FOTO / GIAVENO, “RIFIUTI E AMIANTO NELLE BORGATE”. IL COMUNE REPLICA: “ABBIAMO AVVIATO LA PULIZIA”

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di PAOLA TESIO

GIAVENO – Le borgate di un comune montano dovrebbero essere la ricchezza di una comunità per la loro valenza storica e paesaggistica. Purtroppo a volte questo non accade. Uno dei maggiori problemi riguarda lo smaltimento improprio di inerti ed elettrodomestici nei boschi. In borgata Roccette molte aree sono cosparse di macerie, anche con amianto, oltre che materiali più svariati e che in alcuni casi finiscono persino nei torrenti. Anche in prossimità dei cassonetti vengono abbandonati rifiuti “impropri” come mobili, televisori, lavatrici. In questi giorni il Comune di Giaveno ha inviato in borgata gli agenti della polizia municipale, per raccogliere alcuni pezzi di amianto ancora presenti presso dei ruderi. Purtroppo in borgata manca il servizio di ritiro degli ingombranti su chiamata (si può fare solo una volta all’anno) e non si possono portare all’Ecocentro eventuali inerti (vengono accettati in maniera limitata ed esigua). Un cittadino ha segnalato a ValsusaOggi la presenza di amianto, in gran parte sbriciolato, sugli appezzamenti ai margini dell’abitato: “Si tratta di coperture in Eternit che in tutti questi anni sono state abbandonate nei prati, creando un danno ambientale. L’amministrazione dovrebbe bonificare l’area”.

Tra le borgate Minietti e Roccette il panorama è davvero desolante, il ruscello è pieno di rifiuti: bottiglie di plastica, bombole del gas, bidoni di vernici, persino carta igienica e assorbenti arrivati probabilmente da qualche scarico fognario che confluisce nel corso d’acqua. Ma quello che più sorprende sono i resti di canne fumarie, tubazioni, tettoie in Eternit a pezzi o completamente sbriciolate, tutte sparse sui terreni. Un muro di cinta troppo basso per evitare il rovesciamento dei rifiuti nella scarpata e un vecchio cartello di divieto ormai illeggibile (“Non scaricare rifiuti e macerie”) fanno da scenografia al paesaggio violato. Poco più in là c’è una transenna di protezione della strada, che da anni sta franando senza alcun intervento di ripristino.

“Ci sono ancora vari tetti in Eternit sulle baite – aggiungono altri abitanti della borgata – talmente deteriorati che quando c’è vento alcuni pannelli cadono al suolo e si rompono. In passato erano state fatte delle segnalazioni affinché gli organi competenti, chiamati a raccogliere i detriti, verificassero se vi fossero problemi per la salute. L’Asl ha dato un parere positivo sulla solidità dei manufatti, nonostante lo stato di deterioramento di quelle coperture che presentano lesioni, al punto che sono visibili i filamenti”.

La replica del Comune

Il consigliere comunale delegato ai Lavori Pubblici, Marco Carbone, conferma a ValsusaOggi che il 15 gennaio l’amministrazione ha avviato le prime attività di pulizia con la polizia municipale: “Mi sono occupato di mandarli personalmente in borgata, erano già venuti una volta per il sopralluogo e poi sono ritornati per la raccolta. Come amministrazione vogliamo ricordare che le discariche abusive sono un problema non soltanto perché rappresentano un atto di inciviltà dovuto a cattive abitudini, ma anche dal punto di vista penale. L’abbandono dei rifiuti è un reato e causa ovviamente inquinamento ambientale. Saremmo maggiormente presenti sul territorio per evitare episodi analoghi”.

Sul quantitativo che i cittadini possono lasciare all’Ecocentro, il Comune spiega: “I privati, non le ditte, possono portare le macerie nella quantità di una carriola per volta”. Il consigliere è disponibile a sollecitare la Cidiu per migliorare il servizio di ritiro di ingombranti a domicilio: «Visto che è già attivo per la raccolta degli sfalci da potatura, i cittadini possono concordare con il consorzio, una volta all’anno, l’invio del camion in borgata per il prelievo».

Tra le patologie connesse all’esposizione con l’amianto vi sono l’asbestosi, il carcinoma polmonare, il mesotelioma della pleura ed altre neoplasie quali quelle gastro-intestinali, della laringe e del colon retto. Le Asl indicano come rischioso solo il materiale friabile e disperso nell’aria, ma uno studio della Clinica del lavoro di Milano sostiene che anche il “solido” cemento-amianto non è più considerabile integro dopo un anno di esposizione agli agenti atmosferici.
Soltanto il 40% delle morti dovute a mesotelioma sono causate da malattia professionale, il 60% riguarda la popolazione che non ha mai lavorato a diretto contatto dell’amianto, ma che indirettamente ne è stata esposta.

L’ingestione di fibre di asbesto è stata di recente correlata al rischio di adenocarcinoma esofageo e di diversi altri tumori intestinali. L’insorgenza dei tumori del tratto gastro-intestinale è stata correlata a zone in cui l’acqua potabile conteneva tracce di amianto per via delle tubazioni, oppure per i serbatoi di raccolta. Il Piemonte è una delle regioni dove vi è un’elevata presenza di amianto non solo per l’impiego dei manufatti, ma anche per la presenza naturale sia di serpentino (crisotilo), sia di anfibolico. In Val Sangone è nota l’ex cava di estrazione di serpentino a Trana mentre in Val di Susa nel corso degli anni è stata segnalata persino dall’Arpa la presenza di amianto nell’aria.

Scriveva Primo Levi nel “Sistema Periodico”:«C’era amianto dappertutto, come una neve cenerina […] i tetti erano coperti da uno spesso strato di polverino, che nei giorni di pioggia si imbeveva come una spugna, e ad un tratto franava violentemente a terra».

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4 COMMENTI

  1. Innanzi tutto non sono pezzi di amianto, ma bensì di materiali contenenti amianto, e poi, è un atto grave( legalmente penale) mandare persone non abilitate e senza rispettare le vigenti normative a “raccogliere” i pezzi, se veramente è successo questo, è estremamente grave…

  2. Gli abitanti delle borgate ora si lamentano, ma probabilmente sono stati loro stessi a buttare l’amianto in giro perché a smaltirlo legalmente c’era un costo. Dobbiamo imparare a vivere, un animale non fa i propri bisogni nella sua cuccia o nelle prossimità di essa, noi invece si…..

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