CHECK POINT MILITARE A CHIOMONTE, ANCHE IL SINDACO SÌ TAV CHIEDE LO SPOSTAMENTO: “UNA SCOCCIATURA”

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Ogni giorno i cittadini e turisti che vogliono passare in via dell’Avanà a Chiomonte, devono esibire i documenti. Quell’area non è più “zona rossa”, il cantiere è più avanti

CHIOMONTE – Sì Tav e No Tav di Chiomonte sono d’accordo almeno su un punto: quel check point militare allestito alla centrale Aem dal 2011 va rimosso ed eventualmente spostato altrove, a presidiare l’area di cantiere.

Senza più obbligare residenti, turisti e vignaioli a esibire sempre i documenti a carabinieri e polizia per circolare in una strada che non rientra più nella “zona rossa” interdetta al pubblico.

Ieri i No Tav hanno occupato la via dell’Avanà e intorno alle 17.20 è arrivato sul posto il sindaco Roberto Garbati, che sulla questione ha le idee chiare. Anche il primo cittadino è favorevole allo spostamento del posto di blocco. Per questo motivo ha chiesto l’intervento del prefetto, che verrà a Chiomonte entro agosto. Qui sotto riportiamo un sunto di quanto ha dichiarato ai No Tav, in un confronto sereno avvenuto con la chiomontina Marisa Meyer e gli altri attivisti.  Il video integrale lo trovate qui sopra l’articolo.

GARBATI: “IL CHECK POINT E’ UNA SCOCCIATURA, IL PREFETTO VERRÀ A CHIOMONTE ENTRO AGOSTO”

Anche a mia madre di 93 anni hanno chiesto la carta di identità, ed è una scocciatura. Ho mandato già due lettere al prefetto su questo problema, la prima quando non ero ancora sindaco. Sono a favore dell’opera, ma critico il metodo con cui è stata gestita la situazione e il mancato coinvolgimento del territorio. Chiomonte ha avuto zero rispetto. La strada dell’Avanà è un posto simbolico, qui tanti residenti hanno i terreni, me compreso, tante persone vengono a fare sport e passeggiate, come a coltivare la terra. Il prefetto mi ha ricevuto circa una settimana fa, gli ho detto che a Giaglione il posto di blocco non c’è e che voglio capirne le motivazioni. Non mi pare che il prefetto conoscesse bene la situazione: si è impegnato a venire a vedere il cantiere di persona, entro agosto. Se poi ci spiegherà perché c’è ancora il posto di blocco, capiremo le motivazioni. Se ci dice le ragioni, alla base ci deve essere un motivo serio. Non certamente perché si faceva così cinque anni fa. Anche nel programma elettorale abbiamo promesso che avremmo fatto tutto il possibile per ottenere lo spostamento del posto di blocco”.

Garbati si confronta coi No Tav durante il blocco in via dell’Avanà

 

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3 COMMENTI

  1. sarà anche un illuso (ma non credo) , però almeno lui ci prova usando diplomazia e forza nel ruolo istituzionale , non facendosi buttare fuori dal ufficio del prefetto come il suo predecessore

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