CORONAVIRUS, A GIAVENO GUARISCE ANZIANA DI 93 ANNI

Condividi
FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn

di CARLO GIACONE (sindaco di Giaveno)

BOLLETTINO RIASSUNTIVO DELLA SITUAZIONE A GIOVEDÌ 28 MAGGIO 2020

NUMERO DEI CITTADINI RESIDENTI A GIAVENO RISULTATI POSITIVI: 26
DI QUESTI 26:
– 21 IN ISOLAMENTO PRESSO LA PROPRIA ABITAZIONE, DI CUI 10 DEL PERSONALE SANITARIO E 14 DI LORO IN ATTESA DEL SECONDO TAMPONE NEGATIVO PER LA COMPLETA GUARIGIONE;
– 4 RICOVERATI IN STRUTTURA OSPEDALIERA;
– 1 IN STRUTTURA PER ANZIANI;
DALL’INIZIO DELLA CRISI E FINO ALLA DATA ODIERNA IL NUMERO DI CITTADINI RESIDENTI A GIAVENO DECEDUTI È DI 7.
NUMERO CITTADINI RESIDENTI GUARITI: 43.

Nessun nuovo contagio anche per oggi e quindi siamo a otto giorni consecutivi in cui non ci vengono segnalati casi positivi fra i residenti di Giaveno. Abbiamo due nuovi guariti. Sono due donne, un’operatrice sanitaria di 53 anni e una signora di 93 anni, ospitata in una casa di cura fuori Giaveno. È la cittadina giavenese più anziana risultata positiva al covid-19 in questi mesi.

Sono molto contento per questa guarigione perché rappresenta un grande segnale di fiducia.
Oggi ho risentito le case di riposo del nostro territorio. Quasi in tutte le RSA è stato fatto il tampone a tutti gli ospiti e al personale dipendente. Non ci sono criticità da segnalare, tutti gli ospiti attualmente sono negativi. Anche nella nostra casa di riposo comunale, Silvana Ramello, dove sono è stato eseguito il tampone un paio di settimane fa, è tutto sotto controllo, sia per gli ospiti che per il personale dipendente.

Faccio i complimenti per la gestione dell’emergenza a tutti i direttori e al personale di queste strutture e uno grosso grazie alla Direttrice Palermiti di Casa Ramello per l’attento lavoro svolto in questi mesi. Per quanto riguarda le disposizioni per il contenimento del contagio qui in Piemonte, anche in questa Fase 2, le RSA dovranno rispettare tutte le misure restrittive che valevano per la Fase 1 e quindi è ancora vietato far visita agli anziani ospiti.

2 GIUGNO ANNIVERSARIO DELLA REPUBBLICA

Per il 2 giugno, Anniversario della Repubblica, stiamo preparando delle iniziative che coinvolgono la cittadinanza sempre nell’impossibilità di organizzare momenti pubblici. Abbiamo già “vestito” il municipio ed il parco con il tricolore, la nostra bandiera che ci rappresenta nel mondo e invitiamo i cittadini a esporlo.

La Città di Giaveno inoltre aderisce all’invito della Regione e del Consiglio Regionale del Piemonte a postare l’hashtag della giornata #IoCiCredo sui canali social dell’amministrazione così da veicolare in un unico messaggio collettivo i festeggiamenti per l’Anniversario della Repubblica. Tale invito è condiviso da: Prefettura di Torino, Università degli Studi di Torino, Politecnico, Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, Città di Torino e Città Metropolitana di Torino.

L’invito è esteso anche a tutti i cittadini che vorranno condividere sulle loro bacheche social un pensiero, un’immagine legata a #IoCiCredo, sottolineando fortemente il concetto di “Repubblica, una e indivisibile”.

IL GIARDINO DEL DIALOGO

Oggi all’ingresso del Parco Marchini è stato installato il pannello illustrativo del progetto “Il Giardino del Dialogo” e sulle panchine sono state messe le ultime tre targhette dedicate a Enrico Calamai, Maria Teresa Marchini e Maria Riva per completare il percorso iniziato dalla Scuola Gonin.

Gli studenti hanno omaggiato chi ha lottato contro la criminalità o promosso azioni di pace, solidarietà, libertà. Enrico Calamai, nostro cittadino onorario, come viceconsole in Argentina aiutò moltissimi a fuggire dalla dittatura e ora lotta contro gli scafisti nel Mediterraneo; Marchini è la nobildonna che donò al Comune il parco e il palazzo del municipio; Maria Riva fu staffetta partigiana e anche lei cittadina onoraria.

Utilizzando il cellulare è possibile scannerizzare il codice QR apposto sulle targhette collocate sullo schienale delle panchine del parco ed accedere così, attraverso un collegamento al sito dell’Istituto Gonin, ad una pagina di sintesi relativa alla vita e all’operato del personaggio in oggetto. Oltre al testo, presente anche in lingua francese ed inglese, è disponibile una traccia audio.

L’iniziativa viene realizzata in queste settimane per essere proposta di conoscenza e partecipazione alla Giornata Nazionale della Legalità (23 maggio), nel 28esimo anniversario della strage di Capaci, per la ricorrenza della Festa della Repubblica del 2 giugno e anche nelle possibilità date da questo momento di ripartenza.

Ringrazio chi ha ideato questo importante progetto, la Dirigente, i Docenti gli alunni dell’Istituto Comprensivo “Francesco Gonin” e l’Assessore Anna Cataldo.

Le ultime tre targhette vanno ad aggiungersi a quelle di: Piera Aiello, Hannah Arendt, Margherita Asta, Rocco Chinnici, Don Luigi Ciotti, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Roberto Di Bella, Antonino Di Matteo, Giovanni Falcone, Antonio Gramsci, Giuseppe Impastato, Emanuela Loi, Don Pino Puglisi, e Vera Vigevani Jarach.

Saluti a tutte e tutti.

FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn
Condividi
© Riproduzione riservata

1 COMMENTO

  1. Penso che sia grandioso e bellissimo che questa signora alla veneranda età di 93 anni sia riuscita a guarire da un virus così pericoloso: i più sentiti auguri!!
    Penso anche che, consapevole della pericolosità del virus, comincio però a farmi delle domande che sarebbero da rivolgere al Presidente della Regione e all’Asl…
    E’ verissimo che questo virus è molto pericoloso per giovani e anziani, tant’è che ho letto ieri che un giovane di 18 anni ha avuto un trapianto di entrambi i polmoni altrimenti sarebbe purtroppo morto.
    Considerato però che gli ospiti delle RSA, purtroppo, di solito hanno un’età così elevata che purtroppo hanno una breve aspettativa di vita, è la triste realtà, mi domando se davvero la Regione Piemonte, l’Asl, i Sindaci, i direttori delle RSA, che sicuramente svolgono un arduo lavoro di responsabilità, vogliono che tutti i nostri cari anziani ricoverati nelle strutture muoiano SOLI senza più poter salutare e vedere un familiare… voglio dire, se è vero quello che è stato detto in televisione, che una pandemia si considera terminata quando in TUTTO IL MONDO non ci sono più contagi da almeno 40 giorni, per quanto ho capito io potrebbe anche non finire MAI, considerato che, a detta di una conosciuta virologa, potrebbe tramutarsi in una pandemia nel regno animale, che già sta colpendo gli allevamenti di animali da pelliccia se ben ricordo in Danimarca… posto che tutto questo è stato causato da un’umanità che ha purtroppo sfruttato e maltrattato anche animali selvatici che dovevano restare nel loro habitat e non portati nei mercati per mangiarli, se questa situazione si protraesse per anni, che faranno le RSA? Ci impediranno per sempre di vedere i nostri cari e li seppelliranno a mano a mano che moriranno non di covid ma forse di crepacuore, facendoceli vedere in una bara, perché per evitare denunce e tutelare le loro case di riposo, non ce li faranno vedere mai più? E’ umano questo modo di agire? Una persona ricoverata in una RSA, che magari ha un’età compresa tra gli 85 e i 100 anni, perchè salvo gravi problemi di salute, una persona difficilmente si fa incarcerare lì dentro, davvero non ha più diritto di rivedere un figlio, un nipote, insomma un congiunto, naturalmente con le dovute precauzioni, disinfettando le suole delle scarpe, mettendosi dei dispositivi di protezione quali mascherina, guanti di lattice puliti previa disinfezione delle mani, camice usa e getta, e mantenendo, ad un tavolino, una distanza di almeno un metro e 80? Già sarà tristissimo così, perchè l’essere umano non è fatto per vivere isolato, per avere il terrore di sfiorare il proprio simile, di dargli un bacio sulla guancia, una carezza su una mano, ma vale la pena di raggiungere età che vanno dai 90 ai 100 anni per poi morire SOLI senza più avere una volta la gioia di rivedere un volto familiare, non in punto di morte quando sono incoscienti, ma prima quando sono in grado di condividere la loro esperienza ed esprimere i loro desideri, le loro volontà, le loro esperienze? Francamente sono ogni giorno più preoccupata per questo atteggiamento ostile verso tutti i familiari dei ricoverati, che fondamentalmente, se non hanno sintomi e sono disinfettati e vestiti con dei dispositivi di protezione, non hanno più probabilità di portare il virus nelle RSA che chi ci lavora… hanno fatto i tamponi? ok…sono negativi? ok, ma magari dopo due giorni dal tampone si diventa positivi e se si è asintomatici manco se ne accorgono… Quindi è ora che le RSA prendano la decisione di farci rivedere i nostri cari, con le opportune precauzioni, ricordandosi che i nostri anziani non sono solo delle casseforti che pagano la retta, sono anche degli esseri umani che hanno il diritto quando la loro vita non si sa quanto possa durare, di avere dei contatti in sicurezza con almeno un parente. In Lombardia e altrove, ci sono state delle vere e proprie stragi, è vero, ma la causa spesso sono stati i malati di covid non gravi che venivano ricoverati nelle RSA, ed è follia ricoverare in una RSA delle persone sapendo che hanno contratto il virus, oltre ai dipendenti positivi che non lo sapevano… E con questo non voglio dire che non ho paura del contagio, voglio dire che con tutte le cautele e le precauzioni del caso, è ora di finirla di far vedere i propri cari ricoverati nelle RSA quando sono in coma in punto di morte, hanno diritto anche loro a rivedere almeno un congiunto, come tutti gli altri, sono esseri umani e non salvadanai….

Che cosa ne pensi? Scrivici la tua opinione

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.