GIAVENO E LO SKATE PARK ABBANDONATO: PER IL COMUNE “NESSUNO PUÒ RIPARARLO”, MA IN REALTÀ LA DITTA C’È ANCORA

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di PAOLA TESIO

GIAVENO – Era stata positiva, nel consiglio comunale di mercoledì scorso, la risposta all’interpellanza del gruppo di minoranza “Per Giaveno” in merito alla richiesta di sistemazione dell’area skate park di via Colpastore, oggi in completo stato di abbandono e degrado.

Un progetto realizzato dalla precedente amministrazione attraverso il coinvolgimento del centro di incontro giovanile. L’opera del marchio “Nelzi SkateRamp”, costata circa 30mila euro, era stata affidata alla ditta di Paolo Nelzi, tuttora attivo nel settore.

Il consigliere di minoranza Stefano Tizzani ha dichiarato: “Chiediamo che l’impianto sia rimesso in funzione per quest’estate. Lo skate park era un bel progetto nato e voluto dai giovani, per questo è importante riqualificare l’area, aggiungendo anche il posizionamento delle panchine. È un dispiacere vedere che questa struttura, un tempo motivo di orgoglio, oggi giace abbandonata tra macerie e sporcizia, diventando un luogo pericoloso. Alcuni genitori sono costretti a portare i loro figli in altri comuni. Auspichiamo pertanto che l’amministrazione si impegni nella riqualificazione e come gruppo diamo tutta la disponibilità alla collaborazione”.

Il consigliere Marco Carbone replica: “Tizzani ha perfettamente ragione. Ci sono però due tipi di aspetti da considerare, uno riguarda il lotto della circonvallazione, che è strettamente connesso al decadimento delle barriere che dividono l’area dal cantiere. L’altro riguarda la struttura. Potrei leggere un lungo elenco di messaggi che affermano che l’area sia da tempo inutilizzata. Inoltre, non esiste più il costruttore della rampa e non abbiamo trovato nessuno che la possa riparare. È completamente distrutta perché è stata usata in modo improprio, persino con le moto. I tecnici affermano che le rotture della pista non sono avvenute per degrado ma per puro atto di vandalismo. Quell’area non può più essere restaurata quindi elimineremo l’ostacolo, il pericolo, e verificheremo come ricostruire la pista da skate con nuovi materiali e tecnologie più durature rispetto a quelle realizzate anni fa”.

Sull’argomento si è espressa anche l’assessore Anna Cataldo: “Innanzitutto lo skate park non è in quelle condizioni da quando amministriamo noi, ma lo era già prima. Inoltre, è giusto condividere le scelte con i giovani, ma dar loro spazi e attrezzature a volte non basta. Occorre insegnar loro a rispettare i luoghi”.

Per Daniela Ruffino lo skate park invece era funzionante ed utilizzato durante il suo mandato. Favorevole alla riqualificazione anche Concetta Zurzolo: “Ricordo perfettamente come era nato il progetto perché me ne ero interessata in prima persona, ricercando i ragazzi che praticavano lo skate per le strade. Con loro, era stato creato un gruppo, si erano visitati gli altri comuni dotati di piste e si era disegnata l’area. Sono quindi favorevole al ripristino e mi rendo disponibile a ricercare quei ragazzi per ricomporre la squadra di lavoro”.

Federico Giovale Alet del Movimento 5 Stelle ha precisato: “Sono favorevole, ma raccomando all’amministrazione di ricostruire la struttura con materiali che possano resistere maggiormente all’aperto, altrimenti la pista si deteriorerà di nuovo e ci ritroveremo ancora qui a discutere. Per prevenire gli atti di vandalismo e l’uso improprio dei motorini, suggerisco di dotare l’area di una telecamera. In questo modo eliminiamo le cause del degrado”.

Di parere diverso Vilma Beccaria: “Non ho capito molto di questa vicenda tranne il fatto che non ci sono le ditte che possono effettuare il lavoro di ripristino. In linea generale sono d’accordo nel destinare delle attrezzature sportive per i ragazzi, ma nel caso dello skate no, perché è uno sport ad alto rischio in cui i ragazzi possono farsi male, pertanto mi astengo”.

IN REALTÀ LA DITTA CHE AVEVA REALIZZATO LA PISTA È ANCORA OPERATIVA E DISPONIBILE

In realtà, i tecnici che avevano realizzato la pista da skate operano tuttora nel settore, infatti Paolo Nelzi ci spiega: “Abbiamo realizzato parecchie rampe da skate in giro per l’Italia, tra cui quella di Giaveno. Ovviamente le realizziamo ancora. L’attuale tendenza è l’utilizzo del cemento come tipologia di materiale. Tra atti vandalici e mancata manutenzione purtroppo negli anni la pista si è deteriorata; comunque è stata soprattutto vandalizzata ed infine è rimasta abbandonata. In precedenza, quando era ancora utilizzata, siamo andati più volte sul posto a sistemare delle viti o a mettere dei pannelli, evitando che i ragazzi si spostassero fino ad Almese per allenarsi. Mi occupo di skate e quindi conosco bene i ragazzi della zona che praticano questo sport”.

C’è la possibilità di risistemare la pista di Giaveno? “Noi facciamo le rampe, e come dicevo prima, la preferenza attuale è l’utilizzo del cemento, per una maggiore resistenza. Quella di Giaveno è simile a quella di Almese, che attualmente abbiamo recuperato. La vecchia rampa aveva una decina di anni e le parti in legno si erano deteriorate, così è stata restaurata attraverso la copertura in cemento. Volendo a Giaveno si potrebbe fare la stessa cosa. Non si tratta solo di mettere le telecamere; non essendo un’area centrale può difficilmente essere raggiunta dai ragazzi sprovvisti di auto”.

Essendoci ancora poche strutture, quelle esistenti diventano dei poli di aggregazione e vere e proprie palestre di allenamento per gli skaters, come conferma Paolo Nelzi: “Giaveno potrebbe diventare un volano per attrarre i ragazzi da fuori, oltre che quelli locali, però deve essere una pista ideata con determinati canoni. Quella esistente è stata realizzata anni fa e da allora sono cambiate le forme, le tecnologie, i materiali. Siamo a disposizione sia per il restauro sia per ideare un’altra rampa più adatta, magari in un’area non accessibile ai vandali, lontana dalla strada e dalla polvere. Tutto è fattibile, il nostro sito e la mail sono sempre attivi e possiamo essere contattati in qualunque momento per offrire il nostro supporto”.

Quindi il problema si può risolvere? “È sufficiente che mi spieghino il loro budget – dice Nelzi – si valutino i posti, si faccia un sopralluogo e poi il progetto… ci mettiamo anche l’anima e si realizza la cosa migliore che si può. A me questo interessa, non far sperperare i soldi, ma valutare che le cose siano fatte bene”.

Ma è pericoloso? “Nelle statistiche degli sport più pericolosi è posizionato oltre la metà della lista – risponde – davanti ci sono il basket, il calcio e altri. Personalmente sono 35 anni che seguo lo skateboard e incidenti gravi non è ho mai visti, salvo i normali infortuni che accadono anche nelle altre discipline”. Sull’eventualità di realizzare la pista in una nuova area aggiunge: “Mi sembra che già all’epoca fosse stata individuata un’area del genere poi però si è optato per la zona del palazzetto e sono stati fatti anche adattamenti per le dimensioni, ma nonostante ciò è sempre stata una bella struttura. Oggi per i comuni ci sono ottime possibilità di realizzare un impianto che duri per i prossimi venti/trent’anni. Adesso ci siamo specializzati con il cemento implementando la durata, come per le opere eseguite ad Almese. Un tempo le rampe venivano realizzate in luoghi isolati, e anche se non eravamo proprio contenti le realizzavamo lo stesso, oggi il trend è cambiato. Nel 2020, a Tokyo, lo skateboard sarà una disciplina olimpica e ci sono 50 milioni di praticanti nel mondo. Molti ragazzini hanno lo skateboard, il problema è che non ci sono le strutture. Ad Almese dal 2004, quando abbiamo messo la rampa, si è creato un bel gruppo, quei ragazzi nel frattempo sono cresciuti, si sono laureati e continuano a praticare questo sport; c’è chi ha imparato a realizzare video, uno è diventato fotografo, un altro è esperto di montaggio e musica, tutto grazie a questo sport che ha permesso di creare una microcomunità che è riuscita ad esprimere al meglio i propri talenti e si vede la differenza, la passione che mettono nelle loro attività quotidiane”.  

Lo skate è uno sport che nasce dalla strada, si è evoluto in modo creativo e porta con sé un insegnamento importante, conclude Paolo Nelzi: “Non è uno sport competitivo la cosa bella è proprio questa. Forse lo sbaglio nello sport, come nella vita, è proprio la competizione…invece nello skate si collabora tutti insieme; se uno fa una bella manovra sono tutti contenti, nessuno è invidioso. Non c’è competizione bensì cooperazione che serve a crescere diversamente. Senza quell’ego che può venire fuori in altre situazioni”.

 

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