DALLA VALSUSA IN SICILIA CON LA BICI: CONTINUA LA PROTESTA DEL RISTORATORE SASÀ GIGANTE

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di FABIO TANZILLI

SIRACUSA / DEVEYS – Con la bicicletta dal Deveys di Salbertrand fino a Siracusa, percorrendo oltre 3700 km e attraversando tutta l’Italia. Il ristoratore valsusino Sasà Gigante continua il suo viaggio di protesta contro le istituzioni all’insegna dello slogan “Fottuto dallo Stato”, dopo aver chiuso nell’ottobre 2022 il suo storico locale “Il gigante e la gallina” a causa della crisi post Covid e del caro bollette. Partito dal Deveys il 15 ottobre, Sasà da pochi giorni è arrivato in Sicilia, dopo aver percorso le varie regioni d’Italia. “Non so come ho fatto ad arrivare fino a qui – spiega Gigante a ValsusaOggi – durante questo viaggio e questa mia missione, sto raccogliendo tanti consensi tra la gente: questo mi servirà in futuro per proseguire nella mia battaglia. Ho capito che sono in tanti a pensarla come me, non siamo in pochi e sarà importante fare qualcosa per unirci tutti insieme in questa battaglia”.
Un viaggio non sempre facile, quello di Sasà Gigante: spesso ha dormito all’aperto, anche durante l’inverno, in luoghi di fortuna. Nei prati, sulle spiagge e pure in un pozzo. Dalla Liguria alla Toscana, dal Lazio alla Campania, arrivando in Sardegna durante le feste natalizie. E ora l’approdo in Sicilia. “Uso il sacco a pelo e mi metto accanto la bici, che non è neppure mia, me l’ha prestata l’amico Valerio Joannas dell’alta Valsusa. Non ho mai forato le gomme!”.
Sasà documenta il suo viaggio attraverso la pagina Facebook “Fottuto dallo Stato”. Per fortuna durante questo viaggio, Sasà viene anche ospitato in posti al coperto, garage o alloggi, così come in alcune abitazioni di persone solidali con la sua protesta: “Mi colpisce la solidarietà della persone, non me l’aspettavo così tanta – aggiunge – proprio in questi giorni una donna, la signora Donatella, mi ha pagato due notti in albergo e mi ha offerto la cena al ristorante. Poco tempo fa a Piombino una ragazza mi ha visto con la maglietta “Fottuto dallo Stato” e senza neanche conoscermi si è commossa e mi ha dato 20 euro. Tante persone mi stanno aiutando e ospitando, a volte anche con delle offerte per sostenere il mio viaggio. Io in cambio mi offro di cucinare per loro a casa, e per i loro amici”.
C’è stato anche qualche episodio spiacevole, ma fino ad ora nessun problema riguardo la sua incolumità: “In Sardegna mi sono davvero trovato benissimo, non volevano che me ne andassi più via, hanno capito il senso della mia protesta contro lo Stato e solo in quella regione ho percorso circa 12oo km in bici”.
Proprio in questi giorni Sasà ha compiuto 61 anni, con tanto di torta e festeggiamenti in casa di ospiti: il tutto grazie ai contatti tra le persone che lo hanno visto e che ha incontrato durante questo lungo viaggio. Con l’onda della sua protesta si è creata una rete di contatti tra Nord a Sud che gli consente di fare numerose tappe in giro per l’Italia. Dove può trovare a volte un letto, a volte un piatto caldo. Non come turista, ma per spiegare le sue ragioni e portare in tutta Italia la sua rabbia e la sua denuncia contro uno Stato che spesso lascia soli i cittadini e le attività in crisi: “Questo viaggio era iniziato per protestare contro la crisi post-Covid, la guerra e il caro bollette – afferma – ma ora il cerchio si allarga, con la crisi delle banche americane…alla fine ci rimettiamo sempre noi cittadini. Ho chiuso dopo che la mia ultima bolletta del ristorante era passata da 600 a 1700 euro in un attimo. Non ce la facevo più. Nel frattempo il mutuo del mio ristorante è passato dalla banca con cui l’avevo stipulato a una banca di credito cooperativa, senza che neanche lo sapessi. Mi hanno chiesto dei soldi, che io in realtà avevo già versato all’altra banca con cui avevo fatto il mutuo. Insomma, cose assurde”.
Durante il viaggio, vari giornali e tv locali nelle diverse regioni hanno parlato della sua vicenda. E adesso cosa farà Sasà? “Continuo questo viaggio, dopo la Sicilia, che sarà lunga da attraversare tutta, risalirò l’Italia lungo la parte dell’Adriatico, in estate sarò in Puglia. Spero di non avere problemi a dormire nelle spiagge, tenendo conto che ci sarà gente. E poi risalirò su, con l’obiettivo di tornare in Valsusa a ottobre, o comunque entro l’inverno”.
Un viaggio che sta dando tanto a questo ristoratore colpito dalla crisi: “Ogni tanto mi commuovo, mi viene da piangere, pensando anche alle emozioni che mi fa provare la gente che incontro. I cittadini capiscono che ci credo davvero, che non scherzo. Un viaggio che mi dona quel senso di libertà che mi mancava da anni, e che mi fa capire che non siamo soli”.

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13 COMMENTI

  1. Da berlusconi -monti -letta-renzi-conte-draghi ed ora quei campioni dell’africa orientale italiana, essere fottuti è assolutamente in linea con le direttive europee da cui i suddetti ricevono ordini.

  2. Ancora con sta manfrina che “è stato fottuto dallo stato”. La sua attività era già moribonda ben prima del Covid, tant’è che ha provato più volte a venderla per disfarsene. Poi si è messo a correre dietro a paragone e no green pass. Ma chi crede di prendere per i fondelli?

  3. Ogni tanto passavo al locale ma da quando ha appeso quei cartelli a forte connotazione politica, magari anche no. Magari, se uno facesse il ristoratore invece che propaganda politica …
    Complimenti alle centinaia di ristoratori in valle che sono stati capaci di superare le stesse difficoltà.

  4. Già!
    Come avranno fatto gli altri ristoratori a mantenere in vita nei momenti difficili e poi a rilanciare le loro aziende?
    Sarà che lo Stato, occupatissimo con questo signore, si sia scordato di “fottere” anche loro?

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