CORONAVIRUS CHIOMONTE, LETTERA DALLA CASA DI RIPOSO: “STIAMO LAVORANDO PER GESTIRE AL MEGLIO LA SITUAZIONE”

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di LILIANA SILVESTRI (direttrice di struttura) e STEFANIA CACCIABUE (consulente legale della Fondazione Fransoua Casa Amica)

CHIOMONTE – Gentile Direttore, a seguito di alcuni articoli pubblicati con riferimento alla situazione della casa di riposo Casa Amica di Chiomonte ritengo doveroso dare voce a chi in quella struttura lavora. Non possiamo lasciar far passare il messaggio che a Casa Amica gli ospiti verrebbero lasciati morire nell’indifferenza e nell’incuria: non è affatto così in quanto chi ci lavora lo fa con impegno, dedizione e attenzione alla persona.

Nella prima ondata, le precauzioni e le protezioni adottate hanno evitato il contagio, infatti nella primavera scorsa nessuno degli ospiti ha contratto il Covid-19. Purtroppo questa seconda ondata, nonostante l’implementazione delle cautele, non ha risparmiato nessuno e alla fine il Coronavirus è arrivato fin qui.

Nonostante questo, Casa Amica continua ad essere un luogo in cui gli anziani vengono curati, accuditi e anche coccolati fino al loro ultimo respiro, senza arrendersi fino all’ultimo istante. Nei mesi scorsi c’erano meno indicazioni e meno possibilità di intervento, in questi mesi invece sono aumentati i DPI disponibili, si sta avendo la possibilità di eseguire tamponi, ma purtroppo il risultato non sta cambiando di molto perché rispetto ad anziani, le cui condizioni di fragilità del sistema immunitario spesso sono già di grave compromissione di base, il virus non lascia scampo, ma questo non significa che muoiano per negligenza o incuria.

La verità non sta esclusivamente nei dati numerici, perché quelli andrebbero letti congiuntamente a tante altre informazioni e occorre ricordare soprattutto che per legge le RSA hanno il dovere di tutelare i propri ospiti, informare i loro familiari e le autorità a questo preposte ma poi offrire agli anziani e alle loro famiglie la giusta e doverosa privacy.

In ogni caso, ai vari organi competenti, Asl, Sisp, Vigilanza, DIRMEI e COC del Comune di Chiomonte, tutte le informazioni sono sempre state trasmesse in modo puntuale e completo, nessun dato è stato occultato o tenuto nascosto e di questo vi è ampia documentazione che può attestarlo.

Quello che forse è stato poco compreso è che si sta lavorando strenuamente per gestire al meglio la situazione, sebbene in una condizione di maggiore criticità. Ci sono numerosi protocolli e linee guida emanati da vari organi (ISS, Asl, Sisp e Vigilanza) e a Casa Amica è stata data pronta attuazione a tutti.

Si è anche fatto qualcosa in più: quando le linee guida indicavano l’esecuzione dei tamponi rapidi a partire dai primi giorni di novembre per ospiti e operatori, la struttura, supportata dalla Cooperativa che presta i servizi socio-assistenziali, aveva già avviato lo screening sugli operatori inviando gli stessi a Torino ad eseguire il tampone molecolare, successivamente, quando le indicazioni erano (e sono) di effettuare tamponi di controlli ogni quindici giorni su ospiti e operatori, a Chiomonte, grazie anche a tamponi antigenici acquistati dalla Fondazione che ha la proprietà della struttura, si è intensificata la cadenza dei controlli eseguendo tamponi ogni 3-4 giorni agli ospiti e ogni sette agli operatori.

Questo per rilevare tempestivamente eventuali positività adottando tutte le cautele opportune al fine di evitare l’ulteriore diffusione del virus nonché attuare prontamente i piani di cure che i medici hanno subito prescritto su attivazione della direzione sanitaria.

Ai familiari sono sempre state date informazioni in modo preciso: all’interno della struttura ci si è suddivisi i compiti per non lasciare nessuno senza un contatto, la direttrice sanitaria comunica le informazioni relative agli ospiti positivi e la direttrice di struttura tiene i contatti con gli altri. Certo, siamo consapevoli che sia estremamente difficile rimanere sereni in un momento come questo e che non poter stare accanto ai propri affetti più cari sia qualcosa di lacerante e inspiegabile ma noi siamo sempre presenti, per poter coordinare e supervisionare la situazione e intervenire ogni volta in cui ciò è necessario.

Anche le videochiamate, sebbene con maggiori cautele, le stiamo assicurando a tutti, anche se è difficile farlo con le cadenze desiderate perché ogni ospite ha più familiari e amici che lo vorrebbero sentire e vedere ogni giorno.

Nelle RSA al di sotto degli ottanta posti letto, per normativa, la presenza infermieristica notturna è garantita con la reperibilità; per un breve periodo, su precisa richiesta della Fondazione proprietaria della struttura, da novembre 2019 a maggio 2020 si riusciva a garantire anche il turno notturno in presenza grazie ad un adeguato organico degli infermieri.

Poi ci sono state numerose chiamate pubbliche che hanno veramente depauperato le risorse delle RSA e ad oggi il numero di infermieri nelle strutture è drasticamente calato. Abbiamo continuato a cercare infermieri incessantemente ma ogni ricerca si è rivelata vana.

Attualmente riceviamo un supporto da parte dell’Asl per alcune ore ogni giorno ma questo non consente di coprire l’intera giornata, che comunque è coperta dalle ore 6 alle 22 dal personale infermieristico della Cooperativa.

Pur in sofferenza come organico per molte notti l’infermiera in turno si è fermata in struttura per dare ancora maggiore assistenza agli anziani malati. Inoltre, si deve tenere conto che le RSA non hanno personale medico all’interno: c’è il direttore sanitario, la cui presenza però è prevista per normativa per un numero limitato di ore a settimana.

In questo periodo, da metà novembre, proprio nella consapevolezza della criticità della situazione il direttore sanitario ha intensificato la sua presenza che ormai è pressoché quotidiana, giorni festivi inclusi. Anche il direttore di struttura ha un numero limitato di ore di presenza, ma anche rispetto a questa figura ormai il conto delle ore è saltato da tempo, e anche la direttrice è presente in struttura ogni giorno, incessantemente, festivi inclusi.

In questo difficilissimo clima che si è venuto a creare, in cui la tendenza maggiore è la ricerca di colpevoli, noi possiamo solo lavorare al meglio delle nostre capacità, documentare e aggiornare tutto e presidiare costantemente la situazione. Nessuno è abbandonato a sé stesso.

Si smetta anche di descrivere il personale delle RSA come arido e insensibile anche perché hanno scelto consapevolmente di fare un lavoro impegnativo e delicato al quale dedicano tutto loro stessi. Pur “bardati come astronauti”; e pur con la paura di ammalarsi e poi fare ammalare i propri figli e mariti/mogli sono tutti al lavoro con empatia e doti di umanità spesso non comuni.

La fatica che si legge nei loro gesti per ogni decesso è maggiore a quella per il lavoro. E i loro occhi, per ogni ospite che invece ce la fa a sconfiggere il virus, regalano sorrisi immensi che ripagano tutti di quanto fatto.

Per noi, ogni ospite è un nome, una vita, una storia e ogni operatore dedica tempo e rispetto ad ognuno di loro. Forse più avanti sapremo come combattere questo virus e sconfiggerlo anche negli anziani, al momento possiamo solo dare cure, attenzioni e la nostra presenza.

Ieri un medico, che continua a venire in struttura per le visite ai suoi pazienti regolarmente come sempre fatto, rispetto ad un mio familiare (della Consulente Legale) che purtroppo sta affrontando la battaglia con il Covid-19 mi ha detto: “Ci siamo giocati tutto, abbiamo fatto tutto il possibile e anche qualcosa di più. Ora sta alla vita valutare le possibilità”.

Ringraziando per lo spazio concesso, la salutiamo cordialmente.

 

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7 COMMENTI

  1. Buongiorno, posto che ho perso una amica cara che risiedeva proprio in questa struttura, e questo mi ha fatto molto male, francamente non riesco a capire perchè nelle altre case di riposo del circondario è accaduta la medesima cosa, cioè purtroppo un alto numero di contagi e parecchi decessi, e nessuno ha fatto tutte queste polemiche, come se i contagiati e i morti a Susa, a Condove o altrove valessero di meno. Addirittura di alcune strutture anche molto grandi, non si sa neppure se e quanti decessi siano riconducibili al covid. Detto questo, certamente il personale di tutte le strutture ha fatto del suo meglio e tanto di cappello, ma purtroppo quando il virus era già entrato in tutte le strutture. Tutto questo grazie all’aver diminuito moltissimo le attenzioni durante l’estate. O meglio, noi vedevamo il nostro caro da una finestra, quando sarebbe stato possibile istituire un gazebo con tavolo che mantenesse degente e visitatore alla giusta distanza, naturalmente previa misurazione della febbre e disinfezione delle mani, rendendo il tutto più umano. Però ovviamente i dipendenti hanno fatto le vacanze, ed è più che giusto, perchè fanno un lavoro che logora il corpo, e quando si ha a che fate con patologie mentali, logora anche il sistema nervoso, quindi è giusto che abbiano il loro periodo di vacanza, anche per rivedere familiari lontani, compresi quelli all’estero. Quello che non capirò mai, è perchè l’Asl non abbia obbligato questi dipendenti, visto che hanno a che fare con una fascia molto debole della popolazione e già penalizzata in quanto residente in strutture perchè non autosufficiente, a fare il tampone appena rientrati dalle vacanze e prima di rientrare al lavoro, per poi ripeterlo almeno settimanalmente visti gli ospiti delicati con cui trattano. Questa speciale attenzione, secondo il mio parere, avrebbe evitato a tanti anziani di morire soli e a tanti parenti di vivere momenti di paura e piangere lacrime amare.

  2. Vorrei ancora aggiungere una cosa rispetto alla frase “Si smetta anche di descrivere il personale delle RSA come arido e insensibile anche perché hanno scelto consapevolmente di fare un lavoro impegnativo e delicato al quale dedicano tutto loro stessi”. E non relativamente a Chiomonte in particolare, ma a tutte le RSA di Italia. Dovremmo avere il coraggio di dire che la maggior parte delle persone che fanno il corso da OSS, non lo fanno perchè piace loro il tipo di lavoro, ma perchè in Italia il lavoro scarseggia, e quindi si accontentano di prendere quello che trovano, a volte non rendendosi conto delle difficili mansioni e del fatto che gli anziani non sono cose ma persone, da trattare con amore e dedizione. Che poi tra i tanti, ci siano alcuni Oss che veramente si distinguono perchè mostrano un’umanità rara con i degenti trattandoli come fossero i loro genitori o nonni, è verissimo, ne conosco alcuni io personalmente, a cui non dirò mai grazie abbastanza, ma non sono tutti così, alcuni lavorano sbuffando e strillando perchè si sentono costretti per poter sbarcare il lunario. Devo però spezzare una lancia a loro favore, dicendo che le cooperative li sfruttano e li pagano troppo poco per il tipo di mansioni che svolgono e questo può contribuire a demotivarli.

  3. Intanto, vorrei dire ciò che si vede in giro, bassa Valle o Alta Valle, molta gente senza mascherine assembramenti e poi ci sono quei fenomeni di negazionisti che, per carità, rispetto per ogni opinione ma quando si tratta di pandemia, almeno rispetto per il prossimo, anche perché questo virus non guarda in faccia nessuno. Magari un po’ più di controlli…..

    • Verissimo anche questo… siamo in una Valle dove si organizzano manifestazioni di massa, con vaste presenze di giovani dei centri sociali e anche di adulti negazionisti, che ho visto con i miei occhi, andare via dalla manifestazione in folti gruppi senza mascherine… Qualcosa non mi quadra. I singoli cittadini dovrebbero indossare la mascherina sempre, anche all’aperto, ed è giusto così perchè altrimenti la pandemia sta diventando un’ecatombe soprattutto di soggetti più fragili, ma anche di persone giovani e sane. Ma qual è il motivo per cui le forze dell’ordine non vanno ad allontanare dalle manifestazioni chi non rispetta le distanze di sicurezza e non indossa le mascherine?? E non mi interessa per cosa manifestano, trovo solo assurdo che si lascino creare tali assembramenti altamente pericolosi e non si controlli neppure se utilizzano tutti i dispositivi di sicurezza. Ma farei lo stesso ragionamento per i torinesi che nel week end affollano Via Roma e Via Garibaldi incuranti di chi purtroppo si trova in rianimazione e non sa se ne uscirà vivo. Ci vogliono controlli e multe salate per chi non rispetta distanze e uso della mascherina fintanto che non sarà vaccinato almeno il 70% della popolazione e non si stabilirà per quanto tempo durano gli anticorpi creati dal vaccino, questo per rispetto della vita umana, che è sacra anche se appartenente ad un soggetto più debole in quanto anziano o con patologie.

  4. Il fatto che la direttrice risponda avvalendosi di una consulenza legale la dice lunga su quanto abbiano la coda di paglia e quanto siano poco sicuri di aver fatto tutto quello che dovevano fare. Secondo me nei prossimi mesi se ne vedranno delle belle a suon di processi.

    • Concordo… però bisogna indagare TUTTE le RSA di tutta Italia, e da tutte devono uscire dei dati precisi: quanti contagi ci sono stati, quanti decessi, come è entrato il virus nelle strutture visto che i parenti nella maggior parte dei casi, anche in estate, dovevano vedere i parenti da una finestra, da una porta, a 3 m di distanza. Qualcuno dovrà pur spiegarci cosa è successo a Chiomonte come a Susa, Condove, e nel resto d’Italia…perchè parliamo di esseri umani, non di numeri.

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