamo possano assumere un profilo emergenziale parallelo a quello già drammatico della diffusione del Coronavirus, temi che sottoponiamo alla vostra attenzione. Qualora, come ci auguriamo, dovessero essere seguiti da provvedimenti, vi chiediamo il massimo della condivisione con il coinvolgimento delle nostre strutture confederali e di categoria.

  • Riteniamo opportuno intervenire al più presto sulla condizione della popolazione anziana, a partire da una valutazione sulle modalità di implementazione di quelle misure contenute nel decreto “Cura Italia” finalizzate a garantire supporto e assistenza a quella parte della popolazione più esposta non solo al contagio ma anche ai rischi psico-fisici dell’isolamento; su questa linea di intervento vanno previste misure concrete specificatamente orientate ad anziani non auto sufficienti e allargare così la platea della popolazione su cui si focalizza l’attenzione della politica pubblica. Sarà necessario al fine della tenuta del sistema socio-sanitario affrontare quanto previsto dall’art.48 del decreto CuraItalia.
  • Pur ribadendo l’inevitabilità della docenza a distanza, quale misura emergenziale finalizzata a non segnare una soluzione di continuità nei percorsi di apprendimento nella scuola, riteniamo opportuno segnalare la necessità che l’istituzione locale, in accordo con le istituzioni scolastiche del territorio e con il coinvolgimento della rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola, agisca al fine di consentire a tutti gli allievi di essere messi nelle condizioni di poter accedere all’offerta formativa che si svolge online.
  • Il decreto “CuraItalia” garantisce misure speciali in tema di ammortizzatori sociali su tutto il
    territorio nazionale, con la finalità di evitare che la situazione di crisi possa determinare
    l’espulsione dal mercato del lavoro. È opportuno che queste misure vengano consolidate sul versante locale anche individuano forme di solidarietà che prevedano per le imprese del territorio l’impegno, anche supportato dalla sospensione dei tributi, a sospendere ipotesi di licenziamento per ragioni economiche.
  • Infine chiediamo che sia costantemente monitorata la situazione di persone singole o famiglie in difficoltà e riteniamo debbano essere individuate le modalità più adeguate per fornire loro interventi che possano arginare fenomeni di ulteriore marginalizzazione della parte della popolazione più debole. Agendo anche su tasse e tariffe comunali e da qui ampliare anche alle utenze domestiche la platea dei soggetti a cui estendere l’esenzione o riduzione della Tari.

Le possibilità di intervento in merito ai punti evidenziati possono mutare a seconda di diverse variabili, non da ultimo la variabile dimensionale del singolo comune. A crisi emergenziale superata, proponiamo di avviare una prima discussione con i singoli enti locali e contemporaneamente individuare nel bacino dei consortili, o distrettuali, o nella unione dei comuni un possibile riferimento intercomunale su cui sperimentare misure adeguate al fine di rendere efficace la risoluzione o il contenimento degli effetti negativi delle criticità derivanti dalla situazione emergenziale.

In questo momento di grande difficoltà, ma anche di significativa collaborazione e solidarietà, è decisivo avviare sperimentazioni che ci consentano di ridurre i rischi di contagio, di supportare le strutture sanitarie e di fornire un sostegno reale alla popolazione, a partire dalla sua componente più debole.

Sappiamo che una parte significativa degli occupati rischia di non poter usufruire di un adeguato sostegno al reddito in questa fase emergenziale. Un tema che si imporrà nelle comunità non solo in termini di continuità di reddito ma anche di potenziale rischio di impoverimento e coesione.

Questa fase di emergenza impone a tutti i soggetti sociali e istituzionali un impegno a ridisegnare le politiche pubbliche su scala territoriale. Lo scenario che si aprirà alla ripresa delle attività produttive e di una quotidianità non subordinata all’emergenza sanitaria non si risolverà nel ripristino delle condizioni precedenti; sarà necessaria una nuova fase di sperimentazione di politiche di intervento territoriale. Riteniamo avviare sin da subito, dai problemi dell’immediato, la consapevolezza di questa necessità.

In attesa di un vostro riscontro, cordiali saluti.

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