DANNI DA LUPO IN VALSUSA: UCCIDERLI È UNA SOLUZIONE?

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di LUCA GIUNTI (Guardiaparco della Valsusa / Articolo pubblicato su Piemonte Parchi)

Periodicamente torna all’onore delle cronache il tema dell’abbattimento dei lupi. Nelle zone di recente colonizzazione i danni che provocano al bestiame domestico sono ingenti, perché da quasi un secolo si è persa l’abitudine alla coesistenza con i predatori. Inoltre il lupo suscita paure ancestrali e timori anche giustificati, nei confronti di un animale misterioso e affascinante, incastrato come nessun altro nel nostro immaginario collettivo, che in circostanze innaturali potrebbe essere potenzialmente pericoloso.

Le domande allora sono due, se si vuole affrontare seriamente il tema. La prima è se sia lecito ammazzare i lupi e la seconda se questo sistema sia efficace per risolvere il problema dei danni.

Senza pretesa di sviscerare in poche righe un tema tanto complesso e divisivo, possiamo provare a offrire qualche considerazione alla luce delle esperienze e delle conoscenze attuali.

Il nuovo piano nazionale di gestione della specie
Va ricordato in premessa che da molti anni è in gestazione presso il Ministero dell’Ambiente il nuovo piano di gestione nazionale del lupo, la cui approvazione è da tempo incagliata proprio sul tema degli abbattimenti che vede ovviamente contrapposti interessi divergenti. Il Ministro Costa ha fornito una risposta molto dettagliata a una interrogazione in Senato, che è utile consultare per una panoramica approfondita e autorevole (risposta n. 1115 di dicembre 2019 a richiesta di Testor et al. n. 4-01546).

In ogni caso, allo stato attuale della legislazione, il lupo è specie protetta a livello internazionale. Qualsiasi azione contro di lui deve quindi considerarsi un atto di bracconaggio illegale.
La decisione se mantenerlo dentro la categoria protetta o spostarlo in un’altra posizione per renderlo abbattibile, rientra nei poteri degli Stati e dell’Europa, non delle singole Regioni. Tanto è vero che la Francia ogni anno chiede una specifica e motivata deroga alle Direttive comunitarie per farsi approvare un piano straordinario di abbattimento.

Naturalmente ogni dibattito e ogni posizione sono legittime, Anzi, sono addirittura auspicabili, a patto che ci si muova da posizioni anche lontane ma intellettualmente oneste e scevre da opportunismi di varia natura.

Forse, in questa sede, è più interessante valutare laicamente se il metodo eventualmente proposto, cioè l’abbattimento di alcuni esemplari di lupi, possa essere efficace, indipendentemente da altre considerazioni di tipo protezionistico o morale. Proprio il fatto che in altri Paesi, tipicamente la Francia (spesso indicata dai sostenitori di questo sistema come esempio da imitare), vengono da anni praticate uccisioni selettive, dimostra invece, studiando i dati, che in realtà si tratta di una soluzione poco efficace. Infatti nonostante lo stato francese autorizzi l’abbattimento di una ventina di lupi all’anno, i danni subiti non sono affatto diminuiti ma anzi si sono acuiti. Ci sono alcune pubblicazioni consultabili anche online a conferma di questa tesi, e che riportiamo a fine articolo.

Perché abbattere i lupi è una soluzione poco efficace
Le ragioni di questa inefficacia sono ben note agli esperti. Innanzitutto occorre essere sicuri di colpire selettivamente alcuni dei giovani di un branco e non uno degli adulti. Perché in questo caso si priverebbe il nucleo familiare della guida necessaria a condurre la caccia, con il risultato che i giovani inesperti sono costretti a rivolgersi alle prede più facili che conoscono, cioè proprio alle pecore.

In secondo luogo se un determinato territorio di montagna offre le condizioni ecologiche per sostenere un branco di lupi – cioè sostanzialmente un habitat tranquillo e ricco di prede selvatiche in ogni stagione – allora anche nell’eventualità che si riesca a eliminare completamente quel particolare branco, il problema sarebbe semplicemente rinviato di qualche anno, perché un nuovo nucleo si reinsedierebbe nell’area adatta in poco tempo.

Certo, la soluzione ‘fucile’ è facile, comoda, e può generare consenso. Ma come dimostra da anni in Italia la politica di gestione del cinghiale – che pur abbattendo ogni anno migliaia di capi non risolve il problema – le difficoltà degli ecosistemi complessi che stanno lentamente raggiungendo un nuovo equilibrio dopo decenni di perturbazione umana, non possono essere risolte con soluzioni semplici e immediate.

Certamente il lupo può rappresentare la vera goccia che fa traboccare il vaso di una pastorizia di montagna già fiaccata da altre gravi problematiche e potrebbe costringere gli allevatori alla drastica e triste decisione di chiudere la propria attività. Oggi, i pastori hanno un serio bisogno di un miglioramento delle condizioni in alpeggio, dalle case alle strade, del riconoscimento dei prodotti del proprio lavoro, costretti a buttare via la lana perché non ha praticamente mercato, e soprattutto hanno bisogno di un aiuto per impedire l’aumento dei canoni d’affitto in alpeggio.

Una difficile (ma possibile) convivenza
Infine bisogna continuare – come fa la Regione Piemonte fin dal 1995 con i vari Progetti Lupo e Life EU – a cercare di ridurre il più possibile il conflitto lupo-pecore.
Si tratta di un impegno faticoso, che talvolta appare infruttuoso, praticato quotidianamente da veterinari, guardiaparco, associazioni di categoria, esperti di ogni estrazione e, primi fra tutti, pastori e malgari. Non basta il rimborso dei danni subiti, per quanto indispensabile. Occorre diffondere meglio l’utilizzo dei sistemi di difesa (recinzioni, dissuasori, cani da guardiania, quasi sempre forniti gratuitamente proprio nell’ambito dei progetti sopracitati), collaborare sul campo per una sorveglianza ininterrotta persino mediante appositi volontari (esperienza sperimentata con successo in alcuni contesti e lanciata da Coldiretti con l’iniziativa “Ami il lupo? Adotta un pastore”) e diffondere conoscenza sia in montagna sia in città.

Perché la natura non è solo morbida e disneyana. Può essere crudele e problematica. Proprio come i lupi e noi esseri umani.

Per saperne di più sulla gestione del lupo in Francia

Notizie sul lupowww.loupfrance.fr/

Bollettini: www.oncfs.gouv.fr/Le-Bulletin-du-reseau-loup-download   www.loup-developpement-durable.fr

Piano 2018-2023

Bilancio 2019 del protocollo di intervento  e relative valutazioni generali

Tetto di lupi che è possibile abbattere (con l’aggiornamento dei lupi abbattuti nel 2020 fino al 13/2) e relative critiche del C.N.P.N. (CONSEIL NATIONAL DE LA PROTECTION DE LA NATURE).

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13 COMMENTI

  1. Ringrazio Luca Giunti per i suoi preziosi articoli, che illustrano puntualmente la vita dei selvatici e dell’ambiente montano, vissuti e studiati da professionista e da … poeta. La caccia NON è mai la soluzione per la riduzione del numero dei selvatici. Ci pensa Madre Natura, per questo.

  2. Articolo super dettagliato e coerente Mi chiedo a questo punto che senso abbia avuto rimettere ,anni fa ,nei nostri territori una specie che ormai dalle nostre parti non si vedeva più da tempo per poi pensare oggi a misure drastiche per il suo abbattimento ; credo che già allora si sapessero quali potevano essere le conseguenze della reimmissione del lupo in natura .Ora l’abbattimento selettivo mi sembra davvero un controsenso …. x questo motivo e per tutti quelli elencati nell’articolo .

  3. Io auguro sempre a chi ha il grilletto facile contro i poveri animali di crepare con il proprio fucile che esplode tra le mani auguri….

  4. La natura è meravigliosa , anche se a volte crudele , per questo è mia opinione eliminare la caccia iniziando dai produttori di fucili , sarà la natura a fare il suo corso e le sue scelte , ovviamente eliminerei anche i guardiaparco oramai inutili

  5. Si parla molto delle specie selvatiche che causano danni e inquietano terrone, e la soluzione nei 95% dei casi è ovviamente l’uccisione/abbattimento.
    La domanda è: perché noi umani che stiamo avvelenando e distruggendo il pianeta per il nostro stile di vita e per il nostro sovrapopolamento chiaramente eccessivo, niente e nessuno fa un piano di abbattimento che riguarda noi? Forse perché noi stessi amiamo la vita e la nostra libertà? Perche vogliamo bene ai nostri cari? Vivere per i nostri figli? Non sarebbe etico, ma quando si parla di animali sembra che si stia parlando più di oggetti o esseri inferiori…purtroppo noi senza neanche renderci conto pecchiamo tutti (o quasi) di superbia

  6. Si parla molto delle specie selvatiche che causano danni e inquietano terrore, e la soluzione nei 95% dei casi è ovviamente l’uccisione/abbattimento.
    La domanda è: perché noi umani che stiamo avvelenando e distruggendo il pianeta per il nostro stile di vita e per il nostro sovrapopolamento chiaramente eccessivo, niente e nessuno fa un piano di abbattimento che riguarda noi? Forse perché noi stessi amiamo la vita e la nostra libertà? Perche vogliamo bene ai nostri cari? Vivere per i nostri figli? Non sarebbe etico, ma quando si parla di animali sembra che si stia parlando più di oggetti o esseri inferiori…purtroppo noi senza neanche renderci conto pecchiamo tutti (o quasi) di superbia

    • Sarebbe interessante sapere quanto denaro pubblico e ‘ stato sperperato in tutti questi anni,tra il progetto lupo regionale e il wolfalps life europeo…milioni di euro finiti nelle tasche dei vari enti,dove hanno banchettato esperti di ogni genere,ovvio è che l’articolo è di parte,perché se il lupo dovesse divenire specie cacciabile,tutto l’indotto che gira intorno a questi progetti,nn potrebbe piu’ accedere a questi fondi milionari,inoltre gli “sforzi” come vengono definiti,ossia quelli di indurre a credere che i danni dei lupi si riescano a limitare con qualche cane da guardiania e un po’ di rete, nn solo sono metodi talvolta infruttuosi,ma sono risultati assolutamente inefficaci,oltre a questo tutte le campagne d’informazione perpetrate in questi anni per ” sensibilizare” l’opinione pubblica,hanno avuto l’unico obbiettivo di raccogliere numerosi e facili consensi da parte di chi nn ha la minima consapevolezza di ciò che avrebbe comportato il cosidetto” ritorno spontaneo” del lupo sul territorio,e di riflesso hanno cotribuito a mettere in cattiva luce le categorie come gli allevatori spesso denigrati e irrisi da masse di tuttologi da tastiera,Se poi in Francia gli abbattimenti del lupo nn hanno prodotto gli esiti sperati,bisognerebbe anche dire che in Francia lamentano che l’arrivo e la presenza consistente del lupo è foraggiata dalla confinante Italia,dove la specie nn è ancora cacciabile,poi l’accostamento di gestione con altre specie come il cinghiale,dove se ne lamenta il proliferare,nonostante specie cacciabile,onestamente bisogna ricordare e chiarire che in Valsusa,ma in tutto il territorio nazionale, vi sono molte oasi di protezione,parchi ecc,..che ne favoriscono l’incremento,e la presenza del lupo sembra nn incidere negativamente sulla crescita della specie.Bisognerebbe avere l’onesta intelletuale di dire che laddove il territorio è gestito e regolamentato dal prelievo venatorio nn solo le specie nn sono a rischio di estinzione,basti guardare la cronologia dei censimenti dei CA e degli ATC, ma tutto l’ecosistema ne beneficia,comprese tutte le attivita’ legate al territorio,e anche le casse pubbliche,si perché a diversità dei parchi che soppravivono con denaro pubblico,i comprensori venabili portano soldi nelle casse demaniali,con 0 spese di quest’ultimo!!

  7. Abbiamo già rovinato il mondo e in crudeltà superato le bestie, vogliamo continuare? Ma non vi accorgete che la natura si sta ribellando ? volete ancora soffrire? Non vi basta tutto il male che ci circonda, ne volete ancora … bè io direi basta ok ? Cambiate vita , e se volete pace smettete di andare contro natura.

  8. Per quanto riguardo il “piano di abbattimento dell’eccesso di umanità ” , ci penseranno , tra poco , Billy Gates e i Covidioti italiani,col vaccino fasullo .

  9. Molte affermazioni sull’argomento dovrebbero essere smentite ho confermate.
    Il lupo è ritornato o è stato lanciato?
    Il pastore vigila la proprie pecore o sparisce per intere giornate affidandole al cane?
    Esistono davvero i branchi di cani pastore abbandonati ed inselvatichiti?
    E’ normale che si auspichi un “prelievo venatorio” per intervenire ancor di più su un ambiente naturale che già stiamo devastando con ogni mezzo?
    Per quale motivo l’uomo tecnologico contemporaneo non riesce a liberarsi dell’immaginario negativo nei confronti del lupo?

  10. Molte affermazioni sull’argomento dovrebbero essere smentite ho confermate.
    Il lupo è ritornato o è stato lanciato?
    Il pastore vigila la proprie pecore o sparisce per intere giornate affidandole al cane?
    Esistono davvero i branchi di cani pastore abbandonati ed inselvatichiti?
    E’ normale che si auspichi un “prelievo venatorio” per intervenire ancor di più su un ambiente naturale che già stiamo devastando con ogni mezzo?
    Per quale motivo l’uomo tecnologico contemporaneo non riesce a liberarsi dell’immaginario negativo nei confronti del lupo?

  11. non è necessario ucciderli, è sufficente che chi li ha portati per i sei milioni di euro che l’europa ci dava,
    se li vengano a prendere, se li mettono nei loro giardini e cortili.
    la vita sulle montagne e colline è cambiata, non c’è più lo spazio per i lupi, e tanto meno per l’orso come qualche tempo fa si parlava.
    sai che bello scendiletto si potrebbe fare?.
    chissà perchè quando il nostro orso a varcato il confine è stato prontamente abbattuto.

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