GIAVENO, BIMBA DISABILE RIFIUTATA DALLA PISCINA E DAL CENTRO ESTIVO. LA RABBIA DELLA FAMIGLIA, SCOPPIA LA POLEMICA 

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IL CASO / di FABIO TANZILLI

“Mamma, essere disabili è una merda”. La piccola Sara (nome di fantasia) ha 11 anni e vive a Giaveno. Per lei questa è un’estate da dimenticare: per problemi di deambulazione è costretta a vivere in sedie a rotelle, e nel giro di due mesi è stata rifiutata – perché disabile – sia in un Centro Estivo della città, che in una piscina a Selvaggio, gestita da un privato. Due cazzotti duri da digerire, insopportabili, che la piccola ha dovuto incassare nel giro di poco tempo. Ma la famiglia non ci sta, e giustamente fanno emergere l’indignazione per i torti subiti dalla loro piccola. La mamma spiega i fatti a ValsusaOggi: “Stamattina volevo portare mia figlia in piscina a Selvaggio, per giocare con l’acqua. Era tutta felice, abbiamo preparato le borse, con me c’era anche la sorella più grande per aiutarmi. Arriviamo all’ingresso, e la signora non la fa entrare in acqua”. Per quale motivo? “Diceva che l’acqua della vasca era troppo alta, circa 1.70 m, che c’erano tre scalini, e altre scuse – risponde la mamma di Sara – mia figlia ci è rimasta malissimo, è scoppiata a piangere perché ci teneva davvero ad andare in piscina”. Neppure le lacrime della bambina sono servite a far cambiare idea ai gestori: la mamma si è dovuta arrendere nonostante le insistenze, ed insieme alle due figlie se ne è andata. E qui, durante il viaggio di ritorno verso casa, Sara piangendo dice una frase che è come un pugno al cuore: “Mamma, essere disabili è una vera merda”.

L’obiettivo era comunque far tornare il sorriso a Sara, e la soluzione è arrivata. La famiglia è andata in un’altra piscina a Villar Dora, dove è stata accolla senza problemi dai gestori – a differenza di Giaveno – passando così, finalmente, una giornata in allegria. Ma tutto questo non deve distogliere l’attenzione su quanto avvenuto nella piscina di Selvaggio, che trattandosi di un pubblico esercizio, è inaccettabile.

Il secondo caso, ancor più grave, che vede sempre coinvolta la piccola Sara, è avvenuto a giugno e riguarda invece il centro estivo di Giaveno. L’11enne avrebbe voluto essere iscritta e partecipare all’Estate Ragazzi, proprio come tutte le altre bambine e ragazzini della sua età, senza passare l’estate da sola. Ma anche qui la beffa. La mamma di Sara va al centro estivo che ha sede nella palestra della scuola elementare Anna Franck, istituto che l’11enne già frequentava quando era più piccola, e chiede di poter iscrivere sua figlia.

Ma arriva un nuovo rifiuto: “L’animatrice mi dice che mia figlia non può partecipare – spiega il genitore – perché essendo in sedie a rotelle, avrebbe avuto bisogno di un operatore solo per lei per tutto il giorno, e che non c’erano abbastanza animatori in squadra. Ma se a scuola non aveva neanche l’insegnante di sostegno, che senso ha? L’unica cosa che avevo chiesto al centro estivo, era che potessero accompagnare mia figlia in bagno, ma per il resto non ha problemi di disabilità mentale o ritardi, anzi!”. Anche in questo caso, sono state inutili le insistenze: “Ho chiesto che potesse fare almeno mezza giornata al mattino, ma non c’è stato verso. L’animatrice ha riposto che avevano un programma da rispettare, ma mia figlia si sarebbe adattata in tutto, anche a ballare sulle sedie a rotelle, come aveva già fatto nei mesi scorsi.

Niente centro estivo, niente piscina. “Sulla vicenda dell’Estate Ragazzi avevo subito chiesto l’intervento della Consulta dei disabili – spiega la mamma – anche perché il servizio si svolge in una struttura pubblica, hanno interpellato il Comune. L’assessore competente ha risposto che per mia figlia in realtà era spuntato un posto disponibile. Guarda caso, ci riservano il posto senza dircelo. Poi il sindaco Giacone ha detto che Sara non risulta essere stata mai iscritta al centro estivo. Ma è ovvio, visto che quando ero andata per chiedere informazioni, mi avevano detto che non l’avrebbero presa!”.

E così Sara si appresta a vivere un’estate come una bimba ” diversa” a tutti gli effetti, è solo perché non può più camminare: “I peggioramenti fisici ci sono stati ultimamente – spiega la madre – fino all’anno scorso si muoveva da sola nei piccoli spazi e a casa, mentre adesso non riesce più”.

E dopo due brutte esclusioni subite in quest’estate calda, la reazione della famiglia si è fatta più forte, denunciando queste discriminazioni sul social network e pagine Facebook dedicate a Giaveno.

“Io non ce l’ho personalmente col sindaco di Giaveno, con la piscina o il centro estivo – aggiunge la mamma di Sara – ma sono un genitore infuriato, perché mi rendo conto che siamo nel 2015 e ancora il sistema non funziona, e non funziona nel profondo. Un disabile costretto a usare la carrozzina non può essere considerato come un lebbroso”.

Nelle prossime edizioni, ValsusaOggi interpellerà il gestore della piscina di Selvaggio e il Comune di Giaveno, per dare spazio anche alle loro eventuali repliche.

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2 COMMENTI

  1. Triste vicenda, bisognerebbe però sentire anche la campana del gestore della piscina e degli animatori dell’estate ragazzi per avere un confronto anche sulla loro versione dei fatti…

  2. Carissima madre di sarà sono un ragazzo appena 18enne che ha un padre disabile e vorrei mandare un messaggio a sua figlia se possibile…
    sono qui per raccontare anche la mia di storia circa 12 anni fa mio padre ebbe un incidente in moto da quando io ho 5 anni non ho mai potuto più giocare con mio padre ormai su sedia a rotelle come tutti i bambini normali mio padre e stato in coma per qualche giorno finché non si sveglio un giorno quando lo vidi per la prima volta ero triste e a scuola mi prendevano in giro per questo… ma mio padre c’è ancora adesso con lui anche se non posso fare determinate cose con lui mi diverto tutto ciò per dire se lei o sua figlia ha bisogno di sfogarsi o parlare non si faccia problemi le lascio il mio recapito telefonico 3451442995
    cordiali saluti raul

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