CORONAVIRUS, IN VALSUSA I TAMPONI LUMACA: 6 GIORNI PER I BIMBI DI BUSSOLENO E UNA DONNA DI AVIGLIANA

Mancate risposte al telefono e tempi di attesa troppo lunghi: "Anche i medici di base sono impotenti, l'Asl e la Regione facciano qualcosa"

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di FABIO TANZILLI

BUSSOLENO / AVIGLIANA – Una settimana di tempo per sapere se si è contagiati dal Coronavirus oppure no e per conoscere il risultato di un tampone. Questo sta accadendo  in Valsusa nelle ultime settimane, creando non pochi disagi alla popolazione nell’area dell’Asl To3.

A ValsusaOggi sono stati segnalati due casi differenti: il primo riguarda i bambini della scuola primaria di Bussoleno, dove la scorsa settimana è stato riscontrato un caso positivo tra gli insegnanti.

Nella classe della scuola primaria interessata dai tamponi, i bambini non avevano avuto più contatti con l’insegnante dal 2 ottobre, inoltre in classe è sempre stato rispettato il distanziamento. Per fortuna l’esito dei tamponi è stato negativo, ma per sapere i risultati, bimbi, insegnanti e famiglie hanno dovuto attendere quasi una settimana.

“I bambini e le maestre hanno fatto i tamponi martedì 13 ottobre, ma i risultati sono arrivati solo la settimana dopo, lunedì 19 ottobre, solo in pochi casi sono pervenuti domenica 18 ottobre – spiegano un’insegnante e una mamma – dall’Asl ci era stato detto che in 3 giorni avremmo saputo il risultato, invece ce ne sono voluti 6, senza tener conto di tutto il disagio conseguente per le famiglie”.

“Ci è stato detto che a Rivoli c’era una sovraccarico di richieste per tamponi, soprattutto tra martedì e mercoledì scorso, però appare strano che siano rimasti tutti impreparati, considerato che da tempo era atteso questo aumento di contagi in tutta Italia. Ma oltre al ritardo nel conoscere l’esito, la cosa vergognosa è l’assenza di risposte al telefono, quando abbiamo chiamato più volte i numeri indicati dalla Regione Piemonte: al call center il telefono suonava libero, ma non rispondeva nessuno, oppure era sempre occupato. Il sabato e domenica poi, sembrava che nessuno fosse operativo. In una situazione di simile incertezza, sarebbe opportuno che Regione e Asl organizzassero meglio il servizio”.

L’altro caso riguarda invece una famiglia di Avigliana, dove un uomo è stato ricoverato in ospedale per Coronavirus. La moglie Anna ha saputo soltanto oggi pomeriggio, anche lei dopo circa una settimana di attesa, il risultato del tampone. Ma la sua odissea e quella del marito era iniziata dal 2 ottobre.

“Il tampone me l’hanno fatto il 14 ottobre e soltanto oggi, martedì 20 ottobre, è stato pubblicato l’esito sul portale Covid, dopo aver sollecitato tutti – spiega a ValsusaOggi – per fortuna l’esito è stato negativo. Spero che altre persone non si debbano trovare nella stessa nostra situazione. Questa mattina ho contattato il legale di Altroconsumo che è originario di Codogno e che si era occupato delle vertenze del personale ospedaliero con sintomi Covid, che l’Inail non voleva riconoscere. Mi ha consigliato di chiedere l’intervento al difensore civico regionale che si occupa di assistenza sanitaria negli ospedali. Dovesse servire ad altre persone come informazione…”.

Tutto inizia da venerdì 2 ottobre: “Sono rimasta bloccata in casa dal 2 ottobre, ossia da quando mio marito ha iniziato ad avere febbre. Lui ha 62 anni ed è sempre stato in salute. Visto che dopo due giorni continuava ad avere sintomi e non migliorava, il 4 ottobre abbiamo segnalato il problema e gli hanno fatto il tampone mercoledì 7 ottobre. E’ stato ricoverato venerdì 9 ottobre senza sapere ancora l’esito del tampone, perché stava peggiorando. Poi in ospedale gli hanno riscontrato la positività al Covid. Come nucleo famigliare siamo stati isolati ufficialmente da sabato 10 ottobre (io avevo scelto spontaneamente di stare in isolamento già dal 2). Tra il 14 e il 15 ottobre sono stati fatti i tamponi a noi famigliari e ai contatti stretti di mio marito. Ad alcuni i risultati sono arrivati in pochi giorni, mentre io ho dovuto attendere fino ad oggi pomeriggio, martedì 20 ottobre. Mio marito per fortuna sta meglio, è ancora in ospedale dove ha fatto la terapia. Gli hanno fatto il secondo tampone per verificare la negatività al Covid…speriamo bene”.

“Non solo gli anziani si ammalano – aggiunge la signora Anna – con l’isolamento e il tracciamento diventa un grosso problema per tutta la famiglia. I miei nipotini non sono potuti andare a scuola, i genitori non hanno potuto lavorare, mio marito e il fidanzato dell’altra figlia sono lavoratori autonomi, quindi non pagati dall’Inps come malattia…non abbiamo avuto la possibilità di fare la spesa. Nel frattempo gli esiti dei tamponi sono arrivati solo ieri e oggi, dopo solleciti su solleciti”.

 

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5 COMMENTI

  1. Pensavo che l’app fosse una buona cosa, ma associata a questo servizio la cancello ….se questa è l’eccellenza del servizio sanitario siamo messi piuttosto male

  2. Ovviamente le ASL durante il periodo estivo hanno battuto la fiacca e come sempre sono andate al risparmio invece di potenziare il servizio in previsione della seconda ondata autunnale. Però il tempo per processare un primario che ha detto verità scomode, quello lo hanno trovato.

  3. E’ normale che sia così. Non si può volere l’ uovo e la gallina. La famosa maggioranza silenziosa + madamine , lobby, capi e capetti, ha scelto le grandi opere, i grattacieli di Torino , i milioni ( !!?!?) di posti di lavoro e le compensazioni e tutti sapevano che i soldi sarebbero stati sottratti dagli altri capitoli : sanità compresa.
    Quindi il coronavirus fa solo il suo lavoro e noi tutti ne siamo responabili, felici e contenti.

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