ELETTRODOTTO IN VAL SUSA, I NO TAV ANNUNCIANO BATTAGLIA: “SIAMO PRONTI ALLA MOBILITAZIONE, È UN’OPERA INUTILE” / ECCO COSA HANNO DETTO IERI SERA A BUSSOLENO

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Si è svolta ieri sera a Bussoleno l’assemblea tenuta da alcuni attivisti No Tav: i numerosi cittadini presenti, hanno potuto conoscere i problemi che ruotano attorno al progetto del “Megaelettrodotto da 320.000 Volt Grand’Ile – Moncenisio – Piossasco”, grazie ai molteplici dati e documenti apportati dai relatori della riunione. Al tavolo dei relatori c’erano alcuni punti di riferimento del movimento No Tav: Alberto Perino, Mario Cavargna e Nicoletta Dosio.

Da una preliminare introduzione storica, è emerso che il movimento No Tav continua ad opporsi alle grandi opere, come ci spiegano infatti alcuni loro componenti: “Lo stesso “no” di allora, lo diciamo ancora oggi. Il nostro “no” partì quando gli accordi tra l’Enel e l’Edf erano già stato presi, all’insaputa di tutti: queste prime intese risalivano all’ ’86, e solo un anno più tardi iniziò l’iter di richieste alla Regione Piemonte per poter far passare l’elettrodotto nella nostra Valle”.

L’unico Comune che allora si oppose fu Villarfocchiardo, però poco servì la sua lotta solitaria per fermare i lavori di disboscamento.

Ma già nel ’90, si formò una forte opposizione popolare, che vide coinvolti anche altri Comuni: “La vittoria del ’94 a scapito del mega elettrodotto, fu certamente un forte aiuto per l’altra grande battaglia che ci stava aspettando, contro l’alta velocità”, precisano i No Tav, e ricordano inoltre il caso delle acciaierie Ferrero, ai tempi delle prime 7 mila firme contro l’elettrodotto, mandate in Regione tra il ’92 ed il ’93, quando quest’opera doveva servire per alimentare l’acciaieria.

Nel gennaio del ’94, il Ministero dell’Ambiente boccia il mega elettrodotto e, ci spiegano i No Tav: “In Italia la lotta contro i mega elettrodotti era diventata un elemento comune, in nome della salute e contro il nucleare, ed il pezzo di elettrodotto che avrebbe dovuto distruggere la nostra Valle era soltanto un frammento di una rete molto più vasta”.

Però niente è cambiato da allora, il progetto rimane il medesimo, dunque inveiscono i No Tav: “Questa sera siamo qui non solo per far parole, ma anche per organizzare una lotta concreta, dato che la società Terna, a cui è affidata la realizzazione di quest’opera, ha programmato delle consultazioni, per illuderci di aver coinvolto la popolazione”.

Sembra proprio che il fastidio dei No Tav nasca da questi incontri organizzati dal gruppo Terna con i cittadini dei Comuni toccati dall’opera, poiché le consultazioni, che avranno luogo durante tutto l’arco delle giornate di oggi, domani e di giovedì, rispettivamente a Gravere, Susa e Bussoleno (nelle sale consiliari), saranno chiuse a piccoli gruppi di dieci persone alla volta.

Terna, nei documenti offerti alla popolazione, precisa però che il Governo ha già approvato il progetto iniziale nel 2011: in questo, è previsto il passaggio totale dell’elettrodotto sull’autostrada, ma per fare ciò, si dovrebbe scavare un altro cunicolo sopra il vertice delle gallerie; il che significherebbe troppa perdita di tempo; così la società propone come variante il passaggio della linea elettrica sulla statale 24, da Salbeltrand fino a Bussoleno, dove inizia la galleria di Prapountin.

Le amministrazioni dei comuni di Chiomonte ed Exilles hanno già espresso il loro favore per il progetto del mega elettrodotto e la sua variante, ecco perché il movimento No Tav invita tutta la valle a mobilitarsi per fermare questa grande opera, offrendo degli argomenti solidi e concreti da cui poter partire, come il contributo apportato dagli studi dell’Ingegnere Livio Giuliani, che da decenni si occupa di inquinamento ambientale ed è sempre impegnato a dimostrare i nessi politici tra le iniziative in campo energetico.

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In collegamento Skype nel corso della riunione, ha illustrato l’aspetto tecnico dell’opera e le scelte politiche dei gruppi legati a Terna: “L’interesse è quello di realizzare una rete che colleghi il terminale della rete italiana alla Francia, o meglio di potenziare questo collegamento che già esiste, per poter trasportare energia elettrica e consentire di vendere l’energia nucleare. È un obiettivo strategico molto simile a quello della ferrovia Tav: anche in questo caso c’era una tecnologia francese avanzata, che però mal si innestava in Europa, perché in tutta Europa le ferrovie sono in corrente continua, mentre la tecnologia francese è basata sulla corrente alternata”.

I No Tav fanno una domanda ben precisa all’Ingegnere Giuliani: “Quanto è forte l’effetto business rispetto alla reale necessità di energia dell’Italia?”

Ingegner Giuliani: “In Italia, abbiamo un surplus di potenza da indennizzare perché non utilizziamo, ma l’Europa ha stabilito che si devono indennizzare le centrali elettriche che non lavorano. Noi abbiamo mediamente 40 mila gigavatt inutilizzati: è utile dunque importare questa energia? Dobbiamo indennizzare la potenza che non utilizziamo, e dovremmo importare più energia francese: a questo serve l’elettrodotto”.

Inoltre, nei documenti forniti alla popolazione da Terna, è precisato che la linea è formata da quattro cavi: due di Terna e due di un’altra società privata, la “Transenergia SRL”, il cui capitale sociale, di soli € 22.661, è detenuto per metà dalla SITAF e per il resto dal gruppo GAVIO, uno dei più importanti operatori autostradali in Italia.

Chiariscono i No Tav: “È una situazione già vista, che sfrutta il costo dell’energia nucleare francese in surplus e il costo dell’energia italiana, ma come ha detto bene l’Ingegnere, se il gestore delle centrali italiane non può vendere tutta l’energia e se ne ha più della metà in surplus, lo Stato deve pagargli questa metà come se l’avesse venduta, ma da dove arrivano i soldi? Dalle nostre tasche!”

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E continuano: “Anche se l’opera non facesse nessun male dal punto di vista della salute, noi ci opponiamo, perché si tratta dell’ennesima rapina di denaro pubblico, esattamente come il Tav! Come l’abbiamo smontato 25 anni fa, dobbiamo riuscire a smontarlo anche oggi, ed abbiamo bisogno che i sindaci e gli amministratori di questa valle si rendano conto che non possono svendere il denaro dei loro cittadini”.

Ci saranno quindi delle ulteriori riunioni, assemblee e manifestazioni, alla conclusione delle consultazioni e degli incontri col gruppo Terna, perché i punti cruciali sono tanti e gli argomenti del movimento No Tav contro l’opera sono eterogenei e vanno a toccare diversi temi: il nucleare, l’energia alternativa, il lucro dei gruppi privati a scapito dei cittadini e i danni ambientali.

Per tutti questi motivi saranno fatti dei presidi di controinformazione:

Mercoledì 10/6, ore 10  davanti al Comune di Susa

Giovedì 11/6, ore 9,  davanti alla Sala Consiliare di Bussoleno, via Torino 62.

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1 COMMENTO

  1. Buongiorno,
    il capitale sociale di Transenergia pare essere di 1 milione di Euro e non poco più di 20.000. Fonte: http://www.transenergia.it/chi-siamo.html nel footer.

    Se non erro il progetto non è il medesimo di quello bocciato nel ’94 da ministero. Se non ricordo male quello era fuori terra, in traliccio.

    Quest’ultimo prevede una trincea larga 70 cm e profonda 170 con la posa di tubi da 25cm di diametro in cui passeranno i cavi.

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