FOTO / SANT’ANTONINO, RIAPERTO IL RIFUGIO ANTIAEREO:  OSPITERÀ LE VISITE DELLE SCUOLE E DEI CITTADINI 

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di LUCA MARTIN

SANT’ANTONINO DI SUSA – Nella giornata di sabato 15 ottobre, si è tenuta a Sant’Antonino di Susa l’inaugurazione del Rifugio Antiaereo sito in zona Medagli. Costruito nel luglio del 1943 ad opera del Cotonificio Valle di Susa, l’edificio fungeva da rifugio proprio per i dipendenti dell’attività e poteva ospitare circa 100 persone.Numerose erano le autorità presenti all’evento: il sindaco di Sant’Antonino di Susa Susanna Preacco, il consigliere regionale Antonio Ferrentino, il parroco don Sergio Blandino, il direttore dell’Unitre Piero Del Vecchio e il presidente del Comitato per la Resistenza e la Costituzione e vice-Presidente del Consiglio Regionale, Nino Boeti.

INAUGURATO IL RIFUGIO ANTIAEREO: GUARDA LE FOTO 


<<Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti a questa importante manifestazione, con particolare attenzione all’Unitre e al corpo dei Vigili del Fuoco che hanno contribuito, insieme al Comune di Sant’Antonino, alla realizzazione di questo rifugio che, con le sue caratteristiche, è l’unico in Val di Susa>> ha esordito il sindaco Preacco, citando anche la ditta Genzini che si è prodigata nel fornire la porta d’ingresso del rifugio.

Importante e significativo il ringraziamento ai Vigili del Fuoco, i quali mai hanno smesso di lavorare (anche con la pioggia degli ultimi giorni) per farsi trovare pronti all’appuntamento e per rendere l’edificio agibile al pubblico.

Il sindaco ha poi proseguito parlando di alcuni appuntamenti futuri: <<Ci piacerebbe poter aprire la struttura al pubblico in alcune date simboliche, come ad esempio il 25 Aprile o in occasione della Festa Patronale di settembre. Questa eventualità sarà concordata insieme all’Unitre.

Nostra grande ambizione è, inoltre, quella che vengano organizzate delle visite didattiche con i ragazzi delle scuole>>.

E’ stato sottolineato anche l’aspetto economico del progetto, esplicitando la volontà da parte del Comune, di effettuare ulteriori investimenti: <<Vogliamo valorizzare ulteriormente la struttura con un adeguato impianto audio, con simulazione sia della sirena, sia dei boati causati dai bombardamenti>> ha continuato la Preacco, concludendo il suo intervento.

Poche parole, ma molto significative quelle del sacerdote don Sergio Blandino: <<Non infrangete le relazioni>> l’appello fatto dal prete <<è solo uno strumento per provocare dolore>>.

Ha poi continuato parlando del valore simbolico del rifugio, una struttura che ha quasi una voce propria. Una voce che, secondo don Sergio, spiega come la frattura delle relazioni, possa causare tanto male, da costringere un uomo a scappare addirittura sotto terra: <<Non facciamoci del male. Utilizziamo tutti i ricordi, le memorie che ci sono state tramandate, non dimentichiamo la storia. Perché quando la storia non è più maestra di vita, è lì che si smette di crescere.>>

Successivamente, i Vigili del Fuoco hanno poi spiegato ai (numerosi) partecipanti, come l’idea di ristrutturare l’edificio fosse già nata circa 2 anni fa, con una forte spinta derivante anche dalla curiosità personale.

Il rifugio, negli ultimi tempi, è stato utilizzato proprio dai pompieri per simulare alcuni interventi in condizioni insidiose, causate dagli spazi ristretti interni all’edificio prima che, in collaborazione con l’Unitre, questo venisse aperto al pubblico.

Questo intervento, ha anticipato quello del direttore dell’Unitre Piero Del Vecchio, il quale ha esordito con un ringraziamento speciale a Fulvio Giaccone, che si è occupato dell’installazione dell’impianto elettrico a 12volt: impianto che ha permesso a tutti di poter visitare il monumento in assoluta sicurezza.

Del Vecchio ha rimarcato gli avvenimenti che hanno riguardato il rifugio negli anni: <<Sappiamo che fu l’azienda anonima Cotonificio Valle di Susa a costruire il rifugio, anche se purtroppo vi sono pochi documenti che possono testimoniare l’andamento dei lavori. Tuttavia, durante i lavori è stata scoperta un’incisione lasciata dai muratori dell’epoca che svelava la data del 13 luglio 1943 come termine dei lavori>>.

Come detto, era adibito a dare riparo ai dipendenti del Cotonificio: <<In particolare ai lavoratori di grado più elevato..>> ha proseguito il direttore dell’Unitre <<in quanto per gli operai era previsto dal piano di evacuazione comunale, il rifugio al di sotto del Cotonificio, dove potevano essere contenute circa 400 persone su un totale di 600 dipendenti>>.

Del Vecchio ha poi fatto un’importante divagazione storica, spiegando come già dal 1933 il Governo Mussolini iniziò ad obbligare la popolazione ad esercitazioni contro eventuali atti bellici: <<I cittadini, furono invitati (in modo molto convincente) ad oscurare ogni fascio di luce dalle 20.00 della sera, fino alle 07.00 del mattino dopo>>.

Prima del taglio del nastro, è intervenuto anche il vice-Presidente del Consiglio Regionale Nino Boeti, sostenendo la forte importanza a mantenere intatte queste strutture, perché tutti possano ricordare quello che è stato e perché questi rifugi furono resi necessari.

Dopo l’intervento di Boeti, le autorità cittadine si sono radunate intorno all’ingresso, dove il sindaco Preacco ha provveduto a tagliare il nastro, sancendo ufficialmente l’inaugurazione del Rifugio Antiaereo dell’ex Cotonificio Valle di Susa.

 

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1 COMMENTO

  1. ben fatto , il pd si porta avanti , se mai vincesse il si intendono bombardare le sommosse?, quindi 100 con i soldi possono salvarsi?, date servizi utili alla gente, denaro lavoro, cure, cibo , calore, non ricordi passati, brutti da ricordare,, mentre impegnate la gente al ricordo, le state portando via il presente ed il futuro, vergognatevi……

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