DIMISSIONI A MATTIE: IN COMUNE ENTRANO SACCO E AGESILAO

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di IVO BLANDINO

MATTIE – Consiglio comunale molto partecipato, ieri sera giovedì 10 settembre, a Mattie. Alle 19.00 i consiglieri si sono riuniti in sessione straordinaria d’urgenza nella consueta sede della saletta Polivalente di via Roma 2. Il sindaco di Mattie Marina Pittau ha preso atto delle dimissioni rassegnate la settimana scorsa dalle consigliere di maggioranza Daniela Perrachon e Martina Benetto. Entrano in Consiglio al loro posto Valter Agesilao e Pier Francesco Sacco, gli ultimi due esclusi dalla lista “Impegno per Mattie”.

I malumori verso l’azione amministrativa di Marina Pittau trapelati nei giorni scorsi hanno trovato conferma nella lettura da parte del sindaco delle motivazioni delle due consigliere dimissionarie. Di “totale disaccordo” ha parlato l’ex consigliera Benetto, la quale ha dichiarato di essere venuta a conoscenza di alcune decisioni soltanto “a fatti compiuti” e ha lamentato la preclusione “ad ogni possibilità di confronto” con il sindaco. Sulla stessa linea le parole dell’ex vicesindaco Daniela Perrachon, che ha attaccato duramente la gestione del potere da parte della Pittau: “A fronte di queste dimissioni consegnate in maniera non adeguata lunedì 31 agosto sono stata nuovamente attaccata dal sindaco, quindi aggiungo che le mie dimissioni sono sopraggiunte anche per un mancato coinvolgimento nell’attività amministrativa, in campagna elettorale avevo dichiarato i miei limiti di impegno amministrativo. Ma i compiti che mi sono stati comunicati in maniera adeguata li ho sempre portati a termine. Non è corretto, per qualsiasi persona come me, donna con figli ed un lavoro a tempo pieno, dire che sia impossibile intraprendere un’attività di questo genere. Certo, gli impegni devono essere comunicati per tempo e concordati. Ma è possibile. È necessario un gruppo, è necessario un coordinamento del sindaco e non un accentramento delle attività, senza possibilità di confronto. Rassegno le mie dimissioni perché questa attività amministrativa impostata dal sindaco, esclude qualsiasi confronto argomentato”.

Inoltre – continua Perrachon – il disaccordo con le idee del Sindaco non è accettato. Non si riescono ad ottenere risposte giustificate ed il confronto politico e sulle scelte amministrative è annullato. Se si ricerca un confronto costruttivo, si ottengono ripercussioni psicologiche che sopprimono l’autorevolezza di dialogo del consigliere. Fino ad attaccare l’individuo anche con insinuazioni sulla sua vita privata. L’ho visto applicato a me e a differenti consiglieri. Questo approccio si ripercuote anche sui cittadini. Nei cinque anni precedenti il Comune era un punto di riferimento. In pochi mesi di nuova amministrazione il cittadino vive il servizio pubblico come un problema. Un limite. Diventa difficile comunicare anche con gli amministratori spesso ignari delle decisioni prese. Questa per me non è amministrazione pubblica. Ho avuto fiducia, troppa, nelle promesse elettorali e mi sono sbagliata, ho pensato che fosse possibile costruire un’amministrazione attenta e coinvolta. Che i limiti della stessa fossero umani, senza coinvolgimenti dedicati alle dimostrazioni di potere. Visto che modificare questo stato di cose è stato impossibile, con la speranza, che le osservazioni poste pubblicamente siano fonte di ricalibrazione dell’attività amministrativa, rassegno con effetto immediato le mie dimissioni”.

La crisi politica ha suscitato le reazioni dell’opposizione. Il capogruppo di minoranza Massimiliano Bruzzese ha affermato: “Caro sindaco e cari consiglieri, non era nostra intenzione tornare al passato, anzi, il nostro sguardo, da dopo le elezioni, è stato rivolto sempre al futuro. Però, purtroppo, vista la grave situazione creatasi in questi giorni, dobbiamo ritornarci e ricordare che in campagna elettorale la lista “Insieme per il Futuro” aveva sottolineato (senza essere ascoltata) l’anomalia politica in cui era nata la vostra lista. E il risultato di quella anomalia, oggi, è sotto gli occhi di tutti. All’inizio della legislatura ci si è “riempiti la bocca” con “tutti insieme dobbiamo lavorare per il bene del paese” e noi della minoranza abbiamo accettato questo suo invito con molto piacere. Peccato però che la nostra luna di miele è finita presto, anzi prestissimo, per superbia sua, Sig. Sindaco. Ci sembra che lei abbia avuto un concetto un po’ distorto di “bene del paese”. Dopo poco più di un anno dall’inizio del suo mandato non ha saputo tenere insieme la sua maggioranza. Le dimissioni, non solo di un consigliere ma del suo vice Sindaco, costituiscono un fatto gravissimo. Questo ci preoccupa, perché ci fa pensare che siamo di fronte a un’amministrazione precaria, che tira a campare. E questo i cittadini non se lo possono permettere”.

Continua Bruzzese: “Un altro fatto gravissimo è che venga detto che una delle due consigliere si sia dimessa con l’accordo della minoranza consigliare. Sono solo illazioni ridicole e fuorvianti. Non trovate capri espiatori al di fuori di voi, il problema è al vostro interno. Ma sapete qual è il problema, purtroppo? Che il malcontento non risiede solo nei banchi della maggioranza, ma anche tra i cittadini, che da mesi lamentano una mala gestione del nostro paese. Caro Sindaco, lei sa qual è il bene del paese? Avere un sindaco che non sia un capo ma un leader, avere un Sindaco che unisce e non divide, avere un Sindaco che ama il suo paese e non lo lascia al degrado, avere un Sindaco che ascolta la sua gente e non risponda con la prepotenza, avere un Sindaco che abbia il coraggio delle sue azioni e non inventi scuse. Questo, per noi, è il “bene del paese”. Auspichiamo da parte vostra un cambio di rotta repentino, per il “vero” bene di Mattie”.

Tra gli interventi anche quelli dell’ex candidato sindaco Danila Favro e dello scrittore Daniele Trematore, il quale ha sottolineato il proprio rammarico per la situazione del paese esprimendo nel contempo la propria solidarietà all’ex vicensindaco Perrachon per gli attacchi personali subiti. Ratificata l’entrata dei nuovi consiglieri Agesilao e Sacco, il sindaco ha chiuso il Consiglio senza possibilità di dibattito tra i cittadini. Inutili le proteste del pubblico presente, invitato a lasciare la sala.

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