ECCO IL VIDEOGIOCO COI NO TAV E LE PROTESTE IN VALSUSA: AL CANTIERE DI CHIOMONTE E IN AUTOSTRADA. SARÀ DISTRIBUITO PER PLAYSTATION, PC E X-BOX

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Giocare a fare i “No Tav” sulla Playstation o X-box, usando i joystick per manifestare e scontrarsi con la polizia al cantiere della Maddalena di Chiomonte o sull’autostrada. Sarà uno degli scenari che si potranno selezionare su “Riot”, il nuovo videogames che sarà sul mercato entro fine anno, ideato da un programmatore italiano – Leonard Menchiari – e distribuito dalla Steam. “Riot” è un progetto in lavorazione da anni. Il giocatore potrà scegliere in quale nazione rivoltarsi: dalla Grecia alla Spagna, dall’Egitto all’Italia, e quindi pianificare le strategie di protesta e rivolta contro lo Stato. Chi vuole, potrà anche impersonare la polizia, in un vero gioco delle parti. Per realizzare il videogioco sulle rivolte, Melchiori ha ottenuto un finanziamento dal popolo della rete, facendo un appello di Indiegogo, che gli ha fruttato ben 40mila euro. Soldi che lg hanno permesso di viaggiare per seguire alcune delle rivolte sociali presenti nel gioco, tra cui appunto la lotta no tav in Val Susa.

  

E così nel video trailer di presentazione del gioco, tra le scene si vede proprio la classica ambientazione davanti ai cancelli della ex centrale Aem di Chiomonte, per la Maddalena, così come i blocchi autostradali vicino allo svincolo di Chianocco, sull’autostrada Torino-Bardonecchia. 

“A livello psicologico e personale ho dovuto capire le ragioni di tutte le fazioni, non solo quelle di lotta contro il sistema ma anche quelle di chi ci crede, di chi per lavoro lo difende – ha dichiarato il programmatore  – nel corso del tempo mi capitava di incontrare con gente che hanno lavorato in polizia, ho cercato di capire anche il loro punto di vista molto più a fondo. Credo che il gioco e la possibilità di gestire entrambe le fazioni serva proprio a questo: spingere a capire la posizione della parte che hai deciso di prendere”. 

E così il giocatore potrà scegliere le armi da far utilizzare alle forze dell’ordine (dai lacrimogeni ai fucili a pompa), così come ai rivoltosi l’utilizzo di bombe carta e molotov, oppure scegliere che le manifestazioni siano pacifiche, con le classiche marce. “Non sarà necessario usare la violenza per superare un livello – aggiunge Melchiori – ma il pegno da pagare sarà avere nelle proprie fila un mucchio di feriti”.

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