di CINZIA DEBERNARDI
CAPRIE – Sotto un cielo particolarmente azzurro, sotto lo sguardo delle montagne dove in tempo di guerra i partigiani han combattuto per la Libertà, si è svolta la commemorazione delle tre giovani vite partigiane che han trovato la morte il 27 novembre del 1943 a Caprie. Quest’anno l’Anpi della sezione Caprie-Condove ha deciso di ricordare, nello stesso giorno, anche i partigiani georgiani, di cui è presente il monumento che ne ricorda il sacrificio in borgata Muni a Condove. Vista le neve però solo il Presidente Giuliano ed i sindaci Suppo e Torasso, incuranti di freddo e neve, son saliti a deporre i fiori in segno di perpetua Memoria.
La celebrazione a Caprie ha poi preso il via in piazza Matteotti con l’intenso e coinvolgente racconto, ad opera dello storico Alberto Borgatta, di come dei giovani georgiani siano finiti a combattere sulle montagne condovesi e che, pur non parlando l’italiano, abbiano trovato il modo di condividere con altri giovani come loro la forza di scendere in campo per “cambiare il mondo”. Il racconto è stato ascoltato con attenzione ed interesse dalle ragazze, dai ragazzi e professori della terza della Scuola Secondaria “Gian Francesco Re” di Condove, dai bambini e dalle maestre della classe quinta della Scuola Primaria “Pier Giorgio Frassati” di Caprie, dai ragazzi del CCRR di Caprie, dalle numerose autorità presenti e dai rappresentanti delle locali associazioni.
È stata poi visitata la mostra dal titolo “80 anni e non sentirli” curata dal professor Marco Sguayzer e allestita presso i locali del comune di Caprie che raffigura su grandi pannelli le vicende di guerra e di resistenza partigiana che hanno coinvolto Caprie, Condove e Villar Dora proprio nel 1944. Tutti poi, in corteo ordinato, hanno raggiunto il monumento sito in via Torino, costruito a memoria dell’eccidio in cui persero la vita Felice Cima, Camillo Altieri e Marcello Albertazzi. Dopo una breve introduzione ad opera del presidente Giuliano; un saluto di benvenuto da parte del sindaco di Caprie Gian Andrea Torasso e del Sindaco di Condove, nonchè Vicesindaco della Città Metropolitana Jacopo Suppo che hanno sottolineato come il dovere di conservare memoria di ciò che è stato sia lo strumento perfetto per cercare di trarre ispirazione da chi ha cercato di fare tutto ciò che poteva per cambiare la tragica condizione in cui ci si trovava a vivere.
Un ricordo vivo, anche se lontano, del tempo di guerra da parte di don Franco Davì che poi ha benedetto il monumento e ha pregato il riposo eterno per le tre vittime; dei commenti toccanti dei ragazzi del CCRR e delle poesie ricche di speranza recitate dai bambini di quinta, Il professor Giuseppe Siracusa, pronipote del partigiano Felice Cima, ha poi declamato la sua orazione, emozionato e lieto che nel pubblico vi fossero così tanti ragazzi, che hanno la possibilità di ascoltare la storia del suo avo e dei suoi compagni, che hanno scritto una pagina, seppur tragica, della storia locale con il Grande Obiettivo di protendere verso la Libertà del Paese.
La guerra, ha ricordato, è un avvenimento che ancor oggi fa parlare di sé, neanche tanto lontano dall’Italia, e quindi ognuno di noi deve essere pronto a prendersi l’impegno di resistere alla violenza, ai soprusi , alle ingiustizie , ricordando chi lo ha fatto in modo totale e altruistico in un tempo ormai lontano.
Non ho visto minkiele….