Da Marchisio a Miretti, passando per Giovinco e Kean, i piemontesi della Juve

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Se si parla di Piemonte, si parla al contempo di una regione piena di bellezze naturali, di siti
architettonici importanti e anche di aziende virtuose, tra tutte la Fiat e la Juventus, l’orgoglio di Torino, il capoluogo. Dal punto di vista calcistico, sono stati tanti i calciatori locali che si sono fatti strada ad alti livelli negli ultimi anni, e alcuni di loro sono riusciti anche a far breccia nel cuore dei tifosi della Juventus, la società più vincente di sempre del calcio italiano. Tra questi calciatori, il più vincente e simbolico in assoluto è senza dubbio Claudio Marchisio, che
attualmente vede e vive il calcio da fuori,  ma che analizza quando può le vicissitudini della
Vecchia Signora in campionato e nelle coppe.

Nato nel 1986 proprio a Torino, Marchisio si è sempre distinto sia per la sua classe sia per il suo talento. Non a caso, lo chiamano “Il Principino”, proprio per i suoi modi nobili e regali. Entrato a far parte del settore giovanile bianconero nel 1993, il centrocampista avrebbe poi fatto tutta la trafila nella società torinese, per la quale aveva sempre tifato. Dopo un breve apprendistato all’Empoli nella stagione 2007-2008, Marchisio avrebbe poi fatto ritorno a casa diventando un punto fisso della Juventus, a oggi una delle candidate ad accedere alla prossima Champions League e al settimo posto nella classifica di Serie A.

Capace di diventare uno dei centrocampisti più forti del momento, il torinese fu una figura
storica dei bianconeri per ben dieci stagioni, e anche le sue apparizioni con la maglia azzurra
della nazionale italiana confermarono il suo rendimento di altissimo livello. Anch’egli del 1986, Sebastian Giovinco è un altro degli atleti nati nella regione Piemonte che sono riusciti a farsi strada sgomitando e eccellendo sempre più. Talento “tascabile” (1,63 metri di altezza), il nativo del 1987 è stato uno dei prodotti più importanti del vivaio della Juventus dal punto di vista della qualità. Cresciuto con l’esempio di Alessandro Del Piero come idolo e trascinatore, il fuoriclasse piemontese avrebbe giocato proprio con Marchisio ad Empoli per un anno per poi far rientro alla base e provare a essere uno degli uomini più importanti di una Juventus, club in ripresa dopo la retrocessione in Serie B per via del terremoto di Calciopoli.

Nonostante il suo impegno e la sua grande tecnica di base, tuttavia, Giovinco impiegò del
tempo, e anche un apprendistato di due anni al Parma, per riuscire a essere un uomo decisivo
in bianconero. Bisogna ammettere però che la sua presenza fu fondamentale in una squadra
che vinse tutti gli Scudetti che si potevano vincere nelle tre stagioni in cui fu presente in rosa,
ossia dal 2012 al 2015. Dopo Marchisio e Giovinco, oggi ci sono in squadra un attaccante dal
grande potenziale come Moise Kean e un centrocampista esordiente come Fabio Miretti. Se il
primo cerca quest’anno il riscatto dopo un’ultima stagione poco convincente, il secondo è invece la grande speranza del futuro della Juventus.

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