CHIUSO IL CLUB MED DI PRAGELATO: L’APPELLO DELLA MINORANZA DI SESTRIERE

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di ANDREA COLARELLI (consigliere di minoranza a Sestriere)

PRAGELATO / SESTRIERE – Mentre i riflettori e le attenzioni, anche politiche, sono puntati sulla scelta aziendale della Vialattea di non vendere più la formula stagionale (garantendo però il servizio pubblico da dicembre ad aprile), la notizia della chiusura del Club Med di Pragelato sta invece scivolando nel silenzio della politica nonostante sarà una tegola pesante per l’indotto locale a partire dai maestri di sci.

È però doveroso ricordare gli aiuti pubblici e privati che il Club Med ha avuto nel corso degli anni:

⁃ Concessione di nuove cubature per fare ampliamenti urbanistici.
⁃ Utilizzo (di fatto quasi esclusivo) della funivia situata a 20 metri dal resort per cui si dovranno spendere a breve 3.000.000 di euro pubblici (prelevati dal così detto tesoretto olimpico) per la revisione generale dell’impianto che è di proprietà dei Comuni.
⁃ Su richiesta di Club Med è stata anche costruita la pista di rientro da Sestriere con arrivo al villaggio (i cui costi sono stati in gran parte a carico del pubblico ed in parte a carico di Sestrieres Spa.).
⁃ È l’unica struttura che beneficia di circa il 50% di sconto sui biglietti settimanali Vialattea. A tutto ciò va aggiunto il mancato incasso per il Comune di Pragelato della tassa di soggiorno.
Ritengo quindi abbastanza grave che adesso la dirigenza del Club Med decida di non aprire il resort e dirottare i clienti su altre strutture francesi senza confrontarsi con nessuno e comunicandolo a inizio ottobre.

Mi aspetto a questo punto una indignazione popolare almeno quanto vista nei confronti di Vialattea per i mancati stagionali, ma soprattutto un intervento deciso della politica alla luce dei generosi aiuti pubblici concessi negli anni, oltre alla disponibilità che da ormai troppo tempo l’Unione dei Comuni e la Regione hanno dimostrato per favorire la realizzazione del nuovo villaggio Club Med a Cesana Torinese, senza peraltro ottenere risultati certi e concreti essendo ancora rimasto solo sulla carta.

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5 COMMENTI

  1. Quando si concedono aiuti pubblici , gli Enti concessionari dovrebbero tutelarsi contro simili ripensamenti con stringenti e pesanti clausole risarcitorie ma, come spesso accade, gli Amministratori pubblici sono dei dilettanti allo sbaraglio e non hanno le basilari conoscenze (e nemmeno la banale astuzia) per prevedere e inserire tali clausole di tutela dell’interesse pubblico contro privati con il pelo sullo stomaco e truppe di avvocati d’assalto.

    Quanto già speso e concesso, se non ci sono clausole risarcitorie, non si può recuperare ma, spero, che almeno per quanto ancora da concedere, Unione dei Comuni e Regione si facciano furbi, capiscano con quale squalo stanno facendo il bagno e prevedano adeguate soluzioni di salvaguardia dei propri interessi, che sono alla fine quelli di tutti noi cittadini, nel caso decidano di fare affari e concessioni con certi soggetti.

  2. Ma non riesce a capire che la decisione Club Med è una diretta conseguenza delle dichiarazioni di Brasso?
    Oppure la sua sudditanza è tale da non poter parlare contro il Sig. Brasso?

    Non si rende conto di quanto sia ridicolo?

    • Eccetto, anche a Cervinia il Club Med non programma per la stagione 2020/2021 e anche lì è colpa di Brasso.
      Prima di dar fiato alla bocca, controlla di aver collegato il cervello alla lingua.
      O meglio, prima di sparare certe cazzate informati.

  3. In realtà gli aiuti pubblici come questi non sono “concessi” ma semplicemente carpiti.
    La confusione tra eletti, basilare ruolo in democrazia, e amministratori conduce a questi risultati perché “amministrare” è un compito che richiede professionalità e competenze.
    Requisiti quasi banali all’apparenza ma che non si ottengono per “alzata di mano” o voto che dir si voglia.
    Cesana, più saggia o fortunata, ancora una volta l’ha scampata anche se, al tempo, i vertici locali e regionali (non tutti ma molti e trasversali) si sarebbero genuflessi anche di fronte ad un peto pur di aver il mitico Club sulle rovine della pista olimpica del bob.

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