FOTO / GIAVENO, SALVATO IL CAPRIOLO CHE SI FACEVA COCCOLARE: ORA VIVE NELL’OASI DEGLI ANIMALI

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DALLA CITTÀ METROPOLITANA DI TORINO

GIAVENO – Avventura a lieto fine per la giovane femmina di Capriolo “domestica” che da alcune settimane si aggirava nei boschi intorno a Giaveno, avvicinandosi agli uomini senza scappare. Erano stati per primi due cacciatori ad avvistare l’animale, per nulla intimorito dalla loro presenza e talmente confidente da mangiare una mela che gli avevano offerto.

Stamani gli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino hanno recuperato l’esemplare e lo hanno trasportato all’Oasi degli Animali di San Sebastiano da Po, convenzionata con la Città Metropolitana. Non era possibile lasciare la femmina di Capriolo in quelle condizioni, perché era a rischio di cadere vittima di una predazione da parte di un Lupo o di uomini malintenzionati. L’animale, dell’età di un anno e mezzo, si è lasciato catturare facilmente nel cortile di una casa in una frazione montana di Giaveno. Si ipotizza che la giovane femmina possa essere stata avvicinata da piccola da qualcuno che, trovandola da sola, le abbia dato del latte e del cibo, abituandola alla presenza umana.

Barbara Azzarà, Consigliera metropolitana delegata all’ambiente e alla tutela della fauna e della flora, ricorda che “a meno che non siano in evidente difficoltà o che siano feriti, occorre evitare di recuperare piccoli animali selvatici e allevarli in maniera amatoriale, perché possono sviluppare l’imprinting verso l’uomo, perdendo la loro naturale diffidenza ed esponendosi a pericoli. Accade sovente che piccoli apparentemente abbandonati siano invece sorvegliati a distanza dalla mamma, che, una volta allontanatisi gli uomini, li raggiunge”.

A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTÀ: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTÀ METROPOLITANA

  • Città Metropolitana di TorinoServizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13
  • Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.
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7 COMMENTI

  1. “era a rischio di cadere vittima di una predazione da parte di un Lupo o di uomini malintenzionati.”
    Perché un capriolo normale non correrebbe questo rischio?
    Due pesi e due misure come al solito, cosa cambia cadere preda dell’uno o dell’altro, o in quale modalità? Allora salviamo anche i cuccioli, gli anziani, i deboli. Avanti tutti in gabbia!
    Attenzione che un capriolo che non scappa davanti a un fucile spianato potrebbe indurre il cacciatore a scelte scellerate come smettere di cacciarlo, sia mai…Che non risucceda!

  2. Effettivamente questa storia a ” lieto fine” è tutta un controsenso inspiegabile.

    “a meno che non siano in evidente difficoltà o che siano feriti, occorre evitare di recuperare piccoli animali selvatici e allevarli in maniera amatoriale, perché possono sviluppare l’imprinting verso l’uomo, perdendo la loro naturale diffidenza ed esponendosi a pericoli. Accade sovente che piccoli apparentemente abbandonati siano invece sorvegliati a distanza dalla mamma, che, una volta allontanatisi gli uomini, li raggiunge”.

    ESATTAMENTE quello che è stato fatto.

    Non è il caso di montare un caso sulla questione, ma resta il fatto che le motivazioni e le spiegazioni date non convincono.

    • Legga con attenzione… quel capriolo era già stato addomesticato da altri, e se non lo avessero portato via, sarebbe stato ucciso di sicuro, perché indubbiamente più incapace di difendesi fuggendo, non avendo più paura delle persone…

  3. magari poteva cadere preda del cane dello “Stronzo” che va per i boschi a passeggiare senza tenerlo al guinzaglio “tanto non c’è nessuno che male vuoi che faccia” come troppe volte si sente, nonostante la legge lo vieta, soprattutto da coloro che si definiscono animalisti sia nei boschi che in ambito cittadino

    • Intanto si esprima con un linguaggio consono a essere pubblicato su un quotidiano che leggono tutti… Poi, circa 2 settimane fa, passeggiavo con la mia cagnolina libera nei prati, mi cataloghi pure tra quelli che lei ha amichevolmente indicato con un epiteto virgolettato… comunque purtroppo la mia cagnolina, si è avventurata in mezzo a delle canne di bambù dove io non volevo che andasse, e ha ritrovato un capriolo femmina morto… non è stato ucciso dal mio cane, ma è stato impallinato da chi spara di notte, dunque forse dovremmo preoccuparci dei bracconieri più che dei cagnolini che a meno che non siano proprio aggressivi, di certo non uccidono un capriolo.

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