CESANA E LA GUERRA DEI GOFRI, IL TAR DÀ RAGIONE A MANFREDI E SOSPENDE LA DEMOLIZIONE ORDINATA DAL COMUNE. NON SEMPRE L’ARROGANZA DEL POTERE PREVALE SUI CITTADINI. LUNEDÌ POMERIGGIO FESTA DI RIAPERTURA AL CIABOT

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di FABIO TANZILLI

Il Tar ha annullato l’ordinanza del Comune di Cesana, che voleva far demolire il Ciabot dei Gofri di Marinella Manfredi. La battaglia della giovane artigiana valsusina ha ottenuto questo importante risultato: la sua attività poter proseguire senza problemi, l’atto di chiusura imposto dal Comune era ingiusto e ingiustificato. E la piccola casetta in legno potrà quindi riaprire al pubblico per questa stagione, e sicuramente fino a ottobre 2015.

Si tratta di una prima vittoria, in attesa della sentenza che i giudici amministrativi piemontesi emetteranno in autunno. Soddisfazione da parte di Marinella Manfredi ed il suo staff, che per l’occasione festeggeranno la riapertura lunedì pomeriggio dalle 17.30, con gofri offerti a tutti gli amici.

Dopo l’errore fatto e la brutta figura incassata, il sindaco Colomb deve accettare quanto stabilito dalla giustizia: “Non ho nulla da dire in merito, in parte me lo aspettavo – spiega – attendiamo la sentenza di fine ottobre”.

Il Comune di Cesana in questa vicenda ha fatto una pessima figura: farsi sospendere un’ordinanza del genere da un giudice non è una grande conquista, senza contare che gli avvocati vanno pagati (e i soldi per la causa li metteranno, loro malgrado, i cittadini). È vergognoso che una giovane della Valle sia dovuta andare al Tar per poter continuare a svolgere il proprio lavoro, un’attività artigianale che non creava concorrenza (è l’unica a fare gofri a Cesana, e non solo).

Il caso, di cui abbiamo dato notizia su ValsusaOggi, ha fatto molto discutere in valle. Il nostro giornale ha preso posizione da subito a favore di Manfredi e della sua attività artigianale, perché la scelta improvvisa di far abbattere il Ciabot, appariva troppo ingiusta e sospetta.

Così l’ha considerata anche il Tar, che nella sua decisione ha spiegato le motivazioni: Manfredi non era “abusiva”, ha sempre pagato le tasse per l’occupazione al Comune in tutti i sei anni di attività, e ha sempre ottenuto le autorizzazioni dallo stesso Comune (Il tutto, tra l’altro, è stato sempre avvenuto proprio di fronte al municipio). Piuttosto che cacciarla via da un giorno all’altro prima da Sansicario e poi da Cesana, si sarebbe dovuto trovare – in tutti questi 5 anni di amministrazione Colomb – un metodo diverso di affidamento.

Però questa vicenda ha molto da insegnare: soprattutto a chi detiene il “potere” pensando di essere un re, dimenticandosi invece che si occupa una poltrona – solo a tempo determinato e da semplice amministratore locale – perché dei cittadini ti hanno mandato là, e non per chiamata divina o per presunta infallibilità.

Non sempre chi ha il coltello dalla parte del manico vince. Non sempre chi ha l’autorità, ha ragione in quanto tale. L’arroganza delle offese non sempre prevale sulle semplici e piccole verità.

Il reato di lesa maestà non è previsto per chi – forse – si dimentica di essere un semplice amministratore pubblico, e di essere al servizio dei cittadini sovrani, e non il Presidente della Repubblica. Mentre la libertà di opinione e di critica è tutelata dalla Costituzione.

Il nostro giornale ha fatto informazione, libera e senza timore di dare fastidio. Perché il nostro compito è chiamare le cose con il loro nome, non aver paura di dire le cose come stanno, osservare i fatti e le coincidenze, sollevare le perplessità su quanto stava accadendo (gli anni di attività di Manfredi proprio di fronte al Comune, la sua candidatura nella lista opposta a quella del sindaco, ecc.).

Per la nostra indipendenza, siamo stati attaccati duramente e diffamati, così come la Manfredi (di questo brutto episodio, però, non ce ne occuperemo noi). Ma sappiamo che questo è il rischio, l’onere che un giornale libero deve correre.

Perché l’obiettivo di dare notizie, è più importante delle possibili conseguenze, perché il dovere insopprimibile di informare e dire quando le cose non sono giuste, è più grande delle connivenze, delle convenienze, delle marchette dedicate al “potente” del paesino.

È la nostra missione. È la missione di chi dirige questa giornale.

In ballo c’è qualcosa di più nobile, in cui crediamo: dare voce a chi subisce un torto, dare parola a si trova da solo, o comunque più debole.

Stare dalla parte dei cittadini, e soprattutto di chi lavora. È uno dei motivi che ci spinge ogni giorno a battere tasti sul computer, a prendere appunti, ad approfondire i fatti, a cercare di capire, ad ascoltare.

E lo faremo sempre.

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3 COMMENTI

  1. Per quanto ne so; sospendere non vuol dire annullare, ma rimanere in attesa della sentenza; o mi sbaglio. Per ora ; smetterei i toni trionfalistici e” sospenderei” i festeggiamenti, in attesa della sentenza.

  2. Cito nel titolo dell’articolo : Il TAR dà ragione a Manfredi e sospende la demolizione ordinata dal comune. Qualcuno scrive cazzate?

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