di LAURA BELLANDO
CHIUSA SAN MICHELE – Sabato 12 aprile i sindaci di Chiusa San Michele Riccardo Cantore e di Vaie, Enzo Merini, hanno segnalato il problema della sicurezza per l’abitato dei due paesi valsusini. L’attenzione dei sindaci verte sulle problematiche idrogeologiche che coinvolgono il paese. Manca la messa in sicurezza del canale scolmatore, che allo stato attuale rappresenta un pericolo per i due comuni, in caso di alluvione. Ad oggi lo scarico delle acque, che dai rii della montagna si riversano nel bacino per essere poi dirottati in Dora, non è stato completato dalla Città Metropolitana di Torino: Chiusa di San Michele rischia l’allagamento se si dovessero verificare eventi alluvionali. L’intervento di messa in sicurezza dell’abitato dei due paesi era stato avviato dopo l’alluvione del 2000, ma non è mai stato concluso. Dal 2018 tocca alla Città Metropolitana realizzare l’opera (siamo nel 2025) per un importo di 1.870.200 euro.
I ritardi burocratici da parte di RFI nel dare il parere preventivo al fine dell’aggiornamento dell’autorizzazione alle opere, e da parte di Anas nel dare il rinnovo del nulla osta per l’attraversamento lungo la Strada Statale 25, sono alcune delle cause che avrebbero impedito, secondo quello che dicono i politici, la realizzazione dei lavori per la messa in sicurezza del canale. I sindaci sono preoccupati per la problematica idrogeologica, e hanno chiesto alla Città Metropolitana di Torino, rappresentata da Jacopo Suppo, nonché sindaco di Condove, la richiesta urgente di completare questi importanti lavori. L’Anas ha già comunicato che non ci sono problemi sul completamento dell’opera. Il 15 aprile si terrà un incontro tra Città Metropolitana, tecnici e soggetti interessati per la ripresa dei lavori, dopo anni di ritardi e di attesa. Se tutto procede senza intoppi, il problema potrebbe essere risolto entro l’anno.
Qualcuno ricorda una circostanza in cui tale canale sarebbe stato utile?
“I ritardi burocratici da parte di RFI nel dare il parere preventivo al fine dell’aggiornamento dell’autorizzazione alle opere, e da parte di Anas nel dare il rinnovo del nulla osta per l’attraversamento lungo la Strada Statale 25…”.
Difficile attribuire al solo “dormire” della città metropolitana il ritardo del completamento dell’opera.
ne manca un pezzo, cara redazione…
Queste “circostanze” si chiamano alluvioni.
1957 1980 2000
Cemento. Catrame. Bitume. Calcestruzzo. Dappertutto e per sempre. Avanti senza timore. Ancora cui sono prati da poter devastare. Asfaltare tutto senza timore. Viva la Natura fatta di plastica immortale.
Commento emblematico.
Estraneo alla comprensione dei concetti più elementari.
Non mi sembra molto complicato capire il perché dei ritardi , la ferrovia dovrà subire dei cambiamenti per supportare l’ alta velocità ,si dovrà integrare l’ infrastruttura e si preferisce posticipare certe opere perché possono interferire …..non sono sufficienti le stazioni di Avigliana e Bussoleno per mettere in attesa treni locali per il passaggio dei treni TAV , i binari morti ora in disuso saranno “scolmatori” automatizzati negli scambi come quello di Chiusa San Michele