GIAVENO E I DANNI AGRICOLI, I CACCIATORI CONTRO MONACO: “È DISINFORMATO E FA SOLO PROPAGANDA”

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di GIANFRANCO GIUGLAR (Presidente Comparto Alpino To3)

Il Comprensorio Alpino TO3 Bassa Valle Susa e Val Sangone respinge al mittente le accuse del consigliere regionale Alfredo Monaco invitandolo ad informarsi meglio prima di esprimere valutazioni personali e strumentali e ad evitare di farsi facile propaganda politica sulle spiacevoli situazioni che penalizzano i coltivatori delle nostre vallate.
Le osservazioni pubblicate su questa testata dal suo ufficio stampa non corrispondono a verità ed anzi offendono il lavoro e l’impegno profuso dal Comprensorio nella gestione del territorio.

La ZRC (Zona di Ripopolamento e Cattura) di cui Monaco parla in riferimento ai danni provocati dai cinghiali alle coltivazioni dell’Azienda agricola Le Frisole è un istituto di protezione della fauna di competenza gestionale della Città metropolitana di Torino: pertanto ogni insinuazione di “lassismo gestionale” su questo territorio non è da imputare al Comprensorio il quale non può decidere autonomamente se catturare o meno le lepri che lì vivono, peraltro con densità non eccezionali.

Allo stesso modo, l’Area contigua del Parco di Avigliana soggiace a regole di prelievo venatorio molto restrittive dettate non dal Comprensorio (che, al contrario, si è battuto a lungo per liberalizzare il prelievo in questa fascia di confine col parco) ma dalla Giunta regionale del Piemonte governata dallo schieramento politico di cui lo stesso Monaco fa parte. Riguardo ai danni da cinghiale e all’accusa che non si fa nulla per prevenirli, il CATO3 è il Comprensorio della provincia di Torino nel quale i cacciatori abbattono più capi ed è anche quello dove si rilevano, in proporzione alle aree coltivate, meno danni.

Monaco dimentica di informare il lettore di ValsusaOggi del fatto che il Comprensorio da più di un decennio fornisce in comodato d’uso gratuito materiale per la prevenzione dei danni, in particolare le recinzioni elettrificate che costituiscono un validissimo strumento, tant’è che la stessa azienda agricola giavenese, beneficiando da anni di questo supporto, storicamente non ha mai avuto alcun problema di danni prima dell’episodio della scorsa settimana, peraltro verificatosi su un appezzamento dove non era stato installato il pastore elettrico.

L’impegno, anche economico, sostenuto dal Comprensorio nella prevenzione è molto importante e lo riprova l’ottimo rapporto instaurato negli anni con gli agricoltori che viceversa lamentano i ritardi con i quali purtroppo la Regione Piemonte trasferisce i fondi destinati ai risarcimenti. Parlando di cifre, viste che Monaco le tira in ballo, va precisato che è pura fantasia il citato rimborso spese di 8.000 € e che l’acquisto del mangime per le lepri serve per alimentare i soggetti regolarmente allevati dal Comprensorio in un recinto autorizzato in Valle di Susa il quale consente di risparmiare, rispetto alle spese di ripopolamento sostenute da altri enti analoghi, circa 10.000 €.

Relativamente alle segnalazioni dei danni, il Comprensorio in nemmeno due giorni ha disposto e realizzato l’esecuzione della perizia da parte del suo incaricato, ovviamente soltanto per il territorio di competenza mentre ricordiamo, anche a beneficio degli altri agricoltori, che la segnalazione di danni rilevati all’interno di ZRC o altre aree protette è da inoltrare alla Città metropolitana di Torino.

Ancora, pur non espressamente di sua competenza, il personale del Comprensorio, a seguito del sopralluogo di inizio settimana ha immediatamente segnalato alla Città metropolitana l’urgenza di attivare interventi di contenimento notturno all’interno della ZRC da loro gestita.

Concludiamo con un riferimento alle critiche formulate da Monaco in maniera del tutto gratuita ritenendo importante informare i lettori che lo stesso Monaco ad inizio anno era stato nominato quale componente del Comitato di gestione del Comprensorio in rappresentanza dei Comuni della Val Sangone ma dopo le prime due assenze ingiustificate alle riunioni istituzionali ha preferito rassegnare le dimissioni. Forse perché dall’interno
avrebbe potuto verificare meglio l’attività dell’ente e rendersi conto di quanto invece viene fatto a favore del territorio, degli agricoltori e dei cacciatori e quindi non avrebbe più avuto motivi pretestuosi per la sua propaganda politica?

 

 

 

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