di ANTONELLA ZOGGIA
BUSSOLENO – In queste difficili settimane molti sono stati i decreti, le ordinanze, le raccomandazioni ed i suggerimenti che ci hanno tracciato la strada da seguire per fronteggiare e combattere questo nuovo ed inaspettato nemico.
In uno scenario doverosamente serio ed incalzante, voglio cogliere ed evidenziare un momento di leggerezza e di dolcezza che mette in evidenza come, parafrasando “L’Amore ai tempi del Colera”, noto libro dello scrittore Gabriel Garcia Marquez, le Protezioni ai tempi del Corona Virus possano percorrere strade che lasciano libero spazio alla creatività,
senza perdere però di vista la concretezza e l’efficacia.
È quello che è successo ad una volonterosa e fantasiosa signora di Bussoleno, la Signora G., che ha cercato di sopperire alla carenza di mascherine realizzandone una in proprio.
È stata realizzata con un vecchio lenzuolo di cotone grezzo, che ci piace pensare sia stato tessuto nel Cotonificio di Chianocco, e che può essere lavato ad alte temperature e quindi disinfettato dopo ogni utilizzo.
All’interno della mascherina, all’altezza della bocca, la Signora ha ricavato una piccola tasca in cui si può riporre una salviettina, un pezzo di carta da forno, o un fazzoletto di carta, ad ulteriore protezione.
L’aver visto in televisione i visi dei medici e degli infermieri segnati dagli elastici troppo aderenti, ha suggerito alla signora G. due modi alternabili per fermare la mascherina al viso: un elastico morbidissimo da far passare dietro le orecchie o da legare, invece, dietro la nuca.
La Signora G. ha completato l’opera dando un nome alla sua creazione “Scapa Mac”, (scappa via, vattene) evidenziando e rafforzando la volontà di allontanare, con quella mascherina, l’invasore!
Pur essendo efficace, non credo che la mascherina “fatta in casa” riceverebbe l’omologazione dal Servizio Sanitario Nazionale; ci stimola però una serie di riflessioni sulla tenacia, la perseveranza, l’ostinazione e la partecipazione attiva delle persone che, nei momenti difficili come questo, riescono a trovare una motivazione forte di concretezza e di positività.
Mi è piaciuto raccontare questa storia per aggiungere al puzzle ufficiale di questa nuova, sconosciuta e spaventosa epidemia una tessera di tenerezza e di sensibilità da parte della gente come la Signora G. ad un dramma che, purtroppo, ci sta cambiando la vita.
Brava, iniziativa comunque encomiabile e particolare per la sua modularità, un sassolino comunque vicino alla montagna!