ELEZIONI A BARDONECCHIA, LA LETTERA DEL SINDACO BORGIS: “LE IDEE SONO PIÙ IMPORTANTI DEI POTENTI DI TURNO E DEI PORTATORI DI VOTI” / CRITICHE ALLA LISTA DI SERGI E PELLE

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di ROBERTO BORGIS (Sindaco di Bardonecchia)

Mi colpisce sempre come da un tempo imperdonabilmente lungo si affronti ogni campagna elettorale, sia essa nazionale o locale, come quella del comune di Bardonecchia, nella ricerca dei portatori di voti, dei grandi elettori cui agganciare il carro, la ricerca di “potenti” cui affidarsi, come se le idee fossero “un mero accidente”, un inutile orpello.
Certo è vero che per poter applicare un programma occorre vincere le elezioni, ma pensare che il primato delle idee sia accessorio e secondario ai grandi portatori di voti ritengo sia davvero riduttivo.
Mi riferisco ad esempio all’iniziativa “Adesso decidi tu“, una bella e innovativa operazione politica finita poi per essere una sorta di conta su chi aveva preso più voti e magari individuare qualche grande elettore, oppure cannibalizzare qualche ipotetica lista avversaria, relegando i suggerimenti e le idee dei cittadini in una posizione secondaria, con la pubblicazione dei risultati sui mezzi di informazione molti giorni dopo e senza alcun commento.

Credo che la narrazione del futuro di un Paese o di un comune come Bardonecchia passi attraverso le idee, attraverso la furia di un “principio speranza“, inteso come forza e volontà di leggere la realtà dell’oggi in modo pragmatico ma anche innovativo. Dobbiamo abbattere la tranquilla consuetudine degli stessi gesti e pensare in modo innovativo a fronte di una realtà in continua evoluzione.

Il futuro di Bardonecchia penso possa essere declinato anzitutto attraverso il turismo e la salvaguardia dell’ambiente, la quale oltre alla qualità della vita, rappresenta comunque un tassello fondamentale per il turismo. Non possiamo immaginare un futuro senza un rinnovamento e svecchiamento degli impianti di risalita, un potenziamento del sistema di innevamento artificiale, un centro benessere spa comunale, un campo da golf a nove buche, un rifacimento interno del palazzetto dello sport, la ricerca di forme per incentivare il sistema ricettivo, un continuo miglioramento della rete sentieristica, la difesa della qualità dell’aria e dell’ambiente.

La montagna di oggi deve essere sempre più inclusiva e accanto al mood neve-sci alpino occorre leggere universi e spazi nuovi, riscoprire l’anima green, bio, slow, l’enogastronomia delle terre alpine, perché tutto questo non solo significa cogliere opportunità, ma anche mettere in campo uno strumento che permetta alla montagna di ritrovare quella nobiltà quotidiana che sembrava aver perso nei decenni passati.

Turismo vuol dire lavoro, perché oggi c’è bisogno di lavoro!
Fare turismo, fare impresa, significa dare un futuro, dare delle risposte anche sul piano sociale, certo non è la panacea di ogni problema ma è una strada per ripensare la montagna in modo nuovo.

Il domani, quello dei nostri figli, non potrà più passare attraverso il “mitico” posto fisso nello Stato o in qualche azienda parastatale, e quindi nella ricerca di nuove strategie occupazionali credo che il turismo possa essere nel nostro territorio la risposta più efficace, perché la bellezza delle nostre montagna non è delocalizzabile e il futuro cui ho accennato sopra non è un “bel libro dei sogni”, ma è a lì a portata di mano… bisogna solo aver il coraggio di andarlo a prendere.

Non so quale sarà il destino politico di Bardonecchia, e al di là degli schieramenti elettorali, per quanto mi riguarda la “battaglia” sarà per un turismo forte, inclusivo e sostenibile, una strada da percorrere senza se e senza ma… con la convinzione che la politica possa essere ancora la forza di un pensiero creativo e non un mero esercizio elettorale sul reclutamento di grandi elettori e portatori di voti.

Mi viene in mente il famoso monologo di Cyrano de Bergerac:
“Orsù che dovrei fare?…
Cercarmi un protettore, eleggermi un signore,
e come l’edera, che dell’olmo tutore
accarezza il gran tronco e ne lecca la scorza,
arrampicarmi, invece di salire per forza?
No grazie!“
Roberto Borgis

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